PANCHINA - Cambia l’allenatore dopo la sconfitta subita dal Chieri. Il presidente Luca Atzori: “Idee diverse, meglio interrompere subito”
Andrea Gnan torna sulla panchina del Chisola, l’avventura di Fabrizio Oranges si ferma dopo due sole partite del campionato nazionale Under 19. È questo il riassunto di quanto avvenuto a Vinovo in seguito alla sconfitta casalinga subita dal Chieri.
“Le idee di Oranges non erano compatibili con le nostre - spiega il presidente Luca Atzori - per cui, a malincuore, abbiamo deciso di interrompere subito la collaborazione. Ringrazio il mister per l’impegno profuso e gli auguro il meglio per la sua carriera, sono sicuro che troverà la dimensione giusta per esprimere tutte le sue potenzialità. Per noi l’Under 19 è un serbatoio fondamentale, basti pensare che questa settimana in serie D ben due 2006 hanno giocato titolari, è il nostro futuro”.
Torna quindi in sella Andrea Gnan, che nella scorsa stagione aveva ottenuto ottimi risultati (quarto posto e playoff sfumati solo per la regola degli 8 punti di differenza dalla terza), con cui si era consumata una rottura forse troppo frettolosa a inizio settembre.
PULCINI 2014 - Tra le dilettanti, raggiungono la fase finale il Chisola e i padroni di casa dell’Alpignano
L’Empoli si è confermato campione del Gallia Tournament, manifestazione organizzata dall’Alpignano per la categoria dei Pulcini 2014. Dopo il successo della prima edizione, i toscani si sono imposti in un super torneo cui hanno partecipato ben 30 società in arrivo da tutta Italia, oltre che dalla Francia alla Svizzera, con quasi 500 atleti che hanno incrociato i tacchetti sui campi dell’impianto sportivo “Allende”.
Alle spalle dell’Empoli si è piazzato l’Albinoleffe, terzo posto per l’Hellas Verona, quarto classificato il Pisa. Ottime anche le prestazioni offerte da Parma, Spezia e Juventus, dal Chisola e dai padroni di casa dell’Alpignano, che hanno raggiunto le fasi finali del torneo
PANCHINA - Il direttore tecnico Vincenzo Manzo si è assicurato l’esperto allenatore, che aveva appena lasciato l’RWC Lucento, e gli ha affidato il gruppo del 2011
Non poteva rimanere senza panchina a lungo, un allenatore come Paolo Petrucci, fresco di divorzio dall’RWC Lucento Stars per questioni logistiche (qui la spiegazione). Il colpaccio lo ha messo ha segno Vincenzo Manzo, direttore tecnico del Vanchiglia, che gli ha affidato la squadra Esordienti, un gruppo in cui la società granata crede molto, con la prospettiva di accompagnare i ragazzi del 2011 nell’ultimo passaggio verso il calcio “vero”, ovvero il salto da 9 a 11 giocatori.
Un percorso che Petrucci aveva già fatto a Venaria, in una delle tappe della sua ormai quasi trentennale carriera, che lo ha visto allenare in piazze importanti come Victoria Ivest, J Stars (con due vittorie dei campionati regionali), Atletico Torino e appunto Venaria.
GIUDICE SPORTIVO - Squalificato fino al 2025 il calciatore Lorenzo Marrone “per condotta violenta nei confronti del direttore di gara, colpito, al termine della partita, con un pugno al fianco, sferrato mentre l'arbitro era voltato di spalle”. Il presidente Franco Porta protesta: “Nessuno ha visto quel pugno, semplicemente perché non c'è stato. E comunque, se era di spalle come ha fatto a vedere chi è stato? Punizione assurda per il ragazzo e per la società, faremo ricorso in ogni sede”
Due anni di squalifica per un giocatore e una serie di sanzioni che mettono a rischio la partecipazione al prossimo campionato regionale: è la “mazzata” arrivata sul Pozzomaina Under 16 dalle sanzioni del Giudice sportivo (basate esclusivamente sul referto dell’arbitro, è bene ricordarlo), in seguito alla partita persa 3-1 sul campo del Vanchiglia nella prima giornata del campionato regionale.
Ecco cosa si legge sul Comunicato ufficiale:
Una serie di squalifiche che, come dicevamo, rischiano di escludere il Pozzomaina dal prossimo campionato regionale, sanzione che scatta al raggiungimento dei 100 punti in coppa disciplina: la somma dopo la prima giornata arriva già a 66.
