Il calcio c’entra, eccome. Ma soprattutto il calcio entra in tutti gli aspetti della vita dei sudamericani. Argentini, brasiliani, uruguaiani, cileni, colombiani. Ma anche peruviani, paraguaiani, boliviani e venezuelani. Tutti pazzi per il calcio, “locos por el fútbol”. E a spiegarcelo, in un libro pubblicato da Sperling & Kupfer e intitolato, appunto, “Locos por el fútbol”, è Carlo Pizzigoni, direttore di MondoFutbol e reduce dal fruttuoso sodalizio con Federico Buffa che ha generato, tra le altre cose, il fortunatissimo “Storie Mondiali”. In questo volume Pizzigoni si concentra sul Sudamerica, seguendo la stessa modalità di racconto di “Storie mondiali” e abbracciando così lo sport, la società, la storia e l’umanità. “Locos por el fútbol” è un atto d’amore per il Subcontinente, dove non è nato il calcio, ma qualcosa di più importante: la passione per il calcio. L’autore ci racconta, Paese per Paese e Divinità per Divinità, storie di campo, di calciatori, di campioni e di grandi allenatori che qualche volta hanno anticipato idee poi affermatesi in Europa: dalla “Máquina” del River Plate all’Argentina di Bielsa, dal grande Brasile del 1970 a quello dell’82 eliminato dall’Italia di Enzo Bearzot ai Mondiali di Spagna, fino alla celebrazione dell’unicità dell’Uruguay, della Colombia di Maturana e del Cile di Sampaoli. Senza dimenticare di indagare le vite dei protagonisti, da Leo Messi a Neymar, da Arturo Vidal a Luis Suàrez, da Valderrama ad Andrés Escobar, da Pelé a Maradona fino a Pepe Schiaffino. Perché, come si legge a un certo punto nel libro, «il calcio non potrà mai fare a meno di due cose: talento e passione. Se è vero che i grandi giocatori possono nascere ovunque, è indiscutibilmente vero che in Sudamerica continueranno a nascere campioni che alimenteranno sogni e speranze e rappresenteranno l’orgoglio dei quartieri, ancora prima che delle città o delle nazioni. Si sa che il calcio è la cosa che più di ogni altra appartiene a tutti, senza distinzioni di ceti sociali, sesso, religione, età, colore della pelle. Allora sarebbe bene chiedersi (o meglio, constatare) in quale altra parte del mondo sia in vigore questa legge non scritta come in Sudamerica».
Così, pagina dopo pagina, i primi ricordi di palle rotolanti sui rettangoli verdi lasciano il posto alle storie dimenticate di Paesi calcisticamente non evoluti come il Venezuela, mentre lo sguardo dell’autore va a posarsi sulle librerie letterario-calciofile dell’Uruguay, dove quasi tutti i librai tifano per il Nacional e contro il Peñarol, e poi sui bar di Buenos Aires, dove si mastica calcio ventiquattr’ore su ventiquattro. Si scoprirà che una prima Nba del calcio venne inventata addirittura in Colombia e si capirà per quale motivo i tifosi vengono chiamati “inchas” (gonfiatori) in Argentina e “torcedores” (quelli che strizzano) in Brasile. E ci sarà pure la possibilità di scoprire che esisteva un tempo in cui gli europei venivano a giocare in Sudamerica grazie a una sorta di mercato “alla pari”. Non poteva mancare, infine, un capitolo dedicato a quelle squadre semisconosciute che nella loro storia ne hanno viste e passate di tutti i colori. Perché, come ama ricordare Carlo Pizzigoni, «c’è una magia differente in Sudamerica». È la magia della passione per il fútbol.
Carlo Pizzigoni
“Locos por el fútbol. Cent’anni di calcio. Pelé, Messi, Maradona e altri sudamericani”
Sperling & Kupfer
Pag. 312
15,30 euro
e-book, 9,99 euro