Individual Soccer School (ISS) è un centro internazionale di formazione tecnico calcistica individuale, che opera in diverse regioni d'Italia e, da questa stagione, anche all'estero.
ISS nasce nel settembre 2010 a Pianezza, in provincia di Torino, sulla base di una considerazione apparentemente banale, ma quantomai vera: la constatazione della mancanza del ruolo, nel mondo del calcio, dell'istruttore individuale. Da una attenta osservazione delle routine di allenamento effettuata sia nei contesti sportivi nazionali che internazionali, è apparso evidente come la cura del gesto tecnico fosse trascurata rispetto ad altri momenti dell'allenamento, che mettevano in gioco fisicità, forza e velocità, intelligenza tattica e altri fattori di natura caratteriale. Ma ancora di più ha colpito l'assoluta mancanza di un vero e proprio centro di formazione costruito attorno all'insegnamento della tecnica individuale nel gioco del calcio. In questo senso l'obiettivo di ISS è potenziare capacità, attitudini sportive e comportamentali di tutti gli atleti/e a cui si rivolge nella fascia di età compresa tra i 6 e i 20 anni, mediante programmi didattici differenziati e modulati secondo il livello di crescita o abilità raggiunti.
Inoltre Individual Soccer School propone a società calcistiche, dilettanti e professionistiche, una collaborazione tecnica con programmi specifici. Il corso di formazione per istruttori presenta una concreta opportunità di conoscere e condividere il metodo ISS mediante un programma specifico di preparazione teorica e sul campo.
Il centro di formazione annovera undici sedi distaccate in Italia e tre all'estero; è presente a Bassano del Grappa, Bolzano, Trento, Monza, Ornago, Trezzo sull'Adda, Olbia, Tempio Pausania, Charvensod, Ospedaletti, Palermo. In Francia a Quimper, in Repubblica Ceca a Brno e nel New South Wales (Australia) a Illawarra. ISS ha anche avviato un percorso rivolto a studenti-calciatori per l'assegnazione di borse di studio presso università statunitensi.
Nel corso della sua attività decennale sono stati più di 20.000 gli atleti/e che - grazie a stage, eventi, collaborazioni con società e percorsi individuali - hanno potuto giovarsi del metodo ISS. Di questi oltre 300 sono approdati a società professionistiche. Altrettanti sono stati gli istruttori formati tramite i corsi dedicati sopra citati.
SETTORE GIOVANILE E SCOLASTICO - Grande successo per la manifestazione organizzata dal Settore Giovanile e Scolastico per promuovere il calcio femminile
Erano quasi 450 le ragazze e i ragazzi che ieri mattina hanno partecipato ai Play Days #UnGiocoDaRagazze, mattinata organizzata dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC nell’ambito della Settimana europea dello sport per promuovere il calcio femminile e favorire l'attività tra ragazze, famiglie e società sportive del territorio. Un fiume di giovanissimi atleti, allegro e colorato, che ha “invaso” l’impianto sportivo della Sisport e si è divertito nei sei diversi giochi proposti dallo staff SGS, attività ludico-motorie sempre con il pallone tra i piedi.
RITA GUARINO TESTIMONIAL
Testimonial di eccezione Rita Guarino - icona del calcio italiano (più di 400 gol segnati in carriera) e attuale allenatrice della Juventus, con cui ha vinto due campionati in due stagioni - che con grande disponibilità ha parlato e giocato con le ragazze, firmato decine di autografi e posato per centinaia di foto.
IL SORRISO DI ALBERTO
Uno splendido esempio di calcio integrato è stato vissuto all’interno del Play Days #UnGiocoDaRagazze: per giocare insieme ad Alberto, ragazzo con disabilità motoria, le ragazze si sono adattate a svolgere le attività gattonando. Il sorriso di Alberto, che alla fine è stato premiato con un pallone ufficiale, ha raccontato meglio di mille parole il successo di questa mattinata di sport e integrazione.
WORKSHOP CON LE INSEGNANTI
Durante la manifestazione, mentre le ragazze e i ragazzi erano in campo a divertirsi, il coordinatore regionale SGS Luciano Loparco e Mirella Ronco, referente dell’attività scolastica, hanno incontrano le insegnanti delle classi intervenute per un workshop formativo, illustrando loro il fine educativo dei progetti del Settore Giovanile Scolastico.