Ma il Pozzomaina non ci sta e farà ricorso in tutte le sedi opportune. Ad esprimere la voce della società è direttamente il presidente, Franco Porta: “La premessa è che il nostro mister e i nostri giocatori hanno sbagliato a protestare, gliel’ho già detto e lo ripeto pubblicamente, ma le sanzioni sono quantomeno esagerate. Il pugno di cui si parla nel referto il ragazzo dice di non averlo dato, e comunque non l'ha visto nessuno, neanche i dirigenti del Vanchiglia, che si sono detti disponibili a testimoniarlo. Speriamo che ci sia un video che chiarisca ogni dubbio. Nel referto si parla di un pugno sul fianco, dato all'arbitro quando era girato di spalle. A parte che l'arbitro non si è accasciato, non ha mostrato nessun segno di dolore, ma io mi domando: come fa a sapere chi è stato a dare quel misterioso pugno? Ha gli occhi dietro la testa? Eppure dovrebbe esserci la certezza per comminare una sanzione così pesante. Due anni di squalifica a un ragazzo del 2008, che non ha fatto niente, vuol dire buttarlo in strada. Ma che senso ha? E si penalizza in modo esagerato anche una società, che lavora tutti i giorni per togliere quei ragazzi dalla strada, perché tutte quelle squalifiche significano la pressoché certa esclusione dai regionali. Per tutte queste ragioni faremo ricorso e andremo fino in fondo a questa faccenda”.
INTERVISTA - Oltre alla sede centrale del Musiné Sport Village di Pianezza, la ISS ha 20 sedi in tutta Italia e qualche punto all’estero, si avvale di 80 istruttori e allena almeno tremila ragazzi e ragazze ogni anno. Il segreto? «Il nostro metodo di allenamento che ti porta fino alla partita, la correzione analitica del gesto, la voglia costante di crescere e migliorarsi» spiega Piras, che gestisce la scuola insieme a Enzo Friso
Due settimane fa, precisamente il 10 settembre 2023, l’ISS - Individual Soccer School ha festeggiato il suo 13esimo compleanno. «Quando siamo partiti, tutti mi dicevano “tanto non funziona”. E invece siamo ancora qui, abbiamo 20 sedi in Italia e qualche punto all’estero, in cui lavorano più di 80 istruttori e si allenano almeno tremila ragazzi e ragazze all’anno». Numeri impressionanti, che raccontano la crescita della scuola di perfezionamento individuale gestita da Giordano Piras ed Enzo Friso, che ha la sua sede centrale al “Musinè Sport Village” di Pianezza: «Oggi siamo un modello vincente».
Giordano, facciamo un po’ di storia. Raccontaci come è nato l’ISS.
«Ho iniziato a fare allenamenti individuali con Alberto Lampo, Rita Guarino, Patrizio Sala e Teo Coppola, mio amico d’infanzia, in quella che è stata la prima scuola in tutta Italia a insegnare calcio a livello individuale, la IFC. Questo mondo mi ha subito affascinato, per cui ho deciso di aggiornarmi e sono andato in giro per l’Europa per vedere come lavoravano e capire cosa mancava qui in Italia: Real Madrid, Barcellona, Ajax, Porto, sono andato a studiare dai migliori. E ho visto migliaia di video di gesti tecnici, cercando di capire come scomporre, e quindi come insegnare, ogni singolo gesto. Quello che oggi si vede nei video su Instagram e Tik Tok, noi lo facciamo da sempre. Siamo partiti con l’Individual Soccer School 13 anni fa, sul campo di Tetti Neirotti a Rivoli, eravamo io, Dennis Sanseverino e Tatiana Zorri. Enzo Friso è entrato un paio di anni dopo, oggi siamo noi due i responsabili dell’ISS. Da due anni abbiamo aperto anche l’ISS Women, progetto cui crediamo molto e che ci sta dando grandi soddisfazioni».
Dove si trovano le sedi dell’Individual Soccer School?
«Già nel 2011 siamo entrati al “Musinè Sport Village” di Pianezza, questa è la nostra casa, qui nascono e si sviluppano le nuove idee, qui teniamo i corsi per i nostri istruttori, oltre a fare tantissimi allenamenti individuali. Ma ci siamo diffusi in tutta Italia: abbiamo quattro sedi in Lombardia, tre in Veneto di cui una dedicata al femminile, due in Trentino, due in Alto Adige, una in Emilia-Romagna, in Liguria e in Valle d’Aosta, poi due in Sardegna e altre quattro in Sicilia. E poi abbiamo delle sedi all’estero, una fissa in Francia a Quimper, altre itineranti dove andiamo a fare campus che durano un paio di mesi, in Repubblica Ceca e in Australia».
Prossime tappe?
«Le prossime aperture saranno a Roma e negli Stati Uniti, una sede fissa nel Tennessee: ci siamo quasi, ma ne parleremo a tempo debito. E continuiamo, io ed Enzo, ad andare in giro per rimanere aggiornati: i prossimi viaggi in programma sono al Manchester City, al Mainz dove un nostro ex istruttore - Luca Saltuari - è diventato responsabile dell’attività di base, e al Red Bull Salisburgo, loro sono avanti anni luce. La ricerca e la formazione continua sono uno dei nostri segreti».
