SOCIETA’ - Durissimo comunicato: “La FIGC ha deciso di uccidere calcisticamente e aziendalmente una Società virtuosa come l’A.C.Gozzano. Non ci daremo mai per vinti e, tuteleremo i nostri diritti, in tutti le sedi opportune poiché non accetteremo mai una decisione di questo tipo”
Il Gozzano è ufficialmente retrocesso in serie D e di conseguenza perde il diritto a partecipare ai campionati nazionali con le squadre del Settore giovanile. Lo ha stabilito il Consiglio federale della Figc, applicando le proposte scaturite una decina di giorni fa dal Consiglio direttivo della Lega Pro: ci saranno playoff e playout, ma le prime salgono in B (Monza, Vicenza e Reggina), mentre le ultime retrocedono nei dilettanti: tocca a Rimini, Rieti e Gozzano.
Ma la società, spalleggiata dalle istituzioni locali e anche dalla Regione Piemonte, non ci sta e, in un comunicato ufficiale pubblicato sul sito ufficiale listato a lutto, esprime il suo dissenso e annuncia battaglia legale.
“La Società è profondamente rammaricata per la decisione presa in data odierna dalla FIGC la quale, giustificandosi dietro gli ampi poteri ricevuti per far fronte alla crisi relativa al Covid-19, ha deciso di uccidere calcisticamente e aziendalmente una Società virtuosa come l’A.C.Gozzano andando contro persino alle indicazioni della UEFA che avevano previsto, qualora non fosse possibile terminare i campionati, la disputa di play-off e play-out per determinare le retrocessioni e promozioni nei campionati professionistici.
Con tutto il rispetto che nutriamo verso le Istituzioni, siamo curiosi di conoscere le motivazioni che hanno spinto il Direttivo ad adottare l’applicazione dell’art. 49 delle NOIF solo parzialmente (poiché non è stato applicato per le società che avevano più di 9 punti di distacco dalla diretta avversaria dei play out), con 11 partite ancora da disputare e, con un distacco tra il Gozzano e la salvezza diretta di soli 6 punti.
In questi mesi abbiamo sentito più volte ripetere da parte del Presidente Gravina che il Calcio avrebbe dovuto vincere nei confronti di questo maledetto virus e, i campionati professionistici, sarebbero dovuti terminare. Contrariamente a tutto ciò non ci resta che costatare che oggi si è scritta una delle pagine più brutte del calcio italiano e a trionfare non è stato né lo sport, né il campo, ma soltanto il virus e le conseguenti scelte politiche.
Detto ciò, non ci daremo mai per vinti e, tuteleremo i nostri diritti, in tutti le sedi opportune poiché non accetteremo mai una decisione di questo tipo”.