Fonte: www.figc.it
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Torino, 4 Marzo 2017
In una sfida tra le due squadre che tutto sommato sulla carta si sarebbero equivalse, è stato il reparto offensivo del Victoria Ivest a fare la differenza: i padroni di casa, infatti, hanno mostrato una splendida sinergia tra gli attaccanti, che non ha lasciato scampo ad un Settimo comunque mai domo. La partita inizia in discesa per i locali, a cui bastano solo 8' per sbloccare l'incontro: Madonia raccoglie la sfera dal limite dell'area e con un gran tiro di controbalzo porta l'Ivest in vantaggio. Passano due minuti e gli ospiti pareggiano: calcio di punzione dalla distanza, Pisanu si avventa sulla sfera e porta il risultato sull'1-1
Nonostante la rete subita, l'Ivest non si scompone e trova nuovamente il vantaggio con Andreucci: i padroni di casa pungono di nuovo con una conclusione dalla distanza, tramite cui il numero 9 dell'Ivest trova la rete. Ad un minuto dal termine del primo tempo, sono ancora i ragazzi di Lentini a trovare la via del gol: la rete da cineteca è ad opera di Madonia, che effettua una conclusione a palombella dalla trequarti, sul quale il portiere del Settimo non può davvero nulla. Si va al riposo con il parziale sul 3-1, ma con la sensazione che le emozioni non siano di certo finite qui. Tuttavia, le due squadre giocano nella ripresa un calcio molto più accorto: non si registrano inizialmente occasioni degne di nota, con i padroni di casa che giostrano la sfera nella zona di centrocampo e legittimano il proprio vantaggio.
La partita si accende nel finale: al 16', è l'Ivest a rendersi pericoloso con un tiro di Andreucci che si perde di poco a lato, mentre al 20' il Settimo accorcia nuovamente le distanze grazie a Cuccurullo, che svetta più in alto di tutti in occasione di un calcio d'angolo e riporta ad uno lo scarto di gol tra le due squadre. La rete incassata avrebbe potuto spaventare i ragazzi di Lentini, ma in realtà succede tutt'altro: nell'ultima frazione, infatti, il Settimo è costretto a riversarsi in avanti per cercare la via del pareggio, ma sono i locali ad approfittarne e a chiudere i conti.
Dopo dieci minuti senza emozioni, è Madonia a calare il poker della sua squadra: il numero 11 dell'Ivest si porta a casa il pallone realizzando la propria tripletta personale, approfittando di un grande assist in profondità con Achik, che corona scavalcando Potuto con un morbido pallonetto. I ragazzi di Colangelo, a quel punto, restano un po' sulle gambe dopo aver giocato una partita di grande dispendio energetico e non riescono a creare occasioni per rientrare in partita. Anzi, sono proprio i padroni di casa a legittimare il proprio successo nel finale di gara: al 17', infatti, Asteriti giunge al limite dell'area, vede l'inserimento di Mirabella e lo serve con un ottimo assist in profondità, tramite cui proprio Mirabella batte Potuto per la quinta volta. Un minuto più tardi c'è spazio anche per la doppietta di Andreucci, il quale approfitta di una respinta corta dell'estremo difensore ospite per battere a rete e fissare il risultato definitivo sul 6-2.
IVEST - SETTIMO 6-2
I MARCATORI: pt 8' 19' Madonia(I), 10' Pisanu(S), 13' Andreucci(I); st 20' Cuccurullo(S); tt 12' Madonia (I), 17' Mirabella(I), 18' Andreucci(I)
LA FORMAZIONE DELL'IVEST: Ati Allah, Bonocore, Roma, Achik, Berinde, Marangio, Mirabella, Morino, Andreucci, Asteriti, Madonia, Memay, Favatà, Salvati. All. Lentini
LA FORMAZIONE DEL SETTIMO: Potuto, Cuiuli, Bargu, Zocco, Marcello, Pisanu, Borin, Logos, Cuccurullo, Lacovara, Titanio, Frulla, Minardi. All. Colangelo
Redazione
Torino, 4 Marzo 2017
Il Torino trionfa senza problemi in casa del malcapitato Pertusa: una vittoria larga, frutto di una chiara superiorità tecnica, che tuttavia non oscura una prestazione tutto sommato degna della squadra di casa che si è difesa con grinta e nel primo tempo non ha sofferto in maniera esagerata la furia granata. Una gara, giusto sottolinearlo, svoltasi in un clima disteso e sereno.