Diamo i numeri: quanti istruttori, quanti allievi.
«Difficile fare un conto preciso, perché c’è grande turnover. Diciamo che attualmente utilizziamo almeno 80 istruttori tra tutte le nostre sedi, la cosa importante è che sono tutti formati nella nostra scuola. Devono conoscere perfettamente il metodo di lavoro e la filosofia di ISS prima di scendere in campo con i ragazzi. Contare gli allievi è ancora più difficile: nell’arco di una stagione, tra i percorsi stagionali di allenamento, gli stage invernali ed estivi, gli eventi, girano nel mondo ISS almeno tremila bambini e ragazzi. In 13 anni saranno stati 25mila in tutto, visto che all’inizio erano un po’ meno».
Come si spiegano questi numeri clamorosi, qual è la differenza tra la vostra e le altre scuole di allenamento individuale, che ormai sono tantissime?
«Noi insegniamo la gestualità in una progressione che ti porta fino alla partita. Il nostro metodo non è fine a sé stesso, ma ti porta nelle situazioni di gioco. Insegniamo il gesto tecnico in rapporto alle situazioni che si possono creare in partita: se ti attaccano da una parte o dall’altra, se ti tirano la maglia, se ti saltano sopra… Tutti scompongono il gesto tecnico per insegnarlo e perfezionarlo, dall’inizio alla fine. Noi invece partiamo dalla fine, dalla partita. Prendiamo il gesto visto fare in partita e lo scomponiamo fino alla base. Non è facile da spiegare a parole, è molto più chiaro sul campo, ma questa è la base della nostra metodologia. Utilizziamo, come altri, il metodo 1 contro 1, un istruttore per un giocatore, ma ci differenziamo per la correzione analitica del gesto, fino al dettaglio: come toccare la palla, il movimento del corpo, sempre - ripeto - in rapporto alla partita».
La concorrenza in costante aumento vi disturba?
«No, anzi, per noi è un bene: più scuole ci sono, più crescono i nostri numeri. Tutti i ragazzi ormai vogliono fare gli individual e i nostri allievi continuano ad aumentare. Bene così».
In questi 13 anni, com’è cambiato il lavoro dell’Individual Soccer School?
«A livello tecnico ovviamente ci siamo evoluti e continuiamo ad evolverci giorno dopo giorno, quando non saremo più curiosi e non avremo nuove idee, sarà il momento di smettere. La filosofia di fondo, ovvero insegnare calcio, gesto tecnico e tattica, a livello individuale, rimane la stessa, ma perfezioniamo ogni giorno il nostro metodo, che ci permette di ottenere risultati soddisfacenti dentro e fuori dal campo. I cambiamenti più grandi ci sono stati dal punto di vista organizzativo, siamo passati da 3 istruttori e 13 bambini a quello che siamo adesso…»
E come sono cambiati, in questo decennio, i giovani calciatori e i loro genitori?
«I ragazzi, che prima veniva per imparare a giocare a calcio, adesso vengono perché vogliono diventare giocatori professionisti. La media nazionale dice che ce la fa uno ogni 13mila. Da noi la media è un po’ più alta, visto che ne contiamo una ventina sui 3mila di cui parlavamo prima, ma il discorso non cambia: noi garantiamo il miglioramento dei nostri allievi, non certo che diventino professionisti. Migliorare dà sicurezza, autostima, aiuta nei rapporti con i compagni di squadra, fa crescere non solo nel calcio ma nella scuola e nella vita di tutti i giorni. Nei nostri allenamenti il cervello lavora velocemente, devi ricordare un sacco di gesti e di movimenti, devi credere in te stesso. Ma non vendiamo illusioni: tanti ragazzi credono che venendo da noi diventeranno professionisti, ma non è così».
E i genitori?
«Il discorso è simile. Tanti pretendono troppo dai figli, mettono loro una pressione che li condiziona e li spaventa. Comunque, non bisogna mai dimenticare che il calcio è un gioco».
INTERVISTA - Oltre alla sede centrale del Musiné Sport Village di Pianezza, la ISS ha 20 sedi in tutta Italia e qualche punto all’estero, si avvale di 80 istruttori e allena almeno tremila ragazzi e ragazze ogni anno. Il segreto? «Il nostro metodo di allenamento che ti porta fino alla partita, la correzione analitica del gesto, la voglia costante di crescere e migliorarsi» spiega Piras, che gestisce la scuola insieme a Enzo Friso
Due settimane fa, precisamente il 10 settembre 2023, l’ISS - Individual Soccer School ha festeggiato il suo 13esimo compleanno. «Quando siamo partiti, tutti mi dicevano “tanto non funziona”. E invece siamo ancora qui, abbiamo 20 sedi in Italia e qualche punto all’estero, in cui lavorano più di 80 istruttori e si allenano almeno tremila ragazzi e ragazze all’anno». Numeri impressionanti, che raccontano la crescita della scuola di perfezionamento individuale gestita da Giordano Piras ed Enzo Friso, che ha la sua sede centrale al “Musinè Sport Village” di Pianezza: «Oggi siamo un modello vincente».
