KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL - A Venaria da lunedì 21 a venerdì 25 giugno (poi a Cairo Montenotte, Sedriano e Verres), i camp estivi con il preparatore delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16 sono un’occasione da non perdere per i giovani numeri uno. Crescita sportiva e divertimento sono assicurati, in campo tanti allenatori di club professionistici
Quattro settimane di stage estivi dedicati ai numeri uno: sono i “Modern Keeper Camp 2021”, organizzati dalla Keeplay Professional Soccer School di Fabrizio Capodici. Portiere professionista, una carriera da allenatore che è passata per il Settore giovanile della Juventus e la Federazione della Cina, un presente come preparatore dei portieri delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16, Capodici sarà ogni giorno in campo con i giovani numeri 1, insieme a tanti altri allenatori di club professionistici.
Per garantire la massima attenzione alle esigenze e alle caratteristiche di ogni singolo atleta, gli stage sono a numero chiuso, con massimo 20 partecipanti a settimana. È una grande occasione per conoscere una metodologia all’avanguardia nell’allenamento dei portieri, farsi notare da preparatori abituati a confrontarsi con il calcio che conta, e anche per divertirsi!
LE DATE
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
LA QUOTA COMPRENDE
KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL
Ma come lavora la Keeplay Professional Soccer School? Ce lo spiega direttamente Fabrizio Capodici: “La scuola di perfezionamento tecnico calcistico KPSS ha come mission quella di allenare giovani portieri, preparandoli a livello tecnico, atletico, coordinativo e motorio, nonché a livello mentale, per poter affrontare con competenza, determinazione e sicurezza gli impegni sportivi. Portiamo la nostra esperienza e adattiamo la nostra metodologia alle specifiche esigenze del singolo atleta, alle qualità che deve migliorare. Non proponiamo allenamenti prestabiliti, ma lavori costruiti su misura per ogni ragazzo, per il suo livello di preparazione e per gli obiettivi che intende raggiungere”.
Obiettivo ultimo è la formazione del portiere moderno, figura ricercata dalle società professionistiche. Ancora Fabrizio Capodici: “Il ruolo si sta evolvendo velocemente. Il portiere moderno deve essere in grado di usare in modo naturale i due piedi, su media e lunga distanza, e di rilanciare la palla con entrambi gli arti, nel modo più naturale possibile. Deve saper giocare di reparto, tenere le distanze giuste dalla linea difensiva, deve imparare a leggere le situazioni sia con possesso palla che con palla agli avversari, insomma il portiere moderno è integrato alla squadra, è un ruolo molto più complesso. Servono forte personalità e leadership, bisogna saper comunicare con i toni e i tempi giusti, per esempio non posso dire “uomo” o “solo” con lo stesso tono di voce. Senza dimenticare la base, la tecnica del portiere, bisogna conoscerla e farla diventare automatica. Il calcio moderno è molto più veloce, i palloni sono più leggeri, il portiere deve rispondere agli stimoli in modo immediato, deve essere veloce in tutto quello che fa”.
KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL - A Venaria da lunedì 21 a venerdì 25 giugno (poi a Cairo Montenotte, Sedriano e Verres), i camp estivi con il preparatore delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16 sono un’occasione da non perdere per i giovani numeri uno. Crescita sportiva e divertimento sono assicurati, in campo tanti allenatori di club professionistici
Quattro settimane di stage estivi dedicati ai numeri uno: sono i “Modern Keeper Camp 2021”, organizzati dalla Keeplay Professional Soccer School di Fabrizio Capodici. Portiere professionista, una carriera da allenatore che è passata per il Settore giovanile della Juventus e la Federazione della Cina, un presente come preparatore dei portieri delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16, Capodici sarà ogni giorno in campo con i giovani numeri 1, insieme a tanti altri allenatori di club professionistici.
Per garantire la massima attenzione alle esigenze e alle caratteristiche di ogni singolo atleta, gli stage sono a numero chiuso, con massimo 20 partecipanti a settimana. È una grande occasione per conoscere una metodologia all’avanguardia nell’allenamento dei portieri, farsi notare da preparatori abituati a confrontarsi con il calcio che conta, e anche per divertirsi!