Nei primi minuti la partita è stranamente (visto il punteggio) equilibrata: il Torino mostra una supremazia territoriale, ma il Pertusa non appare in balìa dell’avversario ma anzi cerca di ripartire. Al 2’ punizione minacciosa di Massaro, palla che sfiora la traversa della porta torinese. Al 9’ episodio chiave della gara: rigore per il Pertusa per fallo di Eric Cafà su Boualam. Dal dischetto si presenta Massaro, che tira centralmente: il portiere del Toro para senza problemi. Da questo momento, il Torino prende sostanzialmente le redini dell’incontro. Al 13’ vantaggio granata con un pregevole colpo di testa di Ansari su cross baciato di Mengozzi. Al 18’ è già 2-0 con una solitaria sgroppata di Mengozzi sulla fascia sinistra: dribbling secco e conclusione di sinistro nell’angolino opposto.
Il secondo tempo vede da subito un Torino aggressivo e desideroso di fare bel gioco. Al 6’ arriva la terza rete con Bergese, che approfitta facilmente di un errore nel disimpegno avversario. All’8’ Borgo (protagonista di una tripletta) segna la quaterna, con un preciso colpo di testa. Tre minuti dopo anche l’attaccante Viberti si presenta all’appuntamento con il gol: azione orchestrata da Bergese e Ansari, conclusione affilata del bomber granata. Al 18’ la sesta rete: Borgo recupera palla a ridosso dell’area del Pertusa e scarica un destro implacabile. Un minuto dopo, infine, ancora Bergese arrotonda ulteriormente il punteggio, fissandolo su un tennistico 7-0.
Nell’ultima frazione il Pertusa, dopo un secondo tempo da incubo, cerca di scuotersi e di imbastire una pur minima forma di resistenza, cosa che gli riesce. Infatti, dopo aver subito ancora un gol di Borgo in apertura, i ragazzi di Pecorino riescono a chiudere meglio le linee tra difesa e centrocampo, mentre il Torino (forse appagato) si rilassa. I granata collezionano ancora occasioni con Bergese e Viberti, ma è il Pertusa a trovare il gol della bandiera al 14’: Massaro conclude addosso al portiere, Boualam si avventa sulla ribattuta e riesce a mettere la palla in rete. Un gol meritato per un Pertusa generoso fino alla fine.
PERTUSA - TORINO 1-8
I MARCATORI: pt 13' Ansari(T), 18' Mengozzi(T); st 6' 19' Bergese(T), 8' 18' Borgo(T), 11' Viberti(T); tt 5' Borgo(T), 14' Boualam(P)
LA FORMAZIONE DEL PERTUSA: Sibione, Rexhaj, Pizzullo, Pascarella, Naourak, Saggese, Fezulla, Musio, El Gueddari, Massaro, Boualam, All. Pecorino
LA FORMAZIONE DEL TORINO: D'Angelo, Ansari, Bendahane, Bergese, Borgo, Cafà, Alessandro, E. Cafà, Ciociola, Laureana, Mengozzi, Viberti, Strocco. All. Ferrero.
Redazione
Torino, 4 Marzo 2017
Ha voglia di rifarsi il Barcanova dopo l’amara sconfitta della scorsa giornata in casa della capolista La Chivasso, che si porta a +3 dai padroni di casa. Ma altrettanto affamata di vittoria è la Salus, ultima in classifica a 0 punti. Ne viene fuori una partita completamente a senso unico in cui i rossoblù esagerano seppellendo sotto ben diciannove gol i malcapitati ospiti che alla fine non possono far altro che inchinarsi alla netta superiorità degli avversari.
