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Giovedì, 16 Dicembre 2021 12:15

Provinciali / U15 Torino - Davide Borin guida la strepitosa Sisport, alla conquista dei Regionali e oltre

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Davide Borin dopo la vittoria Palio di Torino Davide Borin dopo la vittoria Palio di Torino

INTERVISTA - Il tecnico della fenomenale Sisport che domina il girone A con 107 reti fatte, 0 subite e 9 vittorie su 9, si racconta, dagli esordi a quella che è a tutti gli effetti la sua prima, entusiasmante esperienza alla guida di una compagine nei campionati giovanili.
 


Mastica calcio di buon livello fin da piccolo Davide Borin, passando ben dodici anni nelle giovanili della Juventus per poi girovagare tra serie D (dove vincerà il campionato con la Pro Belvedere), Lega Pro ed Eccellenza. La rottura per ben tre volte del crociato però, mette fine prematuramente alla sua carriera a soli 27 anni, ma parallelamente segna un nuovo inizio del suo percorso sui campi da gioco.

"Quando ero al Seregno in serie D ho avuto la mia primissima esperienza di allenatore, seguivo i Pulcini. Successivamente, dopo l'ultimo intervento che mi ha costretto ad appendere le scarpette al chiodo, ho preso in carico gli Esordienti all'Orione Vallette per poi ricevere la chiamata di Michele Vegliato alla Sisport tre stagioni fa. Sono stato fortunato, conoscendo sia lui, che Antonio Marchio, che mi allenò da piccolo. Assieme a Stefano Falbo stanno costruendo qualcosa di importante e mi hanno dato fiducia, prima affidandomi gli Esordienti per due stagioni, poi chiedendomi di passare al Settore Giovanile e affidandomi questo gruppo fantastico".

Con cui state facendo cose strepitose
"La mia strada è stata in discesa, perché Vegliato ha guidato i ragazzi per due anni e mi ha affidato una squadra formata e compatta, composta da elementi eccezionali. E ho potuto usufruire dei suoi consigli e di un ambiente ottimo e professionale".

Com'è lavorare alla Sisport?
"E' una splendida realtà. Avendo vissuto da giocatore certe realtà, posso dire che poche società a questi livelli lavorano in modo così serio e professionale. Per fare un esempio pratico, due volte alla settimana un osteopata viene al campo per seguire gli infortunati. Questa è una cosa che non hanno tutti, un aspetto portato da Marchio dal professionismo, che dimostra come lavoriamo e quanto sia ambizioso il progetto Sisport. Anche l'attenzione messa dalla società lo scorso anno, quando tutto si è fermato è sinonimo di grande serietà e professionalità. Pur nelle difficoltà, si è cercato di non far mancare nulla ai ragazzi, di essere sempre presenti facendoli lavorare quanto più possibile, seguendoli da casa. E' stata dura per tutti, ma gli ottimi risultati ottenuti dalle varie annate dimostrano quanto di buono si sta costruendo. Dall'Under 14 ai regionali, passando per noi e l'Under 16 primi nei Provinciali, alla crescita della prima squadra, tutto frutto del gran lavoro che si svolge qui".

Cosa vuol dire lavorare con i ragazzi?
"E' impegnativo. Abbiamo un ruolo importante, in un momento della crescita molto difficile. Spesso vediamo i ragazzi più delle loro famiglie e dobbiamo essere bravi a mantenere la loro voglia e la loro attenzione accese, specialmente in questi anni, quando cominciano le distrazioni esterne. Creare situazioni che li tengano interessati e che li coinvolgano tutti, anche a prescindere dal minutaggio che li vede impegnati in partita. Penso sia giusto a questa età continuare a coinvolgere tutti, ma giocoforza man mano che crescono capiscono anche loro che ci sarà chi gioca di più e chi meno, devi fare delle scelte ed è importante lavorare affinché tutti si sentano importanti. La società sotto questi aspetti aiuta tanto, trasmettendo serietà e passione e i ragazzi la sentono e ciò aiuta a creare un gruppo equilibrato. Anche dopo lo scorso anno la voglia di ripartire non è mai mancata e alla ripartenza mentalmente la squadra era a posto. E' stata dura dal punto di vista fisico, recuperare tutti, avere pazienza ed aspettare chi era più indietro, è stato un vero tour de force. Ma abbiamo visto lo spirito giusto da parte di tutti, il gruppo era unito e felice e non ci siamo mai fermati."
"Dal punto di vista tecnico il nostro obbiettivo è formare giocatori che sappiano stare in campo. A questa età trovo non sia giusto incentrarsi su un'idea di modulo statica, legando i giocatori a ruoli esageratamente ben definiti. Devono far loro dei principi generali, quegli aspetti del gioco che troveranno man mano che crescono. Serve essere capaci di adattarsi, anche da parte nostra."

I risultati parlano per voi, ma non è un peccato che un gruppo così non sia ai Regionali?
"Sono convinto che questi ragazzi meritano altri palcoscenici, con tutto il rispetto per le avversarie odierne. Non lo dimostrano solo queste 9 gare, ma anche tutte le amichevoli che abbiamo disputato precedentemente. La società è conscia della forza di questo gruppo e ha cercato di organizzare test con squadre che disputano i Regionali. So che le amichevoli possono non essere troppo indicative, ma abbiamo sempre vinto. Per qualità tecniche, di gruppo, sarebbe ingiusto costringere la squadra ad un'altra annata ai Provinciali."

Pensi resterai sempre nel mondo del calcio giovanile?
"In questo momento ho un lavoro, ma l'idea è quella di rimanere sempre di più sui campi. Ho preso il patentito Uefa C e il prossimo anno dovrei conseguire il B, l'idea di gestire un gruppo formato e adulto mi stuzzica, non lo nego e sarebbe un sogno salire sempre più di livello. Ma quello che sto ricevendo da questa esperienza adesso è qualcosa di unico. Non lo nego, non avrei immaginato che stare nel mondo del calcio giovanile mi sarebbe piaciuto così tanto. In questi due anni ho imparato moltissimo sulla gestione del gruppo, sul rapporto con loro. Vedere come questo si sviluppa, vedere la loro crescita, dà una grandissima soddisfazione. In questo momento mi godo questa esperienza e questo progetto ambiziosi in una società così seria e professionale."

Ultima modifica il Giovedì, 16 Dicembre 2021 13:51

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