Giovedì, 05 Dicembre 2024

Tra Luca Filograno e il Gassino San Raffaele un biennio d'amore e di progetti

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REPORTAGE - 9° viaggio nel mondo della Scuola Calcio, al Gassino San Raffaele in compagnia del responsabile Luca Filograno
 


Nel nostro percorso alla scoperta dei metodi di lavoro all'interno della Scuola Calcio, siamo venuti a contatto con diverse realtà che stanno provando ad innovarsi al loro interno. Il Gassino San Raffaele rientra tra queste, con uno sviluppo ed un aggiornamento delle tecniche lavorative iniziato da due anni, con l'arrivo del nuovo responsabile Luca Filograno. Con un esperienza maturata nell'arco di 12 anni e la creazione del progetto Mental Footbal Former, che promuove la formazione di nuovi istruttori e dei giovani giocatori, ha portato le sue idee qui al Gassino e con il Dg Uras e Stefano Florit, ha formato un trio che funziona in perfetta sinergia nel mettere in atto il programma prefissato. "Precisione" è la parola che più ci viene in mente mentre Filograno ci illustra l'organizzazione, mentre percorriamo il campo da gioco.
"Ogni gruppo ha il suo allenatore è il suo collaboratore personale. Qual'ora (come per i 2008) vi siano due gruppi per annata, entrambi hanno un tecnico personale, più uno congiunto. Stessa cosa per i preparatori motori. Questo struttura piramidale non è gerarchica, ma serve tanto per la formazione e lo sviluppo del tecnico. Inoltre uno staff di questo genere permette ad ogni allenatore di lavorare col numero giusto di bambini, senza che vi sia dispersione. Numeri troppo elevati possono abbassare la qualità e in una società piccola è importante non pensare ai numeri, ma concentrarsi sul dettaglio. Per far questo, ho portato le pratiche e la ripartizione degli allenamenti che abbiamo sviluppato con Mental Football. Anzitutto dividiamo l'esercitazione in due parti ben distinte. In una prima fase i bambini sono divisi per età biologica o capacità. A sua volta, la pratica si suddivide in quattro stazioni, da 12 minuti l'una e con un istruttore per stazione, che lavorerà a seconda del programma che avremo studiato ad inizio mese. Dopo due stazioni si fa una breve pausa, poi nella 2° parte i piccoli verranno divisi per annata. Questa modalità ci permette di studiare e portare avanti anche diversi stili comunicativi col piccolo. Quello che è importante è che il bambino sia al centro di tutto e che si riesca a farlo divertire, attraverso impegno e fatica. Per fare questo dobbiamo essere bravi non solo a comunicare, ma anche a rendere l'allenamento interessante e sempre attivo, eliminando i tempi morti e introducendo al suo interno parti ludiche. Che ci consentono altresì di far lavorare i bambini su capacità cognitive/percettive, tutte cose che un tempo magari mettevi in pratica al parco, ma ora dobbiamo portare noi per favorire una buona crescita al piccolo".
Continuando a parlare con Filograno, il secondo termine che ci viene in mente camminando su questi campi è "sinergia".
"E' molto bello lavorare con tecnici giovani, che hanno voglia di crescere ed imparare e magari, rispetto ad un tecnico più navigato, sono disponibili al confronto e alla sperimentazione. I programmi che stiliamo sono frutto di indagini, esperienze e appunto sperimentazioni. Confrontandoci continuamente cerchiamo di trovare sempre il meglio. Il senso di squadra che si deve creare tra i piccoli, deve esserci tra noi stessi che lavoriamo assieme. Un esempio è il lavoro che facciamo con i dirigenti. Come abbiamo visto fare dalla Juventus, trasmettere al dirigente ciò che si fa in allenamento e in campo durante la partita, aumenta il suo coinvolgimento. Naturalmente non può prendere delle decisioni, ma così facendo aumenta il suo senso di appartenenza e qual'ora dovesse confrontarsi con le famiglie su aspetti più tecnici, avrebbe molte più basi. A proposito delle famiglie, entrare in una perfetta comunicazione con loro rende tutto più facile. Dal canto nostro, cerchiamo di trasmettergli due concetti principali: l'idea che all'interno degli allenamenti i bambini hanno tutti pari dignità, lavorando sempre assieme, anche quando vi sono due gruppi di livello diverso. E che è bello vincere, ma conta il come, il modo in cui si è raggiunto il risultato, non il risultato in se. Un esempio di queste filosofie è che quando magari abbiamo un piccolo troppo più forte, lo mandiamo nella categoria più alta. Certo, la squadra che lascia magari non vincerebbe a mani basse tutte le partite, ma ne gioverebbero sia il mister che i suoi compagni, che dovrebbero trovare altre soluzioni tattiche e di gioco per venire a capo degli incontri. E lo stesso bambino troverebbe magari un livello di sfida adeguato a lui, che ne favorisca maggiormente la crescita. Parlando poi di rapporti, credo sia un valore aggiunto avere un contatto continuo coi centri federali, che danno la possibilità di preservare e riconoscere un talento tardivo e dargli tempo e possibilità".
Tutta questa meticolosità e capacità di lavorare in sincronia sono garanzia di affidabilità, cosa per altro già certificata dall'appartenenza all Scuola Calcio Elite da due anni. Cosa che soddisfa Filograno, tanto quanto la capacità di lavorare coi più piccoli per tre giorni alla settimana, cosa che la maggior parte delle altre società non fa. Così come il lavoro sviluppato assieme di Esordienti e Giovanissimi fb, un modo per aiutare i piccoli a passare ad un calcio più adulto con meno traumi.
Cosa manca allora a questo Gassino?
"Dobbiamo crescere sul versante dei portieri sicuramente, per ora abbiamo un solo preparatore comune a tutta la Scuola Calcio. E più avanti magari potremmo dare linfa al movimento femminile. Ci vuole un progetto strutturato e una figura di riferimento specifica per fare qualcosa di buono in questo campo e al momento non possiamo. Tuttavia è un'idea che potrà prendere forma, già abbiamo avuto collaborazioni gratuite con degli istituti, atte all'avvicinamento delle bambine al calcio. Intanto ci teniamo strette le due piccole iscritte che abbiamo qui al Gassino, che tra l'altro sono di ottimo livello".

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