Fin dai minuti iniziali si mette decisamente a favore del Barcanova, che già al 2’ trova il goal del vantaggio con Sofian. I rossoblu partono con il piede sull’acceleratore e dopo appena due minuti tornano a rendersi pericolosi con un tiro a giro di Palazzo che azzecca la traiettoria e indirizza il pallone verso l’incrocio dei pali ma Cravero ci mette i pugni e respinge un pallone pericolosissimo. Nonostante la grande determinazione, faticano i ragazzi di Occhipinti a uscire dalla propria metà campo. Dal decimo in avanti è un vero e proprio attentato rossoblu con le reti di Cuccia, Russo, Vizzi e Palazzo. Si chiude con un parziale di 6 a 0 il primo tempo.
Ma la partita è ancora lunga e questo lo sa bene la Salus che alla ripresa entra in campo determinata a raddrizzare le sorti di una partita che sembra essersi messa proprio male per la squadra ospite. I ragazzi di mister Occhipinti provano a gestire di più il pallone a centrocampo ma il Barcanova, nonostante il netto vantaggio, non perde la concentrazione e parte aggressivo di nuovo con Palazzo, che prova la conclusione dalla distanza ma il pallone finisce a lato del primo palo di un soffio. Al 4’ arriva il goal di Gioia, il primo di una tripletta che in pochi minuti stordisce gli avversari. Ma il cuore della Salus è grande e la squadra prova la ripartenza con Pozzi, che con un’ampia cavalcata si dirige verso la porta ma al momento di concludere si lascia rubare il pallone dalla difesa avversaria. La Salus cerca di limitare i danni con Tiano che al 14’ salva sulla linea un goal praticamente già fatto di Zappetti, che si dispera per l’occasione sprecata. L’incubo però non è finito perché prima della fine del secondo tempo arrivano le reti di Palazzo e Burei, che chiudono la seconda parte di gara sul risultato di 11 a 0.
Il terzo e ultimo tempo però non si rivela troppo diverso dai precedenti con un predominio assoluto del Barca che però di fronte ha una squadra che con grande orgoglio cerca di combattere fino alla fine su ogni pallone. Particolarmente ammirevole è la disciplina in campo degli ospiti,che, nonostante il risultato, non perdono la calma e continuano a giocare nel rispetto delle regole e soprattutto dei compagni, senza interventi fallosi ai danni degli avversari. Questo però non basta a cambiare le sorti di una gara che vede nel terzo tempo andare in goal Gioia, Sofian, Russo, Cuccia e Biondo. Ammirevole però la grande professionalità dell’estremo difensore del Salus, che, nonostante si sia visto la porta invasa, continua a lottare per arrivare su ogni pallone, sostenuto anche dai compagni e soprattutto da Pozzi, che a fine gara, con atteggiamento magistrale, si apposta sulla linea difensiva per aiutare il compagno a contrastare il bombardamento avversario.
BARCANOVA - SALUS 19-0
I MARCATORI DEL BARCANOVA: pt 2' Sofian, 10' Cuccia, 13' 14' Vizzi, 18' Palazzo; st 4' 7' 10' Gioia, 16' Palazzo, 18' Burei; tt 3' 8' Gioia, 6' Sofian, 9' 17' 18' Russo, 11' Cuccia, 15' Biondo.
LA FORMAZIONE DEL BARCANOVA: Nardella, Sofian, Abate, Pappalardo, Vizzi, Zappetti, Burei, Gioia, Palazzo, Russo, Aveta, Biancolella, Gioannino, Cuccia, Biondo, Ballici. All. Caccialupi.
LA FORMAZIONE DEL SALUS: Cravero, Tiano, Valguarnera, Zicolillo, Romagnoli, Pojum, Pozzi, Muriglio, Renda, Russo, Giannullo, Longo, Blaga, Fallou. All. Occhipinti.