Giordano, facciamo un po’ di storia. Raccontaci come è nato l’ISS.
«Ho iniziato a fare allenamenti individuali con Alberto Lampo, Rita Guarino, Patrizio Sala e Teo Coppola, mio amico d’infanzia, in quella che è stata la prima scuola in tutta Italia a insegnare calcio a livello individuale, la IFC. Questo mondo mi ha subito affascinato, per cui ho deciso di aggiornarmi e sono andato in giro per l’Europa per vedere come lavoravano e capire cosa mancava qui in Italia: Real Madrid, Barcellona, Ajax, Porto, sono andato a studiare dai migliori. E ho visto migliaia di video di gesti tecnici, cercando di capire come scomporre, e quindi come insegnare, ogni singolo gesto. Quello che oggi si vede nei video su Instagram e Tik Tok, noi lo facciamo da sempre. Siamo partiti con l’Individual Soccer School 13 anni fa, sul campo di Tetti Neirotti a Rivoli, eravamo io, Dennis Sanseverino e Tatiana Zorri. Enzo Friso è entrato un paio di anni dopo, oggi siamo noi due i responsabili dell’ISS. Da due anni abbiamo aperto anche l’ISS Women, progetto cui crediamo molto e che ci sta dando grandi soddisfazioni».
Dove si trovano le sedi dell’Individual Soccer School?
«Già nel 2011 siamo entrati al “Musinè Sport Village” di Pianezza, questa è la nostra casa, qui nascono e si sviluppano le nuove idee, qui teniamo i corsi per i nostri istruttori, oltre a fare tantissimi allenamenti individuali. Ma ci siamo diffusi in tutta Italia: abbiamo quattro sedi in Lombardia, tre in Veneto di cui una dedicata al femminile, due in Trentino, due in Alto Adige, una in Emilia-Romagna, in Liguria e in Valle d’Aosta, poi due in Sardegna e altre quattro in Sicilia. E poi abbiamo delle sedi all’estero, una fissa in Francia a Quimper, altre itineranti dove andiamo a fare campus che durano un paio di mesi, in Repubblica Ceca e in Australia».
Prossime tappe?
«Le prossime aperture saranno a Roma e negli Stati Uniti, una sede fissa nel Tennessee: ci siamo quasi, ma ne parleremo a tempo debito. E continuiamo, io ed Enzo, ad andare in giro per rimanere aggiornati: i prossimi viaggi in programma sono al Manchester City, al Mainz dove un nostro ex istruttore - Luca Saltuari - è diventato responsabile dell’attività di base, e al Red Bull Salisburgo, loro sono avanti anni luce. La ricerca e la formazione continua sono uno dei nostri segreti».
Diamo i numeri: quanti istruttori, quanti allievi.
«Difficile fare un conto preciso, perché c’è grande turnover. Diciamo che attualmente utilizziamo almeno 80 istruttori tra tutte le nostre sedi, la cosa importante è che sono tutti formati nella nostra scuola. Devono conoscere perfettamente il metodo di lavoro e la filosofia di ISS prima di scendere in campo con i ragazzi. Contare gli allievi è ancora più difficile: nell’arco di una stagione, tra i percorsi stagionali di allenamento, gli stage invernali ed estivi, gli eventi, girano nel mondo ISS almeno tremila bambini e ragazzi. In 13 anni saranno stati 25mila in tutto, visto che all’inizio erano un po’ meno».
Come si spiegano questi numeri clamorosi, qual è la differenza tra la vostra e le altre scuole di allenamento individuale, che ormai sono tantissime?
«Noi insegniamo la gestualità in una progressione che ti porta fino alla partita. Il nostro metodo non è fine a sé stesso, ma ti porta nelle situazioni di gioco. Insegniamo il gesto tecnico in rapporto alle situazioni che si possono creare in partita: se ti attaccano da una parte o dall’altra, se ti tirano la maglia, se ti saltano sopra… Tutti scompongono il gesto tecnico per insegnarlo e perfezionarlo, dall’inizio alla fine. Noi invece partiamo dalla fine, dalla partita. Prendiamo il gesto visto fare in partita e lo scomponiamo fino alla base. Non è facile da spiegare a parole, è molto più chiaro sul campo, ma questa è la base della nostra metodologia. Utilizziamo, come altri, il metodo 1 contro 1, un istruttore per un giocatore, ma ci differenziamo per la correzione analitica del gesto, fino al dettaglio: come toccare la palla, il movimento del corpo, sempre - ripeto - in rapporto alla partita».