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Ma come lavora la Keeplay Professional Soccer School? Ce lo spiega direttamente Fabrizio Capodici: “La scuola di perfezionamento tecnico calcistico KPSS ha come mission quella di allenare giovani portieri, preparandoli a livello tecnico, atletico, coordinativo e motorio, nonché a livello mentale, per poter affrontare con competenza, determinazione e sicurezza gli impegni sportivi. Portiamo la nostra esperienza e adattiamo la nostra metodologia alle specifiche esigenze del singolo atleta, alle qualità che deve migliorare. Non proponiamo allenamenti prestabiliti, ma lavori costruiti su misura per ogni ragazzo, per il suo livello di preparazione e per gli obiettivi che intende raggiungere”.
Obiettivo ultimo è la formazione del portiere moderno, figura ricercata dalle società professionistiche. Ancora Fabrizio Capodici: “Il ruolo si sta evolvendo velocemente. Il portiere moderno deve essere in grado di usare in modo naturale i due piedi, su media e lunga distanza, e di rilanciare la palla con entrambi gli arti, nel modo più naturale possibile. Deve saper giocare di reparto, tenere le distanze giuste dalla linea difensiva, deve imparare a leggere le situazioni sia con possesso palla che con palla agli avversari, insomma il portiere moderno è integrato alla squadra, è un ruolo molto più complesso. Servono forte personalità e leadership, bisogna saper comunicare con i toni e i tempi giusti, per esempio non posso dire “uomo” o “solo” con lo stesso tono di voce. Senza dimenticare la base, la tecnica del portiere, bisogna conoscerla e farla diventare automatica. Il calcio moderno è molto più veloce, i palloni sono più leggeri, il portiere deve rispondere agli stimoli in modo immediato, deve essere veloce in tutto quello che fa”.
INTERVISTA - Il giovane allenatore: “Dove sono sto bene, in ambito dilettantistico è difficile che cambi”. Ma se arrivasse una chiamata dal professionismo “la valuterei con assoluta attenzione”
Andrea Mirasola sfoglia la margherita: rimanere al Pozzomaina, accettare la corte del Chisola o della Sisport, fare il grande salto verso il professionismo, con l’Alessandria in pressing già dall’anno scorso. Il giovane allenatore del Pozzomaina 2006 è il più conteso in questa fase del mercato delle panchine.
Nessuno meglio del diretto interessato può svelare quale sarà il suo futuro: “Difficile dirlo, non so ancora dove allenerò l’anno prossimo” spiega con franchezza il giovane allenatore. “Vivo alla giornata - continua - e mi godo la mia squadra, un gruppo fantastico con cui non abbiamo mai mollato. Adesso che possiamo tornare in campo, ci stiamo togliendo delle belle soddisfazioni”. Certezze sul presente, un po’ meno sul futuro: “Spero di avere le idee più chiare nel giro di un paio di settimane, non posso negare che tanta attenzione nei miei confronti mi faccia piacere”.
Il Pozzomaina rimane in pole position, almeno tra le dilettanti: “Dove sono sto bene, benissimo, il Pozzo è casa mia. Non potrei chiedere di meglio, una grande società e una grande squadra, so che Franco Porta sta facendo il massimo per trattenermi e di questo lo ringrazio. Sono sincero, in ambito dilettantistico è difficile che cambi, anche se mi sono arrivate offerte importanti da persone che stimo”.
Il riferimento è al Chisola e alla Sisport, ma a mettere in seria discussione la permanenza di Mirasola in via Monte Ortigara sarebbe piuttosto una chiamata dal professionismo: in particolare è forte il pressing dell’Alessandria. “Avevamo parlato l’anno scorso, è vero, ma non se n’era fatto niente e, per come è andata la stagione, forse è meglio così. Per quest’anno non ho ricevuto nessuna proposta concreta, ma se arrivasse ovviamente la valuterei con assoluta attenzione”.
Il punto della situazione sul Chisola: clicca qui
Il punto della situazione sul Pozzomaina: clicca qui
PANCHINE - Il presidente Franco Porta: “Ad Andrea Mirasola abbiamo offerto le due categorie di Allievi più il ruolo di direttore tecnico. Non ci lascerà per un’altra dilettante”. Alessandro Nisticò nominato responsabile di Settore giovanile e Scuola calcio
“Andrea Mirasola è cresciuto qui con noi, gli abbiamo fatto un’offerta importante, per valorizzarlo al massimo: le due categorie di Allievi con il suo fantastico gruppo di 2006 più il ruolo di direttore tecnico. Sono convinto che non cambierà per andare in un’altra dilettante. Se invece arriverà una chiamata dal professionismo, capirò”.
