Sabato, 23 Novembre 2024
Venerdì, 29 Maggio 2020 10:45

Dalle giovanili alla prima squadra, Roberto Floris al Bra cresce con i suoi ragazzi

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CRESCITA - Continua sempre più stretto il sodalizio professionale tra il tecnico e la società giallo rossa, all'insegna della valorizzazione dei giovani.
 


Dalle giovanili alla prima squadra in meno di un quinquennio, questo il percorso intrapreso da Roberto Floris in casa del Bra. Dopo la sfortunata annata da poco conclusa la società ha attuato importanti rivoluzioni interne, con il cambio di Direttore Sportivo, responsabile del Settore Giovanile e la promozione dell'ormai ex tecnico dei 2004 a vice allenatore della prima squadra. Cambiamenti in ottica ringiovanimento, per un sodalizio che ha effettuato importanti investimenti strutturali in questi anni e punterà forte sul vivaio e un allenatore che si affaccia al difficile mondo della serie D dopo stagioni estremamente soddisfacenti (oltre a diversi ottimi piazzamenti, la ciliegina della vittoria ai Regionali nel 2018/2019 con i 2003) e la ferma convinzione di aver sposato un progetto a lui estremamente congeniale, come ci spiega lui stesso.

"Sono molto contento del percorso intrapreso qui al Bra. Arrivare in prima squadra è parte di un cammino iniziato tempo fa, figlio della mia crescita, di quella della società e di un confronto costante tra tante persone preparate. Il presidente Germanetti si è circondato di persone intelligenti, costruendo una realtà che non si fa prendere dalla frenesia, ma avanza a passi misurati. Tutti, dal Dg Sartori, al nuovo Ds Moretti, passando per chi ha lasciato quest'anno come Scalzi, Bonofiglio e il tecnico della Juniores Pisano, hanno contribuito allo sviluppo di un importante settore giovanile, diventato una solida base da cui la prima squadra possa attingere con profitto e votato alla crescita calcistica e umana dei ragazzi. Ora che sono stati fatti grandi investimenti per migliorare le strutture, sarà ancora più importante poter monitorare con costanza le giovanili e allo stesso tempo è una garanzia per i nostri ragazzi avere un ambiente sempre più completo dove crescere. Dispiace che questa stagione sia finita monca, perché sebbene i risultati vengano in secondo piano rispetto allo sviluppo, si potevano raccogliere i frutti di questo grande lavoro, con tante annate in corsa per la vittoria finale, compresa la Juniores nei Nazionali."

La tua scelta come vice allenatore da questo punto di vista è chiara. Ti senti pronto?
"Posso dire con sincerità che non sarei pronto ora come ora per allenare da solo in serie D. E' un mondo estremamente diverso non solo dalle realtà giovanili, ma anche da Eccellenza e Promozione. Sebbene non sia considerato professionismo, nella sostanza è come se lo fosse, con tutte le problematiche che ne conseguono. Ritengo umilmente che mi manca ancora qualcosa per questa realtà, ma come detto prima qui si lavora con pazienza e non arrivo impreparato. La conoscenza della prima squadra parte da lontano, i confronti interni sono costanti e poi ho la grande fortuna di lavorare con un tecnico preparato ed esperto come Fabrizio Daidola. Posso apprendere tanto da lui e sono pronto a cogliere tutti i suoi consigli. C'è una buona sinergia e spero di mio di poter contribuire alla prosieguo del progetto di crescita e ringiovanimento della squadra, offrendo l'esperienza accumulata in questi anni come tecnico delle giovanili, offrendo uno sguardo a 360° su un mondo che conosco bene e portare tanti di quelli che ho cresciuto ad esordire in prima squadra."

Cosa ti porti dietro oltre l'esperienza accumulata sul campo?
"Il lato umano più di ogni altra cosa. A livello tecnico/tattico ho sempre cercato di allenare i ragazzi come se fossero adulti, quindi non penso cambi tanto sotto questo aspetto. Ma è ciò che ho cercato umanamente di trasmettergli e il modo in cui loro hanno recepito, che mi è rimasto di più. Valori come lealtà e sacrificio, l'onestà davanti a tutto, sono concetti che devono valere anche per chi è in prima squadra. Un confronto franco e diretto deve esserci sempre, però il faccia a faccia con giocatori adulti è gioco forza diverso. Le loro problematiche sono necessariamente adulte, in un mondo di gioco dove entrano in campo anche aspetti economici e dove gli obbiettivi sportivi acquisiscono rilevanza. Per gestire queste cose servono notevoli capacità, l'aspetto mentale cambia radicalmente. Da questo punto di vista gioverò enormemente della grande esperienza di Daidola."

Speranze nell'immediato?
"Oltre appunto ad imparare tutto ciò che posso, spero di poter portare subito in prima squadra alcuni ragazzi che ho cresciuto in questi anni. Mi riempirebbe d'orgoglio vedere elementi come Squillaciotti avere la possibilità di crescere con gli adulti. Questo sempre con l'ottica societaria della calma, senza avere la fretta di bruciarli o promettendogli il mondo, essendo sempre onesti e portandoli avanti per gradi. Ovviamente speriamo questa situazione globale termini e si possa riprendere con serenità a lavorare nella direzione intrapresa e continuare a crescere."

Ultima modifica il Venerdì, 29 Maggio 2020 16:18

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