La concorrenza in costante aumento vi disturba?
«No, anzi, per noi è un bene: più scuole ci sono, più crescono i nostri numeri. Tutti i ragazzi ormai vogliono fare gli individual e i nostri allievi continuano ad aumentare. Bene così».
In questi 13 anni, com’è cambiato il lavoro dell’Individual Soccer School?
«A livello tecnico ovviamente ci siamo evoluti e continuiamo ad evolverci giorno dopo giorno, quando non saremo più curiosi e non avremo nuove idee, sarà il momento di smettere. La filosofia di fondo, ovvero insegnare calcio, gesto tecnico e tattica, a livello individuale, rimane la stessa, ma perfezioniamo ogni giorno il nostro metodo, che ci permette di ottenere risultati soddisfacenti dentro e fuori dal campo. I cambiamenti più grandi ci sono stati dal punto di vista organizzativo, siamo passati da 3 istruttori e 13 bambini a quello che siamo adesso…»
E come sono cambiati, in questo decennio, i giovani calciatori e i loro genitori?
«I ragazzi, che prima veniva per imparare a giocare a calcio, adesso vengono perché vogliono diventare giocatori professionisti. La media nazionale dice che ce la fa uno ogni 13mila. Da noi la media è un po’ più alta, visto che ne contiamo una ventina sui 3mila di cui parlavamo prima, ma il discorso non cambia: noi garantiamo il miglioramento dei nostri allievi, non certo che diventino professionisti. Migliorare dà sicurezza, autostima, aiuta nei rapporti con i compagni di squadra, fa crescere non solo nel calcio ma nella scuola e nella vita di tutti i giorni. Nei nostri allenamenti il cervello lavora velocemente, devi ricordare un sacco di gesti e di movimenti, devi credere in te stesso. Ma non vendiamo illusioni: tanti ragazzi credono che venendo da noi diventeranno professionisti, ma non è così».
E i genitori?
«Il discorso è simile. Tanti pretendono troppo dai figli, mettono loro una pressione che li condiziona e li spaventa. Comunque, non bisogna mai dimenticare che il calcio è un gioco».
INTERVISTE - Il responsabile di Primi calci e Piccoli Amici della Juventus: “Clima divertente, ovunque ti giri vedi calcio, gesti tecnici anche importanti e il piacere di giocare che ai piccoli non manca mai”. Mattia Briozzo, allenatore Genoa: “Siamo all’inizio del nostro percorso, giocare con questa intensità ci fa migliorare”. “Grazie a questi tornei, usciamo dai confini della nostra provincia e abbiamo una finestra internazionale a pochi passi da casa” spiega il presidente dei Diavoletti Vercelli, Alessandro Scheda
Marco Battaglia, storico istruttore della Juventus che da questa stagione è il responsabile di Primi calci e Piccoli Amici, ha in mano un portacenere decorato con motivi arabeggianti, omaggio del Pakhtakor, la squadra dell’Uzbekistan che, tra parentesi, si è tolto la soddisfazione di battere i bianconeri per 1-0. Un pensiero che racconta lo spirito di condivisione e amicizia che ha caratterizzato la giornata di gare.
“Noi partecipiamo - spiega - con i ragazzi più piccoli, a questa età un anno di differenza si fa sentire, dal punto di vista fisico ma anche dell’approccio, dell’abitudine alla partita. È quello che serve per farli crescere. I nostri sono ragazzi tecnicamente validi, non è prioritario che siano grandi e grossi, l’importante è che abbiano il “motore”, la forza per giocare a calcio. Giocare partite vere, contro avversari che ti mettono in difficoltà, alternando campi sintetici e in erba naturale, è quello che serve per farli migliorare”.
Poi un pensiero generale sul torneo organizzato da BeKings: “Una bella manifestazione - continua Battaglia - c’è un clima divertente, ovunque ti giri vedi calcio, gesti tecnici anche importanti, vedi alcuni bambini che hanno il calcio nelle vene e, in tutti, il piacere di giocare che ai piccoli non manca mai. Dobbiamo essere bravi noi ad alimentare questa loro passione e non fargli perdere mai la voglia di giocare divertendosi, perché il calcio è un gioco e deve rimanere tale: il segreto è tutto qui. Magari qualcuno di loro diventerà un professionista, lo auguro a tutti, ma non deve mai perdere l’essenza e il piacere del gioco del calcio”.