Parole di Franco Porta, presidente del Pozzomaina, ruolo ereditato dal compianto padre Ottavio, da cui ha anche acquisito la gestione della società insieme professionale e familiare: “Abbiamo ridisegnato la società dopo la scomparsa di papà - spiega - con me presidente, mia sorella Amalia e Gianni Talladira vicepresidenti, Alessandro Nisticò responsabile di Settore giovanile e Scuola calcio. Come direttore generale potrebbe tornare Luca Fiore”.
Anche per quanto riguarda gli allenatori la linea è quella della continuità: Alfredo Cantone alla Juniores, Floriano Palmacci all’Under 15, Gino Rea all’Under 14, tutti con i gruppi già allenati quest’anno, con un organigramma tecnico che si completerebbe - il condizionale è ancora d’obbligo - con le due panchine di Andrea Mirasola, Under 17 e Under 16. Nel caso in cui venisse fatta anche la categoria Under 18, il candidato principe è Luca Bottallo.
PANCHINE - L’ex vice di Antonio Asta è il nuovo allenatore della Juniores, ora manca solo il tecnico dell’Under 15. Entro nello staff tecnico anche Claudio Grancitelli, insegnerà la fase difensiva
Il rinnovamento della società del presidente Luca Atzori, iniziato con la nomina di Giorgio Cornelj come responsabile delle giovanili, sta passando per tecnici emergenti, con idee nuove e voglia di imporsi. Il profilo di Andrea Mirasola sarebbe perfetto, è lui l’obiettivo principale per completare l’organigramma tecnico, ma il suo arrivo a Vinovo è molto complicato: oltre alla possibile permanenza al Pozzomaina, c’è anche la forte concorrenza dell’Alessandria.
In attesa che si sciolga questa matassa, la panchina dell’Under 15 rimane l’unica ancora da assegnare in quel di Vinovo. Dopo la conferma di Giuseppe Alessi all’Under 17 e l’arrivo di Andrea Gnan per l’Under l’Under 16, è arrivata la “promozione” in Under 14 di Renato Garrone, che di fatto continua con i 2008 già allenati quest’anno nella categoria Esordienti.
L’altra importante novità riguarda la panchina della Juniores, che è stata assegnata ad Antonio Ferraro, patentato Uefa A, per tante stagioni secondo di Antonino Asta (anche alla Berretti del Torino), con un’esperienza alla guida della Prima squadra del Trofarello. Nello staff tecnico entra anche Claudio Grancitelli, esperto giocatore della Prima squadra, che darà supporto agli allenatori per la fase difensiva.
INTERVISTA - L’ormai ex allenatore del Borgaro: “Certe emozioni mi mancheranno, ma se penso alle mie domeniche mi vedo in bicicletta, non più al campo”. I ricordi di una carriera spettacolare, con la ciliegina sulla torta del titolo regionale Allievi con il Chisola, e il podio dei migliori: “Tra i giocatori Vailatti, Castiglia, Sene, Germinario e Dagasso. Poi Mercuri come allenatore, Pontremoli direttore sportivo e Ottavio Porta presidente”
“Ho 55 anni, ho iniziato ad allenare a 20, in 35 stagioni non mi sono mai fermato da settembre a giugno, visto che non sono mai stato esonerato. Mai fermo a parte queste ultime due stagioni, ovviamente, in cui il calcio mi è mancato meno di quanto pensassi. Stavo maturando l’idea di smettere già da qualche anno, adesso ho deciso: mi fermo, la mia carriera di allenatore finisce qui”.
Idee chiare, come quelle che trasmette ai suoi giocatori. Veloce, spettacolare, dritto all’obiettivo, come sono state spesso le sue squadre. Giorgio Brighenti, uno degli allenatori più stimati e vincenti del panorama calcistico piemontese, ha deciso dire basta: “In quest’ultimo anno ho scoperto la bici da strada e sono impazzito: se penso alle mie domeniche non mi vedo su un campo di calcio, ma in bici a pedalare”.
