Lunedì, 28 Aprile 2025
Mercoledì, 27 Aprile 2016 09:51

Chiedi chi erano Law e Baker

Scritto da Giovanni Falconieri
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John Charles è stato quasi certamente il più grande calciatore inglese che il campionato italiano ricordi.

Nei giorni in cui la sua straordinaria parentesi in bianconero si chiudeva, all’ombra della Mole si apriva l’esperienza in granata di altri due calciatori giunti da Oltremanica, due dei più bizzarri giocatori di calcio che siano mai transitati nella penisola: Denis Law e Joe Baker.

Giunsero a Torino nell’estate del 1961, in concomitanza con le celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia. Il primo era scozzese, il secondo inglese. Erano calciatori di classe e forza. Le referenze che li accompagnavano erano di primo ordine. Ma probabilmente la dirigenza granata che li aveva scelti non aveva fatto i conti con le stranezze caratteriali dei due.

Chiedi chi erano Law e Baker”. Si intitola così il volume scritto da Paolo Ferrero, ed edito da Rea, che racconta oggi quella stagione calcistica di oltre cinquant’anni fa, il campionato di Serie A 1961/62, che vide le gesta, più fuori dal campo che in campo, delle due meteore di lingua inglese. Eppure, i primi mesi nella squadra granata furono fantastici.

Law e Baker segnavano e davano spettacolo. E i tifosi erano pazzi di loro. Ma Denis e Joe erano anche giovani ed esuberanti. Amavano la bella vita e i night. E di locali dove andare a divertirsi, nella Torino del primo boom economico, ce n’erano davvero tanti, forse troppi: «E poi ci sono le sale da ballo, per i baldanzosi giovincelli sempre alla ricerca della nuova fiamma da strapazzare di coccole.

A Torino, eleganti ed esclusive, ve ne sono molte; alla Famija turineisa, al 2° piano di un fabbricato di via Po, si deve andare in giacca e cravatta e con la raccomandazione in tasca, altrimenti non ti fanno entrare. Al Gay del Valentino si riesce quasi sempre, tra un Negroni e l’altro, ad agganciare una procace ballerina. Il Trocadero, invece, è riservato ai più giovani. Il periferico Lutrario, presso la Stazione Dora, è il luogo ove si possono ammirare le migliori esibizioni in fatto di tango, boogie e rock’n’roll. E capire come si balla il twist … I tabarin sono invece riservati ai dandy. Quelli bisognosi di qualche atto trasgressivo. A Torino, il Perroquet è il più famoso; ma ce ne sono tanti altri, tutti dispersi lungo le vie del centro, brulicanti di gioventù affamata di proibito».

E durante quelle serate di svago, era d’obbligo cominciare a brindare con «la “Sterlina”, un cocktail fatto con rum, bitter e vaniglia in parti uguali». Poi, naturalmente, si andava oltre. Law e Baker, insomma, trasgredivano spesso le rigide regole imposte ai calciatori. «Con un comportamento così indisciplinato e poco professionale, quasi stupiva il loro rendimento in campo: perché quei due, a pallone, ci sapevano fare per davvero!»

La definizione probabilmente più azzeccata, per entrambi, la scrisse il giornalista Vladimiro Caminiti: «Concepivano la professione come lavoro domenicale e spasso settimanale». Era praticamente impossibile arginare l’esuberanza dei due campioncini.

Una sera, a pochi giorni da una partita di campionato, Law e Baker uscirono alle quattro del mattino da un tabarin. Con loro c’era anche il fratello di Law. Salirono sulla Giulietta Sprint di Baker. Erano un po’ brilli. Il monumento dedicato a Garibaldi lungo un corso cittadino fermò la corsa della loro auto e anche quella, entusiasmante, del Torino verso lo scudetto. I due calciatori britannici uscirono dall’incidente praticamente illesi, ma nei giorni successivi vennero travolti dallo scandalo e spazzati via dalle critiche feroci dei tifosi e degli addetti ai lavori.

Un anno esatto dopo il loro arrivo a Torino, Denis Law e Joe Baker lasciarono per sempre l’Italia e ritornarono sul suolo britannico. In quei fantastici anni Sessanta segnati dal boom economico, dalla guerra fredda e dalla conquista spaziale, il Torino dovette così dire addio ai sogni di gloria.

Mentre di Law e Baker non resta oggi che il ricordo sbiadito di due potenziali campioni che per qualche mese riuscirono a far impazzire quella curva Maratona che da troppo tempo era orfana di stelle capaci di far rivivere, almeno in parte, la straordinaria epopea del Grande Torino di Valentino Mazzola.

 

 

Paolo Ferrero
“Chiedi chi erano Law e Baker”
Rea editore
Pag. 120
13 euro

Letto 1750 volte Ultima modifica il Mercoledì, 27 Aprile 2016 10:15

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