Stampa questa pagina
Venerdì, 27 Febbraio 2015 18:24

Best

Scritto da Giovanni Falconieri
Vota questo articolo
(2 Voti)

«Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l’ho sperperato». Velocità incontrastata sulle lunghe distanze e dribbling ubriacanti, abilità e imprevedibilità con la palla al piede, facilità irrisoria nel superare i difensori avversari e capacità assoluta di disegnare calcio. 

George Best il miglior calciatore nordirlandese della storia e uno dei migliori di tutti i tempi, è stato un attaccante dalle qualità tecniche immense, dotato anche di potenza, stacco di testa e abilità nei contrasti. Peccato, però, che accanto alle sue straordinarie qualità di calciatore abbiano trovato posto anche le donne, l’alcol e le automobili: «Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool. Sono stati i venti minuti peggiori della mia vita».

La genialità e la sregolatezza dell’ex campione del Manchester United, la sua ascesa e l’inevitabile caduta vengono narrati nel film che la regista Mary McGuckian, inglese di nascita e nordirlandese d’adozione, ha voluto dedicare a tutti i costi al calciatore simbolo dell’Ulster. Best, pellicola uscita nell’anno 2000, affronta la tormentata esistenza dell’estroso attaccante del Regno Unito, dal suo trasferimento ancora in giovane età nel settore giovanile dei Red Devils alla definitiva consacrazione con la vittoria della Coppa dei Campioni e l’assegnazione del Pallone d’oro nel 1968.

La notorietà, la fama e il successo, ma soprattutto il denaro, trascinano però il calciatore in un vortice di eccessi da cui non è più in grado di uscire, lo conducono in un tunnel di alcol, gioco d’azzardo, auto veloci e notti folli che ne compromettono in maniera permanente i rapporti sociali e l’attività di calciatore: «Quando il calcio era importante e io giocavo bene, non vedevo l’ora di alzarmi la mattina: era la mia unica ragione di vita. Quando il gioco non è bastato più a buttarmi giù dal letto, non ho visto altri motivi validi per smettere di bere».

A volere fortemente questo film non fu solo la regista McGuckian, ma anche l’attore chiamato a impersonare Best, vale a dire quel John Lynch che nel frattempo era stato capace di affermarsi grazie a pellicole come Il nome del padre (1993) e Sliding Doors (1998). Lynch, marito della McGuckian e sceneggiatore egli stesso del film, è nordirlandese come lo era Best. E di Best, attraverso la sua interpretazione, ha voluto far emergere soprattutto l’incapacità di voltare le spalle agli eccessi e di tornare a una vita normale. Nonostante l’aiuto dei compagni di squadra e del vecchio allenatore Matt Busby, George non ce la fa proprio a staccarsi dalla bottiglia e dalle belle donne, non riesce a rinunciare ai tavoli da gioco e ai bolidi della strada: «Ho sempre voluto essere il migliore in tutto: in campo il più forte, al bar quello che beveva di più». L’alcol, il sesso, il gioco e la velocità segnano indelebilmente l’esistenza dell’uomo e ne accelerano la caduta verso gli inferi. E dagli altari alla polvere, il passo è breve: «George Best ha passato 12 anni della sua vita a fare il genio del calcio e altri 25 a raccontare quei 12 anni», scrisse infatti di lui un giornalista.

Accanto alla recitazione degli attori, nel film scorrono le immagini di repertorio con le giocate più belle e i gol più celebri del geniale attaccante nordirlandese. La grandezza e la passione per il pallone del calciatore George Best si scontrano e fanno a pugni con la solitudine dell’uomo George Best, incapace di fronteggiare e sconfiggere i demoni e le debolezze che lo condurranno inevitabilmente all’autodistruzione. Best, ancora in vita all’epoca del film, compare nei fotogrammi di chiusura dei titoli di coda: pochi mesi prima era stato sottoposto a un trapianto di fegato. «Sono stato lì dentro dieci ore e ho preso quaranta pinte, battendo il mio record precedente per soli venti minuti», disse poi riferendosi alla trasfusione di sangue a seguito di quel trapianto. Il calciatore nordirlandese morirà nel 2005, all’età di 59 anni, per colpa della cirrosi epatica. «Se non fossi quello che sono, vorrei essere una rockstar», disse una volta in occasione di un’intervista. Perché, spiegò, solo una rockstar è più famosa di un calciatore. Per George Best, la fama era tutto. E per la fama, George Best sacrificò tutto. Sacrificò la carriera. Ma sacrificò soprattutto la vita.

 

Titolo: Best 
Regia: Mary McGuckian 
Nazionalità: Regno Unito 
Anno: 2000
Durata: 102’
 

Letto 1839 volte Ultima modifica il Giovedì, 05 Marzo 2015 09:36

Articoli correlati (da tag)