MATTIA BRIOZZO, GENOA: “SQUADRA TUTTA NUOVA, TEST IMPORTANTE PER MIGLIORARE”
Mattia Briozzo, allenatore del Genoa, commenta l’esperienza a Caselle dei giovani Grifoni: “Questa è una squadra tutta nuova, costruita quest’anno tramite un’attenta selezione sul territorio, annate più piccole non ne abbiamo. E questo è il primo torneo in assoluto che giocano con questa maglia, abbiamo iniziato la stagione solo due settimane fa. Siamo all’inizio del nostro percorso, questi ragazzi sono abituati ad essere i più bravi tra i dilettanti, ma rappresentare una società prestigiosa come il Genoa è tutta un’altra cosa. Il livello tecnico di questo torneo è alto, anche a livello fisico le squadre sono toste, si gioca con grande intensità, noi su questo aspetto siamo un po’ indietro. Ma sappiamo cosa fare, cosa dobbiamo migliorare e come dobbiamo lavorare: già la settimana prossima avremo un altro test importante qui a Torino, in un altro torneo organizzato da BeKings (la Mini Top League, in programma sul campo del Carrara, ndr)”.
ALESSANDRO SCHEDA, DIAVOLETTI VERCELLI: “ESPERIENZA CHE I BAMBINI RICORDERANNO A LUNGO”
Tra le tante dilettanti, presenza ormai fissa dei tornei organizzati da BeKings è la società dei Diavoletti Vercelli, una realtà in crescita esponenziale che ormai conta più di 300 tesserati e una presenza costante nei campionati regionali. “Un evento fantastico - commenta il presidente Alessandro Scheda - c’è una grande vivacità, che tocchi con mano. I bambini si ricorderanno a lungo di questa esperienza, parleranno per settimane delle squadre che hanno incontrato, professioniste e straniere, e delle partite che hanno giocato in questo contesto, per loro, eccezionale. Essere qui crea un entusiasmo che ci accompagna per tutta la stagione. Anche i genitori sono contenti e ovviamente lo siamo noi della società, che usciamo dai confini della nostra provincia e abbiamo una finestra internazionale a pochi passi da casa”.
TORNEO UNDER 9 - Pubblico delle grandi occasioni e organizzazione perfetta, la manifestazione è stata un successo dentro e fuori dal campo. Eliminate tutte le professioniste (un anno in meno a questa età si fa sentire eccome), Lascaris e Chisola in corsa fino alle semifinali
Tanti gol e giocate sopraffine, tribune piene e sorrisi, abbracci, medaglie. Emozioni e sorprese hanno accompagnato la terza edizione del Trofeo Piccoli Campioni, riservato alla categoria Under 9, che si è giocato nell’impianto sportivo del Caselle Calcio nello scorso week end. Il Cimiano ha stravolto i pronostici e ha vinto il torneo organizzato da BeKings (società di organizzazione eventi gestita da Giorgia Contu e Marco Mameli, di cui fanno parte - tra gli altri - anche Aldo Bratti, Alessandro Bellin e Momo Hadiry), ma sono tante le squadre e i singoli talenti che si sono messi in mostra.
Nei gironi della domenica sono entrate in campo le professioniste, che però hanno giocato tutte sotto leva (un anno di differenza, a questa età, si fa sentire eccome): nessuna di loro è riuscita a qualificarsi per le finali. Academy Moretti e Bel Air, arrivate fino al triangolare finale, sono riuscite ad eliminare rispettivamente il Genoa e la Juventus, oltre alla vera rivelazione del torneo, il Pakhtakor Kids arrivato dal lontano Uzbekistan. Sono uscite solo in semifinale il Lascaris, che si è tolto la soddisfazione di battere il Milan, e il Chisola, che ha eliminato gli svizzeri del Lugano e soprattutto la Sisport, rimasta in corsa fino all’ultimo.
Qui tutti i risultati del Trofeo Piccoli Campioni.
LA CRONACA DEL TRIANGOLARE FINALE
La prima partita del triangolare finale, tra Air Bel e Academy Moretti, è molto equilibrata e combattuta. I francesi tengono il pallino del gioco ma faticano a rendersi pericolosi. E allora viene fuori la concretezza dei lombardi, che sbloccano la parità con uno splendido sinistro dalla distanza di Tali e raddoppiano con un pallonetto di Pedrazzoli su assist Ghidaoui.
Nella seconda partita, i francesi - ormai con il serbatoio vuoto - se la vedono con il Cimiano, che passa subito in vantaggio con Boccazzi. È il preludio di una partita a senso unico, in cui ancora Boccazzi segna il 2-0 e Potenza cala il tris.
La terza partita del triangolare si trasforma in una vera e propria finalissima, tutta di marca lombarda. Nonostante la lunga giornata piena di partite, i ragazzi in campo danno fondo alle residue energie. Il primo guizzo è del Vignola, che con una puntatina da attaccante vero porta in vantaggio l'Academy Moretti. Ma il Cimiano ci crede e pareggia con un'azione personale di Piazza, che va a segno con un diagonale chirurgico. Non c'è pausa, i rossi si rifanno subito pericolosi con il mancino di Tali, fuori di nulla. Dall'altra parte serve il palo per fermare la fuga verso la vittoria del numero 10 Potenza. Il Cimiano ci crede di più, trascinato da Piazza, che prima colpisce il secondo legno di fila, poi calcia da posizione impossibile e trova uno spiraglio tra palo e portiere. È il gol che regala partita e torneo al Cimiano.
