Giovedì, 05 Dicembre 2024

Al Mirafiori, una società in espansione a forti tinte rosa

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REPORTAGE - 8° puntata del nostro viaggio, questa volta in casa del Mirafiori, accompagnati dal responsabile Lorenzo Gerbaudo e dal comandante del vascello Giovanna Corbo
 


Arrivati al Mirafiori l'attività è in pieno svolgimento, il campo principale e il campo a 5 sono pieni, ma perfettamente ordinati. Lorenzo Gerbaudo ci accoglie e ci guida attraverso i vari gruppi in attività, composti per l'occasione da 2008, 2009 e 2010. Responsabile nuovo per il Mirafiori, ha portato grande esperienza, maturata tra le altre con 10 anni alla Juventus e si sposa alla perfezione col livello di qualità che riscontriamo in questi campi. Seguendo l'allenamento dei 2009, vediamo quali sono le basi su cui si impegna la società per formare al meglio i piccoli calciatori. L'allenamento viene ripartito in tre moduli: una prima parte in cui ogni bambino ha la sua palla e lavora sul gesto singolo, una seconda in cui si sviluppano in progressione i gesti messi in atto precedentemente e infine la partitella finale dove si amalgama il tutto. Lavorare inizialmente sulla tecnica è la prima cosa e si formano i vari gruppi a seconda del livello del singolo. Ma il livello dell'allenamento deve essere uguale per entrambi, ciò che cambiano sono le modalità con le quali vengono sviluppati. Le finalità, ci spiega Gerbaudo, sono quelle di dare al piccolo la capacità di gestire la palla, quindi si preme molto sul gesto tecnico. E cercare di abituare il bambino a metterli in pratica come se fosse in partita, quindi facendo vivere l'allenamento in se come fosse un incontro vero e proprio, questo per aumentare anche il coinvolgimento stesso del piccolo. Il modo migliore quindi è appunto scomporre l'insegnamento a spezzoni per poi riunirli, in modo da lavorare meglio e dotare gli "alunni" di piccole "armi" che li aiutino a compiere meglio il gesto nella sua interezza. Quando poi giocheranno, sarà più facile per loro mettere in pratica concetti come palla dentro, palla fuori, trasmissione più smarcamento o trasmissione più tiro. Naturalmente per far ciò serve che i tecnici sappiano coinvolgere al meglio i giocatori, che li facciano sentire tutti uguali e al tempo stesso siano bravi e attenti a cogliere le varie peculiarità del singolo e riuscire a farle fruttare per il gruppo. Devono riuscire a trasmettere non solo la propria passione, ma anche sicurezza e far concepire la possibilità di sbagliare. Per correggere eventuali errori senza far perdere fluidità all'allenamento, bisogna curare il dettaglio e cercare di intervenire subito, principalmente nella prima parte dell'esercitazione, senza mortificare il bambino perché magari ha perso il pallone, cosa che fa parte del percorso di crescita. Per tutto questo, Gerbaudo sottolinea come al Mirafiori si possano fregiare di un reparto tecnico di assoluto livello e l'appartenenza alla Scuola Calcio Elite ne è certificazione. Inoltre c'è un ottimo livello di sinergia con i mister di altre categorie e a volte i tecnici delle giovanili sono presenti e collaborano durante gli allenamenti della scuola calcio. Tutto questo è sicuramente di aiuto al bambino, che come detto beneficia di un buon mister quando quest ultimo riesce a trasmettergli la propria passione, facendo si che il piccolo sia sempre invogliato ad andare al campo e con orgoglio il responsabile ci dichiara come al Mirafiori abbiano una media di presenze ad ogni allenamento pari al 86% degli iscritti alla SC.
Vedendo un solo campo di gioco, ci chiediamo se non patiscano la mancanza di strutture più ampie, ma Gerbaudo sottolinea come in realtà lavorare tutti su uno stesso terreno possa essere utilizzato a loro vantaggio. Perché ottimizzando le zone in cui muoversi e lavorando nel modo giusto, gli spazi stretti possono diventare un vantaggio, potendo esercitare un calcio più rapido e abituando da subito il giocatore ad avere meno tempo per gestire la palla, quindi pensare più velocemente come fare la giocata giusta, su che piede servire il proprio compagno, come fosse in partita.
L'unico aspetto su cui, come sottolineato anche da altri, bisogna lavorare più di un tempo è quello motorio. Ben vengano bambini che svolgono altre attività sportive parallele, sottolinea Gerbaudo, perché soprattutto i più piccoli mancano di quella coordinazione che magari un tempo acquisivi in strada. Quindi una parte degli allenamenti è sempre dedicata alle pratiche motorie.

Finto il giro del campo, entriamo a parlare con il responsabile della società, Giovanna Corbo, che porta avanti il lavoro iniziato dal padre, a cui è dedicato il campo principale. Traspare grande soddisfazione da parte sua, per quella che è una della prime Scuola Calcio qualificate del Piemonte e che può vantare un'organizzazione di primo livello. La crescita negli ultimi 10 anni è stata esponenziale e si è arrivati a circa 190 bambini iscritti nelle categorie che vanno dai 2006 ai 2013, tanto che è stata fondata una società satellite per la formazione di nuove squadre. La presidentessa è orgogliosa dell'immagine di serietà e professionalità che si sono costruiti al Mirafiori (e da una Scuola Calcio che si chiama Gaetano Scirea non ci si poteva aspettare diversamente). Ma altresì rimarca come non manchi il divertimento al suo interno e di come sia caratterizzata da una forte impronta femminile, data da lei e dalle numerose sue collaboratrici, che sostiene essere un vero valore aggiunto. Vista la forte componente "rosa" in società, ci chiediamo se ci sia spazio per il calcio femminile, ma qui gli spazi giocano un ruolo importante in negativo. Quattro anni fa c'era una squadra di esordienti miste, guidata da Walter Sterminato, che per due anni ha fatto i campionati. Ma la mancanza di spazi, l'assenza di numeri sufficienti e l'aumento dei numeri non solo nella Scuola Calcio, ma anche nelle altre categorie, ha costretto a chiudere l'esperienza. L'intenzione di ampliarsi c'è, ma fino ad allora sarà difficile avere altre squadre. Tuttavia non mancano certo le soddisfazioni e proprio mentre parliamo, salgono due gruppi di bambini a portare due trofei conquistati. La salita per la scala verso la presidenza, scopriamo essere una tradizione, per avvicinare i piccoli alla società e farli sentire parte di essa, qualsiasi risultato abbiano raggiunto. E certo la presenza nelle categorie successive di elementi cresciuti fin da piccoli tra le mura amiche, è una gran fonte di orgoglio. E a questo proposito impossibile non citare Daniele Petraniello, capitano della prima squadra e da 25 anni con questi colori addosso, vero simbolo del A.S.D. Polisportiva Mirafiori.

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