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Lunedì, 30 Novembre 2015 11:51

Il secondo tempo

Scritto da Giovanni Falconieri
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«Ho litigato con Peter nel 1998, appena dopo che ero tornato dal mio infortunio al crociato. Se non sbaglio eravamo ad Hong Kong, e avevamo bevuto. Lui disse - ne ho avuto abbastanza di te, è ora che la risolviamo - così io gli dissi ok, e ci siamo menati. ...

...Durò circa 10 minuti, e ci fu un gran casino, Peter è un tipo bello grosso. Mi sono svegliato la mattina seguente. Mi ricordavo vagamente della rissa. Una mano mi faceva davvero male, e avevo un dito piegato all’indietro. Mentre eravamo sul bus tutti parlavano di una rissa in hotel la notte prima. Cominciai a ricordarmi. Nel frattempo Nicky Butt mi raccontò cosa fosse successo. Butt mi descrisse la rissa. Peter mi aveva afferrato, e io gli avevo dato una testata. Abbiamo combattuto per anni».

Peter è Peter Schmeichel, l’ex numero uno della nazionale danese che dal 1991 al 1999 ha difeso anche la porta del Manchester United. A parlare, invece, è un altro storico calciatore dei Red Devils, quel Roy Keane che il prato verde dell’Old Trafford lo ha calpestato per dodici interminabili stagioni, tra il 1993 e il 2005, collezionando 323 presenze e andando in gol 33 volte. Quelle stagioni, indimenticabili, vengono adesso raccontate dallo stesso Keane nel libro intitolato “Il secondo tempo”, frutto di una collaborazione con lo scrittore irlandese Roddy Doyle, autore de “I Commitments” e di “Paddy Clarke ah ah ah”.

“Il secondo tempo” è un libro che racconta gli anni che Keane ha trascorso allo United, e più in generale la sua vita in campo e fuori dal campo, lontano dal rettangolo di gioco. Ma se parliamo di campo e di calcio, Keane ha saputo coniugare con maestria unica il suo straordinario talento con una sregolatezza fuori dal comune. Ha sempre capito quando era il momento di trascinare la squadra e ben sapeva quando l’unica scelta possibile era stendere l’avversario, a costo di beccarsi un cartellino rosso.

Stendere l’avversario senza alcun pentimento, neppure a distanza di anni. È quello che è accaduto, tanto per fare un esempio, con l’entrataccia che, a quanto pare, costò la carriera all’ex-difensore del Manchester City, Alf-Inge Haaland: «Ci sono cose che ho fatto nella mia vita di cui mi pento, l’episodio con lui non è una di queste».

“Il secondo tempo” è un libro che parla delle sfide e delle vittorie, delle sconfitte e dei sacrifici che hanno trasformato Roy Keane in un campione leggendario. Ma è soprattutto un libro che ci permette per la prima volta di scendere negli spogliatoi e di sedere in panchina al fianco dell’ex capitano dello United e della nazionale irlandese, di sentire davvero le emozioni e le paure che un calciatore prova nel corso della carriera: gli scontri con i compagni e con gli avversari, la competizione durissima, il rapporto quotidiano con gli infortuni e il dolore. E su tutto, la consapevolezza di essere sempre appesi a un filo, di vivere una vita privilegiata e sognata da molti, che però può finire da un momento all’altro per un fallo subito in partita o per uno screzio con l’allenatore. «Io giocavo al centro del campo di battaglia», spiega oggi l’ex capitano dei Red Devils e vice allenatore della sua amata Irlanda. Ma esisteva sempre «la consapevolezza che qualunque cosa avessi fatto, non sarebbe stata bella come giocare a calcio».

“Il secondo tempo” è un libro pieno di aneddoti e retroscena, ricco di storie sconosciute al grande pubblico e rese note adesso dai ricordi di Keane e dalla penna di Doyle. Non c’è solo la litigata con Peter Schmeichel. Nelle 317 pagine che danno vita al racconto, viene svelata anche la vera storia della scarpa lanciata da Ferguson a Beckham, descritta la maturità di un giovanissimo Pepito Rossi appena sbarcato in Inghilterra, evidenziata la signorilità dell’allenatore dell’Arsenal Arsène Wenger e apprezzata persino la generosità di Erik Cantona, che regala la bellezza di 8mila sterline a due compagni di squadra, Paul Scholes e Nicky Butt, che all’epoca guadagnavano decisamente meno di tutti gli altri calciatori presenti in rosa: «Quei due si portarono a casa ottomila sterline testa. Ho pensato - che gesto, nessun altro lo avrebbe fatto».

Il calcio, l’alcol, le risse: c’è tutto il mondo di Roy Keane nel libro pubblicato da Guanda Editore. C’è il bello e c’è anche il brutto di un calciatore che rimarrà unico nel suo genere: «Distruggo le cose e poi ricomincio da capo - amava dire -. Dentro di me c’è sempre stato un pulsante di autodistruzione». Così è stato e così sarà, per l’uomo partito dalla minuscola Cork e diventato grande in Inghilterra.

Roy Keane e Roddy Doyle
“Il secondo tempo”
Guanda Editore
Pag. 317
15.70 euro
e-book 9,99 euro

 

Letto 1752 volte Ultima modifica il Venerdì, 04 Dicembre 2015 12:02

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