Giorgio, eppure il calcio e la panchina sono stati la tua vita per 35 anni. Sicuro?
“È vero, questa è sempre stata la mia vita. Io faccio l’assicuratore, ma nella mia testa c’era sempre il prossimo allenamento, la prossima partita: se fai l’allenatore con la passione che ci mettevo io, finisci per vivere per il calcio, anche a livelli dilettantistici. Certe emozioni mi mancheranno, ne sono sicuro: l’adrenalina della partita, il rapporto con i ragazzi, vedere in campo le situazioni preparate in allenamento… però in questo momento andare al campo mi pesa, preferisco fare altro. Se devo bilanciare i vari aspetti, e ci ho pensato molto a lungo, è il momento giusto per dire basta. L’ho già comunicato al Borgaro, ho ringraziato Tiziano Gobbato ma gli ho detto di cercare altre soluzioni”.
Domanda alla Jerry Scotti: è la tua decisione definitiva?
“In questo momento sì, è la mia decisione definitiva. Poi magari tra un anno mi verrà una crisi di astinenza, ma so che se esci dal giro non è facile rientrare”.
A un altro ruolo non hai pensato? Dopo tanti anni di esperienza, forse è il momento di provare come direttore sportivo…
“È un ruolo fondamentale ma non mi attrae, non so se ne sarei capace. Piuttosto mi sarebbe piaciuto provare una Prima squadra, ma oramai ho deciso di dire basta”.
Ripercorriamo la tua carriera, allora.
“Ho iniziato nella scuola calcio della Rivoli Rivolese dando una mano a Sandro Salvadore, ex giocatore della Juve, mentre ancora giocavo. Il Pianezza è stata la mia prima società, mentre studiavo all’ISEF. Poi Giuseppe Trucchi e Sergio Vatta hanno iniziato progetto dei Primi calci al Torino e mi hanno coinvolto, c’erano Corgiat, Cucco, Curletti, gente di alto livello. Nel Settore giovanile del Torino sono rimasto 15 anni, dal 1990 al 2005, sono partito con Borsano presidente e sono andato avanti fino a fallimento di Cimminelli. Da lì ho iniziato il percorso nel calcio dilettantistico, e devo dire che sono state tutte esperienze bellissime: due anni Borgaro, uno a Chieri, tre al Pozzomaina, ancora quattro anni a Chieri, uno al Lucento, due al Vanchiglia, due Chisola e ancora Borgaro. Così il cerchio si chiude”.
Hai anche vinto qualcosa di importante, in questi anni.
“Titolo regionale alla fine ne ho vinto solo uno con il Chisola, anzi fino a prova contraria sono per il terzo anno di fila campione in carica degli Allievi, visto che non si gioca più (risata, ndr). Una finale l’ho persa con il Chieri, ai rigori ad oltranza contro la J Stars, quella era stata una vera delusione. Poi ho vinto quattro SuperOscar e tanti campionati, non mi posso lamentare”
Ma non si dice che l’obiettivo principale è la crescita dei ragazzi?
“Se alleni nelle giovanili lo fai per il bene dei ragazzi, ma non bisogna essere ipocriti, lo fai anche per te stesso e vincere dà un gusto pazzesco. Sono vere entrambe le cose. Ancora oggi ci sentiamo con i ragazzi che avevo al Toro, ormai uomini fatti, queste sono le soddisfazioni più belle”.
Se parli di giocatori, ti chiedo i più forti che hai allenato.
“Il primo che mi viene in mente è Ricky Vailatti, aveva 8 anni ed era un fenomeno: nei derby dall’altra parte c’era Marchisio, decidevano loro chi avrebbe vinto. Poi Matteo Perelli, sempre al Toro, un ‘89 arrivava da Genova, è arrivato ad essere convocato in serie A ma poi si è perso, meritava di più. Sempre al Toro Luca Castiglia, che poi è andato alla Juve e ha fatto tanta serie B, ora è a Modena”.
E nei dilettanti?
“Kaly Sene al Vanchiglia, faceva la differenza. Al Chisola Germinario e Dagasso, due che meritano il professionismo. E poi tanti, davvero tanti bravi ragazzi. Alcuni si sono persi, la testa è fondamentale quando hai 16 anni”.
Tra i colleghi?
