INTERVISTA - Arriva da lontano il toro Filippo Galvagno, che in maglia azzurra sta mettendo in gioco tutto il suo vigore confrontandosi per la prima volta con la realtà del calcio vero e proprio. Sentiamo cosa ha da dirci.
Fisico possente come la sua parlantina, decisa e ben ponderata, Filippo Galvagno guida l'attacco del Chieri con convinzione e per chi non lo conosce mette subito in chiaro quali siano le sue capacità.
"Gioco prevalentemente al centro, sono un mancino naturale, ma so usare anche il destro e la mia predilezione è controllare il pallone per poi girarmi e tirare. Ho anche una buona velocità e mi trovo bene con quei giocatori che sanno sfruttare le sponde, che mi girano attorno rapidi o con le ali abili a crossare in centro. Da tifoso del Toro Belotti è un punto di riferimento, ma sicuramente come tipo di giocatore l'ideale a cui mi ispiro maggiormente è gente come Lukaku o Zapata. Poter essere paragonato a loro farebbe un gran piacere."
Punto debole?
"Devo migliorarmi a livello tecnico. E anche di testa. Spesso mi intestardisco e vado a fare la guerra alle difese, quando sarebbe meglio giocare semplice con lo scarico ai compagni".
Chieri è una bella piazza, ma lontana da casa.
"Si, vivo vicino ad Alba e ovviamente non ho sempre giocato qui. Dopo i primi passi in realtà piccole come Gallo e Langa, sono passato alla Montatese e lì sono cresciuto tre anni, poi con alcuni compagni abbiamo fatto il salto e ora sono quattro stagioni in forza al Chieri. Sono davvero molto contento di essere qui, si nota subito la qualità che c'è in una società simile, a livello di preparazione, di gioco, di velocità, fin da piccoli si respira quel che sarà il vero calcio, è un ambiente molto professionale, sto davvero bene. Il tecnico Zucco mi sta aiutando molto a crescere, ma guardando indietro non posso non ringraziare Nando Gorrino, che al Gallo mi ha segnato moltissimo sia come calciatore che come persona."
E qui stai vivendo un'annata davvero combattuta.
"Lo scorso anno è stata dura stare fermi. La mia prima esperienza con il calcio serio, fermata dopo solo un mese. C'era tanta voglia di spaccare il mondo e fermasi così ci ha buttato giù di morale un po' tutti. La società ci ha seguito tanto però, attraverso schede di lavoro, sentendo regolarmente il mister. Ci aggiornavamo e cercavamo di tenerci pronti e quest'anno stiamo dando vita a tante bellissime sfide. Il girone è davvero tosto, tutte le squadre se la giocano e sappiamo sarà dura, ma ovviamente noi puntiamo alla vittoria del girone e poi alle fasi finali per giocarcela con tutti. Mi piacciono le sfide tese, come quella vinta con la Cbs. E' davvero una bella squadra, con un gran gioco e la capacità di metterci in difficoltà. Noi venivamo da due sconfitte ed un pareggio e la vittoria, per altro decisa da una mia punizione, ci ha dato tanta fiducia".
La vostra forza?
"Il gruppo sicuramente, siamo molto uniti e questo ci permette di esprimerci al meglio. Siamo una grande squadra, che gioca rapidamente palla a terra e in velocità sa far male. Io spero di contribuire con sempre più reti. Per ora sono a 7, ma so posso migliorare la mia media e puntare ai 25/26 in stagione".
Speranze future?
"Il sogno è il professionismo ovviamente e la serie A su tutto. Altrimenti in Premier sarebbe un'esperienza affascinante. Nel breve periodo spero ovviamente di continuare a crescere, di guadagnarmi attenzioni da squadre professioniste e ricevere qualche chiamata."
Cambieresti qualcosa nel calcio di oggi?
"Rivedrei in qualche modo il fuorigioco, trovo assurdo che si annullino reti per un millimetro di pelle oltre la linea. Nel calcio giovanile invece mi spiace sentire spesso di risse e fatti simili, penso le società debbano prendere provvedimenti molto severi ed agire con decisione".
Un ultimo ringraziamento?
"Sicuramente ai miei compagni di squadra che saluto e ringrazio per tutto quello che viviamo in campo. Ai miei compagni di Montà, con i quali riesco a venire da così lontano e mia aiutano vivere questa esperienza. E alla mia famiglia, che rende possibile tutto questo".