Redazione
Torino, 3 Dicembre
Incontro accesissimo tra Vanchiglia e Settimo, ma la festa, alla fine, spetta farla ai nove di Calò che si sono aggiudicati la vittoria del campionato. I padroni di casa dominano in campo sin dai primi minuti e subito si avvantaggiano. Dall'altra parte il Settimo non si scoraggia e cerca il pareggio, purtroppo l' imprecisione davanti al bersaglio lo condanna a far rimanere il suo risultato sullo zero, non sapendo dare conclusione alle sue trame di gioco. I minuti di gioco, dalla ripresa in poi, sono trascorsi con grande nervosismo da parte di tutti i partecipanti in campo, in panchina e in tifoseria. Il time out non ordinario, richiesto dal dirigente casalingo, nel quale raggruppava i giocatori e le panchine, doveva servire per placare gli animi e dare una svolta al ritmo di gioco pesante che si era creato, anche se questo non ha avuto il successo desiderato, e tra una protesta e l'altra si è giunti al triplice fischio.
Già dall'inizio gli esordienti di Calò si presentano davanti all'obiettivo e in cinque minuti Soro sigla il gol con un destro potente che si invola appena sotto l'incrocio. Il Settimo riparte in contropiede, ma le occasioni dei giovanissimi in trasferta sfumano una volta raggiunta la porta, infatti, le azioni da gol non centrano la rete e il portiere rimane ancora indisturbato.
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Nella ripresa il gioco diventa confuso, dopo qualche tentativo privo di conclusione per il Vanchiglia, Baiardi raddoppia il risultato con facilità grazie all'assist di Costanza. Da qui in poi il gioco si incattivisce e l'incontro diventa spezzettato e carico di tensione. In seguito a qualche fallo di gioco e di reazione tra i giocatori, con continue proteste nei confronti dell'arbitro, il dirigente granata decide di fermare il gioco per fare un discorso al fine di ripartire con un gioco più pulito, anche se poi le sue parole purtroppo non hanno avuto il seguito prospettato.
Nella terza fase, il gioco continua a non cambiare: dopo una prima parte a senso unico, sempre a favore dei nove granata, il Settimo dimostra la sua voglia di recupero, prima la punizione di Chirone, poi Carlini prende il pallino del gioco, avanza verso il bersaglio superando i contrasti, ma lo stesso finisce fuori campo insieme al pallone. Il Vanchiglia parte nuovamente in contropiede, ma il portiere ferma tra i suoi guantoni il destro di Ceraj prima della fine.
VANCHIGLIA-SETTIMO 2-0
I MARCATORI DEL VANCHIGLIA: pt 5' Soro; st 9' Baiardi
LA FORMAZIONE DEL VANCHIGLIA: Pastore, Maggio, Elia, De Andreis, Di Blasi, Ceraj, Paun, Amrhar, Baiardi, Costanza, Cellai, Roggero, Alpfa, Soro. All. Calò.
LA FORMAZIONE DEL SETTIMO: Mazzeo, Cantatore, Ferroni, Fiorito, Carlini, Donisi, Storniolo, Giovara, D'Arrando, Chirone, Usai, Capato. All. Gallo.
Redazione
La mamma è la mamma. Si sa. Ha un cuore grande, talmente grande che ci sta dentro di tutto: lavorare, stirare, cucinare, accudire i figli, vestirli, educarli, la scuola, curarli e soprattutto ha anche lo spazio per farci entrare il “pallone”.
Eh si, perché quando si ha un figlio che gioca al calcio i suoi impegni si moltiplicano: gli allenamenti e le cene fatte alle dieci di sera e poi a lavare i piatti, i pranzi domenicali divisi in due perché c’è la partita a mezzogiorno, controllare bene la divisa del calciatore, calzini, parastinchi, curargli le ferite e graffi, pomate da spalmare nelle ginocchia per le botte prese con relativa preoccupazione da portarlo in ospedale e quant’altro, ma soprattutto anche qui, calmare il marito/papà sempre teso e tifosissimo del proprio bambino che ne vede prodezze e miracolosi gol. E’ poi si sa, le mamme non capiscono niente di calcio perché sono donne. Questa è la sintesi maschilista dei papà che suddividono chi capisce di calcio e chi no. Ma ci sono mamme che sono peggio dei papà, anzi, li superano in tifo e aggressività. Ma sono in numero talmente ridotto che si potrebbero contare sulle dita di una mano.