“Pochi amici, è un mondo che ho vissuto a fondo ma non sempre amato. Faccio un nome, non per amicizia ma perché è il migliore nel dilettantismo: Andrea Mercuri, è di un’altra categoria rispetto a tutti, lui sì che avrebbe meritato altre piazze”.
Direttore sportivo, chi mi dici?
“Fabrizio Pontremoli, l’ho avuto a Chieri nell’anno della Juniores nazionale, anche lui di un’altra categoria”.
Se dovessi dire un presidente?
“Sono stato bene con tutti e soprattutto non ho avuto da ridire con nessuno, già questo è importante. Ma dico senza dubbio Ottavio Porta”.
Giorgio, ci rivedremo presto sui campi?
“Vedremo, intanto penso al mio prossimo giro in bicicletta…”
FIGC - Il passaggio fondamentale: “le gare relative a sport di squadra e di contatto possono essere organizzate e svolte soltanto in zona gialla e soltanto all’aperto, non devono prevedere la presenza di pubblico e resta interdetto ai gruppi squadra e loro eventuali accompagnatori l’uso degli spogliatoi”
La FIGC ha pubblicato il “protocollo per le attività di squadra giovanili”, con l’obiettivo di “tutelare di tutti i soggetti coinvolti nella ripresa della pratica sportiva”. È un documento molto prudente, che regola la ripresa delle attività di Settore giovanile e Scuola calcio, riproponendo di fatto i principi operativi fin dalla scorsa estate: autocertificazioni, misurazione della temperatura all’ingresso dell’impianto sportivo, divieto di utilizzare gli spogliatoi, uso dei dispositivi di protezione individuale e lavaggio delle mani, percorsi separati per le squadre, insomma informazione e prevenzione per limitare la diffusione del virus (che, ricordiamolo sempre, è tutt’altro che debellato e anzi circola con più intensità del passato nelle fasce giovani della popolazione).
In particolare, si legge che “le gare relative a sport di squadra e di contatto possono essere organizzate e svolte soltanto in zona gialla e soltanto all’aperto, non devono prevedere la presenza di pubblico e resta interdetto ai gruppi squadra e loro eventuali accompagnatori l’uso degli spogliatoi. Tali previsioni non riguardano le competizioni a carattere nazionale per le quali si applicano protocolli specifici”.
Clicca qui per consultare il “protocollo per le attività di squadra giovanili”.
La FIGC organizza quattro tornei, due per gli Esordienti (per Scuole calcio èlite e per tutti), uno per Pulcini 2010 e 2011, un ultimo per l’Under 12 femminile. Ma nel contempo detta le regole per la ripresa non solo degli allenamenti, ma anche delle amichevoli e dei tornei delle società dilettantistiche. Il problema principale è, ancora una volta, l’impossibilità di ripagarsi le spese con i biglietti di ingresso. “Al momento e fino al 1° giugno e salvo diverse disposizioni - si legge - non è consentita la presenza di pubblico presso gli impianti sportivi sede delle attività. A partire da tale data, la presenza di pubblico sarà comunque consentita soltanto per gli eventi e le competizioni di livello agonistico riconosciuti di interesse nazionale”. Insomma, se non cambiano le cose, per vedere qualche torneo di livello bisognerà aspettare la prossima stagione sportiva.
PANCHINA - L’ex allenatore del Vanchiglia sostituirà Domenico Delli Calici, che ha dovuto fare un passo indietro ma rimarrà nello staff della Prima squadra
L’annuncio è arrivato via Facebook: è ufficiale il ritorno al Lucento di Alessio Rapisarda. Dopo due stagioni al Vanchiglia (con i gruppi 2005 e 2007), il giovane tecnico riparte dalla società rossoblù, dove aveva già allenato nei quattro anni precedenti, con la categoria Under 14
Il gruppo 2008 inizialmente era stato assegnato a Domenico Delli Calici, che però ha dovuto fare un passo indietro per impegni lavorativi e rimarrà comunque nello staff della Prima squadra di Gianfranco Maione. L’organigramma tecnico del Lucento in vista della stagione 2021/2022 si ridisegna dunque con Tommaso Schiavo (ex Alpignano) in Under 19, Alessandro Pierro in Under 17, Alberto Piazza in Under 16, Alessandro Ursoleo in Under 15 più Nicola Pedalino al secondo gruppo, Alessio Rapisarda in Under 14, con Pietro Delise confermato al secondo gruppo di 2008.