11ª GIORNATA - Chiude il sipario anche la 43^ edizione del SuperOscar. Il Lascaris si aggiudica entrambe le categorie dei Pulcini, il Chisola vince nella categoria Esordienti 1° Anno 2012, mentre l’Alpignano si aggiudica la categoria dei più grandi Esordienti 2° Anno 2011 ed anche, per la prima volta nella sua storia, il SuperOscar.
Nella bacheca della società Alpignanese da domani splenderà un nuovo trofeo, un trofeo cercato e voluto per tanti anni che finalmente potranno portare in via Migliarone. A contribuire alla vittoria finale, sicuramente il titolo conquistato nella categoria 2011 e nonostante il Lascaris si sia aggiudicata entrambe le categorie della scuola calcio, conclude al secondo posto della classifica generale. I biancocelesti hanno fatto la differenza nel settore giovanile. Al Chisola infine va la categoria 2012 che vale il terzo posto in questa edizione del SuperOscar.
Pulcini 1° Anno 2014
PRO EUREKA-VANCHIGLIA 2-1
RETI: 2 Dagnese (P), Elias (V).
ALPIGNANO-LASCARIS 1-3
RETI: Di Nardo (L), Scaglia (L), Boi L (L), De Maria (A)
In questa ultima giornata di gare quella decisiva era sicuramente il derby tra Alpignano e Lascaris, a questi ultimi sarebbe bastato un pareggio per alzare la coppa, ma i ragazzi bianconeri sono scesi in campo con la determinazione che li ha contraddistinti per tutto il torneo ed hanno voluto chiudere con la ciliegina sulla torta un percorso che li ha visti sempre vittoriosi sin dalla prima partita. Nulla da fare dunque per i cugini dell’Alpignano, che concludono comunque con un dignitoso secondo posto. Terzo gradino del podio va alla Pro Eureka, grazie alla vittoria sul Vanchiglia.
Pulcini 2° Anno 2013
CBS-LASCARIS 1-7
RETI: 2 Cuntrò (L), Allegri (L), Purcar (L), Iavarone (L), Zedda (L), Di Gianni (C).
ALPIGNANO-CHISOLA 3-0
RETI: Bellanova, Fioccardi e Miotto
In questa categoria i giochi erano già fatti. I bianconeri del Lascaris avevano già la matematica certezza della vittoria del torneo ma hanno voluto onorare ugualmente questa ultima partita vincendo a suon di gol contro un CBS ormai condannato alla quarta posizione. Si giocavano invece la seconda piazza Alpignano e Chisola. I biancocelesti hanno dimostrato maggiore carattere ed incisività, concretizzando le occasioni che si sono presentate ed aggiudicandosi così il secondo gradino del podio.
Esordienti 1° Anno 2012
PRO EUREKA-CHISOLA 0-0 (2-4 d.c.r.)
PRO EUREKA: Vittori, Mantione, De Palma, Carbone, Di Vincenzo, Del Grosso, Siciliano, Ferreira, Merola, Martello, Aceto. All. Capussotto.
CHISOLA: Lomagistro, Pirajno, Petrachi, Restivo, Ucci, Pinna, Cianci, Granella, Barbero, Solenne, Lefont, Colombino. All. Baston.
Non sono bastati i 40 minuti di gioco regolamentari per decidere la vincitrice del torneo. Nessuna delle due squadre è riuscita ad avere la lucidità necessaria per mettere la palla alle spalle del portiere avversario concludendo a rete inviolate entrambi i tempi di gioco. La lotteria dei rigori ha alla fine premiato la squadra di Mister Baston che può alzare al cielo l’ambito trofeo.
Esordienti 2° Anno 2011
ALPIGNANO-LASCARIS 1-0
RETI: pt 4' Massa Bova su rigore.
ALPIGNANO: Memmola, Anedda, Bianco, Demaria, D’Armiento, Lodo, Vitrotti, Pocchola, Massa Bova, Pregnolato, Chiereghin, Garola, Difesa. All. Locci.
LASCARIS: Campanale L, Barbarossa, Geraci, Panariello, Villano, Celli, Pisani, D’Ambrosio, Alvarado, Caputo, Campanale E, Lazzaro, Filisteo, Trovato, Tambone, Monte. All. Ricci.
Ancora una sfida tra le due compagini confinanti, una sfida che ogni volta accende la rivalità e che ha sempre un gusto particolare. I biancocelesti di Mister Locci sono stati molto abili nel fare tesoro e difendere con i denti il vantaggio conquistato grazie ad un calcio di rigore all’inizio della partita. Nonostante ci abbiano provato in tutti i modi, i bianconeri, imbattuti sino ad ora, si devono arrendere ai campioni in carica, che per il secondo anno consecutivo vincono la coppa e molto probabilmente consegnano alla società dell’Alpignano quei punti decisivi per aggiudicarsi per la prima volta nella sua storia il SuperOscar.