Domenica mattina sono andato a vedere una partita di campionato Pulcini in un campo nella periferia est di Torino. Partita importante che vede i padroni di casa primi contro gli ospiti che sono secondi, quindi gara importante da vedere chi riuscirà a vincerla sarà vincitore sicuro del proprio girone. Seduto tra gli spalti vedo con sorpresa che oltre ai soliti papà già nervosi, ci sono tante mamme sedute in silenzio a guardare quel campo di terra, gibboso e pieno di buche, dove già immaginano il proprio figlio cadere e farsi male. Tra queste, ne noto una che in piedi guarda il proprio figlio che insieme alla squadra sta facendo riscaldamento. Tra gli esercizi che il “Mister” gli fa fare per “scaldarli”, ce nè uno che prevede far girare il braccio allungandolo. Sento improvvisamente questa mamma che dice con uno sguardo preoccupato:
<<Luca fai piano che lo stacchi quel braccio>>.
Naturalmente il bambino non la sente nemmeno preso com’è dal riscaldamento e dagli ordini che il Mister dice di fare. Inizia la partita, la mamma si siede con una sua amica vicino a me e la vedo preoccupata. Non guarda la partita ma il proprio bambino che gioca centravanti. Scontri tra giocatori come accade nel calcio e sobbalzi di cuore di mamma a vedere il proprio figlio volare per terra: <<Luca. Non ti fare male!!>>.
A un certo punto il bambino riesce a prendere una palla passata dal compagno, si invola verso la porta avversaria accompagnato dalle incitazioni dei tifosi che urlano “dai, dai tira”. Un calcio di destro ben assestato alla palla che passa il portiere ed entra in rete. “GOOOL”. Urla di gioia. Vedo istintivamente la mamma che non si scompone, ma sento un “Bravo Luca” uscire tiepidamente dalla sua bocca.
Io mi avvicino e gli faccio i complimenti per il gol che suo figlio ha fatto, davvero bello. Lei quasi timidamente mi ringrazia.
La partita va avanti con gol da entrambi le parti, bella gara e divertimento assicurato.
Sento la mamma che dice alla sua amica seduta accanto, che devono andare al mercato a fare la spesa.
<<Speriamo di non fare tardi se no al banco della frutta non troviamo nulla>> dice preoccupata.
<< Ho preso delle mele buonissime sabato scorso. Le ho pagate un euro al kilo. Erano buone.
Devo prendere le banane per Luca a lui piacciono moltissimo>> ecc.
E tutti questi discorsi mentre tutto intorno è un delirio di urla, imprecazioni e anche qualche offesa, la solita tanto per cambiare.
Eh si cari papà da divano e campi di calcio, perché sia che si sia vinta o persa una partita di pallone, c’è da fare la spesa c’è da far mangiare la famiglia, c’è da pensare cosa comprare e cosa cucinare, e il cuore di una mamma è talmente grande che sia deve avere lo spazio anche per queste cose più importanti che una partita di pallone.
Siamo al terzo tempo, quasi alla fine e senza che la mamma se ne accorga anche se non distoglie lo sguardo dal proprio figlio che sta giocando, arriva un rigore per la sua squadra e se ne accorge dalle urla dei papà inviperiti e dagli altri papà contenti del rigore. Sul dischetto va il proprio figlio. E mentre la mamma sta pensando a cosa comprare al mercato e cosa cucinare a pranzo: Rincorsa, tiro e parata del portiere che respinge. Sugli spalti apriti cielo! Sento un sussulto quando la mamma guardando l’orologio dice alla sua amica:
<<Eh beh, cosa vuoi che sia non ha fatto gol. E’ stato bravo il portiere. Non è mica la fine del mondo>>.
No mamma non è la fine del mondo. Sono d’accordo con te. Un calcio ad un pallone e mi sono divertito lo stesso. C’è da pensare a come calmare l’amarezza con un buon pranzo, da pulire calzini, pantaloncini, mettere in moto lavatrici e usare saponi, pensare a fargli fare i compiti, a comprargli pantaloni e da vestire. C’è da pensare a una squadra più importante: La famiglia.