PANCHINE - Definito l’organigramma tecnico: Enrico Scanavino ai 2005, Alessandro Malagrinò ai 2006, Roberto Uranio ai 2007 e l’ex Vanchiglia ai 2008. Vogliotti: "Non me la sento di prendermi l’impegno di allenare una squadra, ma darò una mano alla società"
Dopo Alessandro Malagrinò, c’è un altro arrivo prestigioso a Volpiano: si tratta di Davide Vitelli, ex responsabile tecnico della Scuola calcio del Vanchiglia, che è ufficialmente il nuovo allenatore dell’Under 14. “Davide è un profilo importante, un lusso per la categoria, sono contento che sia entrato a far parte della nostra famiglia” commenta il direttore sportivo Lorenzo De Simone, che dalla prossima stagione potrà concentrarsi solo sul Settore giovanile, visto l’imminente ritorno di Loris Mazzi a gestire Prima squadra e Juniores (dove, tra parentesi, si va verso la conferma di Lollo Parisi e Davide Santoro sulle rispettive panchine).
È così completo l’organigramma tecnico delle giovanili delle Foxes. Enrico Scanavino rimane nella categoria Under 17, passando dal gruppo 2004 a quello 2005; come già annunciato, l’ex Cbs Alessandro Malagrinò è il nuovo allenatore dell’Under 16, ereditando il gruppo 2006 da Enzo Vogliotti; Roberto Uranio, che nella scorsa stagione aveva i 2005, scala ai 2007 nella categoria Under 15, che avrà anche una seconda squadra affidata a Marco Vigliarolo; infine, come detto, i 2008 sono stati affidati alle sapienti cure di Davide Vitelli.
In uscita c’è quindi Giuseppe Zangari (ex 2007), ma fa notizia l’assenza dal quadro tecnico di Enzo “Ciccio” Vogliotti, che a Volpiano è un’istituzione. “Giusto dare spazio ad allenatori giovani - spiega Vogliotti - io già a febbraio avevo comunicato a De Simone che non avrei voluto allenare una squadra, ho vissuto un periodo difficile e non me la sento di avere un impegno continuativo”. Futuro da direttore tecnico? “Non lo so, ci troveremo e ne parleremo, ma se c’è da dare una mano io ci sono, per sostituire qualcuno in panchina, per vedere partite e giocatori, come ho sempre fatto. Continuerò ad andare sui campi al sabato e alla domenica, ma per quest’anno, ripeto, non me la sento di prendermi l’impegno di allenare una squadra”.
ESCLUSIVA - Nessuna conferma dalla società, ma l’attuale responsabile delle giovanili del Torino potrebbe affiancare il direttore sportivo Pino Perfetti. Percorso inverso per Edoardo Zaccarelli
A Chieri ha giocato nella stagione 2009/2010, segnando 8 gol in 20 presenze, al termine di una carriera straordinaria, che lo ha visto confrontarsi con tutte le categorie (compresi 21 gettoni e un gol in serie A con il Modena, 136 presenze e 30 gol in serie B di cui 7 con la maglia del Torino). Dal 2013 al 2017 è stato a capo degli osservatori granata, poi per due anni responsabile del Settore giovanile della Pro Vercelli, attualmente è di nuovo al Torino, dove gestisce le giovanili insieme a Massimo Bava, ma il suo contratto è in scadenza al 30 giugno.
Naturalmente stiamo parlando di Andrea Fabbrini, che una clamorosa indiscrezione vorrebbe di ritorno a Chieri, con il ruolo di direttore generale, per gestire la società del presidente Luca Gandini insieme allo storico direttore sportivo Pino Perfetti. Proprio Perfetti, interpellato per telefono, si limita a un “no comment” riguardo all’eventuale arrivo di Fabbrini: per avere le certezze, bisognerà aspettare i giusti tempi.
Percorso inverso, dal Chieri al Torino, potrebbe farlo Edoardo Zaccarelli, che in collina allenava l’Under 15 ed era direttore sportivo delle categorie Under 14 ed Esordienti: in granata troverà una panchina importante ad attenderlo.