INTERVISTA - Il coordinatore sportivo e tecnico: “Annata complicata, ma abbiamo fatto benissimo grazie ai nostri allenatori, alla perfetta macchina organizzativa e alla passione dei ragazzi. Alcuni nostri giocatori passeranno alla Juventus. Per la prossima stagione, faremo l’Under 16 e abbiamo un progetto di Prima squadra”
È sempre un piacere parlare di calcio con Tony Marchio, per un motivo molto semplice: sa di cosa parla. Non si rimane per caso 40 anni alla Juventus, non si viene scelti per caso per rilanciare il progetto Sisport, “una grande azienda che va a braccetto con una grande società”.
Direttore, partiamo dagli allenatori. Avete già deciso lo staff tecnico, almeno per quanto riguarda il Settore giovanile?
“La premessa è che hanno fatto tutti benissimo e sono stati un valore aggiunto, in questa annata complicata, da Pecorari in Under 15 fino agli istruttori dell’attività di base, che sono tutti laureati in scienze motorie, capaci del giusto approccio con i bambini rispetto alle diverse fasce d’età. La nostra intenzione è confermarli in blocco, ma è normale che profili di questo livello, con trascorsi nel calcio professionistico, abbiamo anche proposte importanti. Nel giro di qualche giorno definiremo tutto”.
Annata complicata, dicevi.
“Complicatissima, non solo per il calcio. Devo dire che nel nostro ambito, nonostante la pandemia, abbiamo svolto un ottimo lavoro organizzativo e anche tecnico. La stagione è iniziata con il torneo di Rosta, dove siamo arrivati in finale con quasi tutte le squadre. Quando hanno sospeso i campionati Under 15 e Under 14, avevamo 55 gol fatti e solo uno subito. Poi abbiamo sempre lavorato, anche a distanza in zona rossa, allenandoci nel pieno rispetto delle regole di sicurezza quando si poteva. I ragazzi non hanno perso un allenamento, anche di inverno, anche senza partitelle, è stata davvero una bella sorpresa. Devo fare i complimenti a loro, alle famiglie e a tutti i nostri collaboratori, davvero bravi”.
Cosa facevate a distanza?
“Abbiamo usato la fantasia, abbiamo proposto allenamenti da fare a casa e ci siamo divertiti con le gare di tecnica, con una partecipazione e un entusiasmo che - ripeto - mi hanno sorpreso”.
Eppure tanti ragazzi rischiano di abbandonare il calcio, soprattutto quelli più grandi.
“Penso che sia un rischio che prescinde dalla pandemia, c’era prima e ci sarà dopo: il calcio richiede sacrifici che sempre meno ragazzi hanno voglia di fare. Lo sport è importante a livello fisico ed educativo, il calcio ha bisogno di giocatori con la mentalità del lavoro: in questo senso il contributo delle società sportive dilettantistiche è fondamentale, ma serve grande organizzazione e capacità di dare gli stimoli giusti”.
Dalla prossima stagione si tornerà alla normalità…
“Speriamo!”
Programmi e novità?
“Tante novità. Sicuramente avremo anche la categoria Under 16, ma c’è anche l’ipotesi di formare una Prima squadra, per dare un ulteriore sbocco ai nostri ragazzi. Poi partiremo con un progetto di baby calcio. Ma al di là dei discorsi specifici, di cui parleremo quando saranno ufficiali, mi interessa sottolineare che la Sisport guarda sempre avanti e ci vede lungo, è una fucina di talenti, un laboratorio di idee, che può far crescere tutto il movimento”.
Con l’Under 16 completate la filiera e potete qualificarvi ai campionati regionali.
“È un obiettivo, ma non farà la differenza sulla qualità del nostro lavoro. Anche quest’anno abbiamo giocato, ogni volta che si poteva, test match di alto livello, con squadre regionali, nazionali e con la Juventus, tutte le settimane con più squadre. E ci siamo sempre dimostrati all’altezza. La scelta di puntare su allenatori come Pecorari, Vegliato, Bassoule, che sono cresciuti nelle giovanili della Juventus e hanno centinaia di presenze nel professionismo, fa la differenza: la dimostrazione del gesto tecnico, un’infarinatura tattica per i più grandi, la capacità di gestire le situazioni con lucidità: sono tutti valori aggiunti nella crescita dei ragazzi”.
A proposito di Juventus, ci saranno tanti giocatori che andranno alla “casa madre”?
“C’è un grande legame: provini ne abbiamo fatti tantissimi, a dimostrazione della bontà del lavoro svolto, 6 o 7 di questi ragazzi passeranno dalla Sisport alla Juve, ma dobbiamo aspettare le comunicazioni ufficiali”.
Un bello stimolo per l’ambiente.
“L’ambiente è sano, positivo, sono contenti i ragazzi e sono contenti i genitori, infatti avevamo 700 tesserati quest’anno e puntiamo ad averne anche di più nella prossima stagione. Curiamo la parte tecnica in modo professionale e stiamo attenti ai comportamenti, siamo troppo vicini alla Juve per ignorare questi aspetti. Vedo troppa pressione, troppe aspettative: dobbiamo imparare a dare la giusta misura alle cose e insegnare ai ragazzi a vivere con normalità nella vittoria come nella sconfitta. Vogliamo proporre un modello di società per il territorio”.