Si cara mamma sono d’accordo con te, bisogna fare presto la doccia perché c’è da andare a comprare le banane per il tuo Luca, da preparare il sugo che piace a tuo marito, da portare avanti una casa e poi Lunedì c’è da ritornare a lavorare e una nuova settimana di lavatrici.
Per i tifosissimi ed eccellenti conoscitori di calcio, segnalo che Lunedì tutti i giornali d’Italia, hanno riportato la notizia che un ragazzino di poco più 12 anni ha sbagliato volutamente un rigore mandando la palla fuori, perché a suo avviso il rigore non c’era. Ha ricevuto gli applausi di tutto il paese, dalla federazione ai giornali, perfino dallo stesso arbitro che poi a fine partita aveva ammesso di aver sbagliato, è diventato l’eroe nazionale dello sport e del Fair Play, tutti ne hanno parlato del bel comportamento e della lezione di sport che un ragazzino ha dato a tutti quei papà esagitati che ogni domenica si “esibiscono” nelle gradinate di tutta Italia.
Sicuramente la sua mamma era impegnata a fare la spesa al supermercato!
La redazione (AM)
Tutti noi abbiamo letto e sentito, come ha riportato il giornale “La Stampa” Domenica 8 Aprile, di quanto è successo sabato scorso a Venaus nella partita di campionato degli Esordienti 2006 tra i locali e la squadra del Lascaris, per colpa delle intemperanze (!!??) di un Papà, offese anche verso il proprio figlio, verso l’arbitro e sfiorando la rissa, la partita è stata sospesa e il Mister del Venaus che ritira la squadra dal campo.
Bene hanno fatto le due società nell’agire così e nel denunciare pubblicamente questo grave episodio che ha fatto il “Giro D’Italia”.
Il più grande dolore lo avranno provato quei bambini in campo, dove ancora per colpa di un genitore, è stato tolto loro l’unico divertimento e la gioia di giocare una partita di pallone al di là del risultato. Non voglio entrare nello specifico, già ampiamente se ne è discusso, ma voi sapete quanto io abbia denunciato il comportamento violento dei genitori, del loro modo di fare, della gioia che viene tolta ai bambini per via delle urla dalle gradinate e dall’eccessiva esasperazione che c’è nel calcio giovanile, raccontando le domeniche sui campi di periferia delle scuole calcio. Così come ho raccontato il comportamento “sano” ed esemplare di tanti e tanti Papà, vedendoli di persona èenon inventati, parlando con loro e cercando di narrare un calcio, quello dei bambini, diverso, più sano senza scorie di esasperazione delle società, dei tecnici e addetti ai lavori.
Ciò che mi ha sorpreso, invece, è stato il commento di alcuni tra giornali sportivi è addetti ai lavori:
<<Si è da condannare. Ma è un gesto isolato che non deve fare di tutta un’erba un fascio>>.
Ah si. Non si deve fare tutto un fascio d’erba? Ancora sul giornale “La Stampa” di Martedì 10 Aprile, si legge che un arbitro durante una partita nel campionato di Terza Categoria in provincia di Alessandria è stato preso a pugni da un giocatore che aveva espulso poco prima. Un caso isolato lo chiamano loro!
Uno strano paese il nostro. Se si potesse fare la rassegna stampa di tutti i giornali locali e di periferia da Agrigento sino a Trieste, leggeremmo che episodi del genere succedono tutte le domeniche. Solo che pochi finiscono nelle cronache nazionali. E allora si cerca sempre di minimizzare perchè il “baraccone” del calcio giovanile deve andare avanti, l’industria nazionale del pallone dei bambini deve essere superiore alle risse, feriti, offese, il togliere dal campo una squadra e via discorrendo. Fino a quando non ci scapperà il morto e allora apriti cielo: denunce attorno a tavoli quadrati e ovali, esperti di calcio e di educazione nelle TV a sciorinare teorie e soluzioni.
Oramai le gradinate dei campi sono diventati dei “Colossei” dove ognuno, pagando naturalmente 5 Euro, può diventare una belva con diritto di offendere chiunque, bambini compresi, e fare a pugni per un rigore non dato, per ritornare poi “normale” appena l’arbitro, se ancora è sopravvissuto, fischia il triplice fischio finale ponendo fine allo sfogo domenicale dei genitori.
