BRUTTO EPISODIO - Il presidente del Ponderano Ermanno Rosso risponde: “Condanno ogni forma di razzismo. Se fosse vero, sarei disposto a ritirare la squadra. Stiamo svolgendo un’indagine interna, per ora nessuno ha sentito quelle parole”.
“Come società siamo davvero indignati e delusi per le parole razziste arrivate dalle tribune nei confronti di un nostro ragazzo nella partita del campionato Giovanissimi provinciale Under 14 contro il Ponderano. Sentire parole come ‘scimmia di merda‘ per qualificare un ragazzo di colore di 13 anni da degli adulti, oltretutto genitori, è davvero qualcosa di incommentabile. Denunciamo tutto ciò con assoluta fermezza e pretendiamo una giusta e severa punizione. Non possiamo pretendere che i nostri ragazzi condannino il razzismo se noi adulti portiamo questi esempi osceni in un campo da calcio. Chiediamo un intervento della Federazione per condannare tutto ciò e tutelare il nostro ragazzo”.
Senza giri di parole, con un post pubblicato sulla pagina Facebook della società (e ripresa dai media di tutta Italia in queste ore), la società del Saint Vincent Chatillon denuncia un grave episodio di razzismo avvenuto durante la partita con il Ponderano (per la cronaca, finita 2-2).
Mentre il presidente valdostano Fabrizio Scarlatta rivela che l’arbitro avrebbe scritto tutto sul referto e preannuncia denuncia in FIGC, il presidente del Ponderano Ermanno Rosso risponde con calma e fermezza: “Condanno ogni forma di razzismo, senza se e senza ma. Detto questo, stiamo svolgendo un’inchiesta interna per capire cosa è successo veramente. Se quanto denunciato fosse vero - e sottolineo il condizionale - sarei disposto ad allontanare il genitore in questione e, a malincuore, anche il ragazzo. E anche a ritirare la squadra dal campionato, l’ho già comunicato al presidente della Federazione. Ma, finora, nessuno ha sentito quell’insulto razzista tra quanti erano presenti in campo e in tribuna, dove c’erano anche il commissario arbitrale, che non è intervenuto, e il padre del giovane arbitro. Aggiungo che l’arbitro negli spogliatoi è stato raggiunto da dirigenti valdostani, almeno finché non sono intervenuti nostri dirigenti che fanno parte delle forze dell’ordine. A quanto ci risulta, nel referto sarebbe riportato l’epiteto ma non l’insulto. Insomma, fermo restando la condanna di ogni forma di razzismo, questa è una situazione tutta da chiarire, per evitare di penalizzare senza motivo una persona e un’intera società”.