E’ stata sicuramente una edizione di un ottimo livello, sia dal punto di vista organizzativo che per quello visto sui campi da gioco. Grande successo di pubblico e grande partecipazione di tutte le società che hanno cercato di onorare nel migliore di questo ambito torneo. Appuntamento per tutti al prossimo anno.
Risultati e Classifiche
Pulcini 1° Anno - 2014 - Girone Finale
Pulcini 2° Anno - 2013 - Girone Finale
10ª GIORNATA - Il Lascaris è già campione nella categoria Pulcini 2013, nei 2014 saranno Alpignano e ancora Lascaris a giocarsi il trofeo, Pro Eureka Chisola sarà la finale degli Esordienti 2012 e Alpignano Lascaris quella dei 2011. Lascaris quindi presente in tre categorie su 4.
Siamo ormai alle battute conclusive di questo torneo di anno in anno sempre più avvincente e affascinante. Si conosce già, con una giornata di anticipo, la prima vincitrice, il Lascaris nella categoria Pulcini 2013. Per i Pulcini 2014 è invece un gioco a 2 tra Alpignano e Lascaris. Dai risultati delle semifinali di oggi negli Esordienti a giocarsi la finale saranno Pro Eureka e Chisola nella categoria 2012 e Alpignano e Lascaris nella categoria 2011. Il Lascaris perde quindi una categoria, ma si gioca comunque il titolo nelle altre 3, anzi 2.
Nei Pulcini 1° Anno 2014 il Lascaris vince ancora contro il Vanchiglia ed ipoteca la vittoria finale, ma sulla sua strada si troverà l’Alpignano, che vincendo oggi contro i padroni di casa della Pro Eureka si rimette in corsa. Ai bianconeri basterà anche un pareggio, per i bianco celesti è d’obbligo la vittoria. Nulla da fare invece per la Pro Eureka che perdendo anche oggi è fuori dai giochi, come anche il Vanchiglia rimasto fermo ad un solo punto.
Nei Pulcini 2° Anno 2013 di sicuro oggi il pubblico non si sarà annoiato di fronte alla sfida tra Lascaris e Chisola, nessuna delle 2 ci stava a perdere ed i numerosi gol della partita ne sono una testimonianza. Alla fine, la vittoria è andata al Lascaris, vittoria che vale con una giornata di anticipo anche la conquista del trofeo. Avendo vinto infatti le sfide contro entrambe le dirette avversarie Alpignano ieri e Chisola oggi, anche se domani dovesse perdere contro il CBS, secondo quello che è il regolamento del torneo, dove in caso di parità si tiene conto degli scontri diretti, il Lascaris sarebbe in ogni caso primo. A nulla, quindi, è valsa la vittoria di oggi dell’Alpignano contro il CBS, se non per puntare alla piazza d’onore. A giocarsi il secondo posto saranno proprio Alpignano e Chisola nello scontro diretto di domani. Nulla da fare ormai per il CBS.
Si disputavano oggi le semifinali delle categorie degli Esordienti. Nella categoria Esordienti 1° Anno 2012 purtroppo si interrompe il sogno dei piccoli del Paradiso Collegno che si devono arrendere alla Pro Eureka. In ogni caso un grande risultato per questi ragazzi che sono arrivati a giocarsi la finale insieme alle migliori della categoria. Nell’altra semifinale il Chisola si impone di forza sul Lascaris. Sarà quindi Pro Eureka Chisola la finale.
Nelle semifinali della categoria Esordienti 2° Anno 2011 molto equilibrio in campo in entrambe le partite, decise da episodi che determinano vittorie di misura. Alla fine, l’Alpignano ha la meglio sul Lucento ed il Lascaris sul Volpiano Pianese. In questo caso a giocarsi la vittoria finale saranno quindi Alpignano e Lascaris.
Appuntamento a domani con l’ultima giornata del torneo. Tutte le gare si disputeranno presso il campo base del Chisola. Si parte alle 16:30 con la prima gara dei Pulcini e alle 17:30 la seconda. Alle 17:30 anche la finale degli Esordienti 2012 tra Pro Eureka Chisola ed alle 18:30 quella degli Esordienti 2011 tra Alpignano e Lascaris. Al termine la premiazione della società vincitrice del SuperOscar 2023. A giocarsela saranno Alpignao e Lascaris. Per tutti i risultati di oggi seguire i link sotto.
Risultati e Classifiche
Pulcini 1° Anno - 2014 - Girone Finale
Pulcini 2° Anno - 2013 - Girone Finale