Davvero uno strano paese il nostro, dove non importa se ancora non c’è un Governo, se milioni di disoccupati non riescono a sfamare le proprie famiglie e devono fare i salti triplici mortali per pagare la rette del calcio al proprio bambino, dove il lavoro è diventato il miraggio in un deserto di promesse, dove la criminalità spicciola la fa da padrone e ci costringe a rinchiuderci, dove la tensione sociale è talmente alta che le lampadine si potrebbero accendere da sole, dove le famiglie sono stritolate da un costo della vita sempre più inaccessibile per tanti e i sacrifici non bastano più. No! Il calcio non si tocca. Non si deve toccare. E’ il motore dell’Italia, lo sfogo dei disoccupati e delle famiglie in difficoltà.
Lasciamoli sfogare sulle tribune così dimenticano le promesse non mantenute, il lavoro che non c’è e poco importa se i bambini non si divertono più: l’importante è far credere e incassare la retta della scuola calcio.
Io appartengo ad un’altra generazione, quelli degli anni sessanta, dove si giocava al pallone ci si divertiva senza borsoni, scuole calcio, allenatori e giornali che parlavano di noi, ma soprattutto senza questa pressione di eccessivo protagonismo, del troppo denaro che gira intorno e dei risultati che oggi si chiedono ai bambini che si vogliono solo divertire.
Allora dico: Fermiamo questo calcio giovanile. Questo modello non va.
Troppi interessi economici, sponsor che vogliono i risultati così come le vogliono le scuole calcio, troppa esasperazione che toglie il divertimento, troppe partite dove ai “campionati” si aggiungono gli infiniti tornei, dove anche lì gira parecchio denaro tra società, quadrangolari, rettangolari e rotondi, facendo giocare fino a quattro partite in due giorni a bambini stanchi e arrabbiandosi se poi non portano il risultato a casa. Troppi interessi che girano sulle ignare spalline di questi bambini è troppi arricchimenti, tante prese in giro e promesse di un futuro campione, costi esorbitanti per le famiglie già in forte difficoltà.
Basta con le riunioni tecniche i primi e i secondi gruppi nelle scuole calcio, che già dividono i bravi e i meno bravi, alimentando così le urla dei genitori e le risse domenicali. E potrei andare avanti così ad elencare i troppi e tanti mali che giustificherebbero lo “stop” di questo insostenibile mondo del calcio giovanile.
Purtroppo la Federazione Dilettanti, seppur apprezzando qualche iniziativa lodevole, appare sorda e rivolta ad altri problemi interni a loro stessi, che sono poi sempre problemi economici, politici e di comando in uno sport che sempre più vede allontanare le famiglie. Per questo io ho deciso di non seguire più il calcio ufficiale e andare in giro nei parchi e nei cortili a vedere il “vero” calcio dei ragazzini. Il vero divertimento.
A contraltare a tutto questo, leggo sempre sul quotidiano “La Stampa” di Lunedì 9 Aprile, che a Lecco c’è una squadra di ragazzini e bambini che gioca solo amichevoli! Una iniziativa presa da un Papà, Dario Bolis di 48 anni, stanco anche lui di tutto questo pazzo mondo privo di divertimento, che ha raccolto con l’approvazione dei genitori anche loro stanchi di questa esasperazione calcistica, un gruppo di ragazzini adolescenti formando una squadra di calcio, telefonando alle squadre giovanili del territorio e chiedendo se vogliono fare una amichevole con loro:
<Vi va di giocare una partita con noi>>?
Naturalmente nel loro campo perché privi di attrezzature tanto gli allenamenti non servono, muovendosi con le macchine dei genitori nei campi altrui. Le maglie non servono ci si cerca di vestire simili allo stesso colore scelto il Bordò. La foto di rito è sempre diversa perché la formazione è soggetta alla disponibilità del momento. Giocano e si divertono. Non serve il risultato ma è calcio vero. Il divertimento consiste nel giocare una partita di calcio senza classifiche, articoli di giornali che parlino di loro, dove le convocazioni sono le più democratiche esistenti: Chi c’è oggi?
La redazione (AM)