Venerdì, 30 Maggio 2025

Andrea Baseotto e PlayOff Sport Events verso Rimini per il Summer Soccer Camp High Performance

Scritto da Luca Mereu

INTERVISTA - Andrea Baseotto è uno psicologo, una delle “nuove” figure di riferimento del calcio moderno, partito dal dilettantismo, ora nel professionismo. “È un aspetto fondamentale per il futuro del calcio, riguarda principalmente la comunicazione con i ragazzi, la gestione dei gruppi”


Andrea, prima di tutto raccontaci cosa vuol dire psicologia dello sport, e in particolare come si applica al calcio.
“Il tema della psicologia applicata allo sport è uno dei più importanti che stiamo affrontando nel calcio di oggi. Rispetto a un tempo c'è molta più sensibilità verso l'argomento, è un aspetto fondamentale per il futuro del calcio, riguarda principalmente la comunicazione con i ragazzi, la gestione dei gruppi. In generale è una disciplina che deve offrire uno sguardo a 360°, abbattendo magari quelle resistenze che possono venire a crearsi da parte dei genitori e coinvolgendo gli allenatori. Non dimentichiamo che devono essere questi ultimi le figure di riferimento per i giovani calciatori, noi psicologi non dobbiamo esautorarli, dobbiamo aiutarli a dare una direzione, ma l'imprinting da trasmettere ai ragazzi deve venire da loro. Il nostro intervento può servire direttamente a livello individuale, in quelle situazioni dove magari il giovane ha problemi di vario tipo o semplicemente per tenerlo sul pezzo, in modo che affronti allenamenti e partite con l'approccio mentale giusto. Le grandi squadre in genere hanno tante figure di riferimento che operano su diversi livelli, anche per la formazione dei dirigenti e per gestire i rapporti con i genitori, sono aspetti che a scendere sarebbe opportuno vedere in tutte le categorie. Anche perché spesso durante le partite a livello giovanile si vedono in campo e sugli spalti gesti deprecabili, queste cose non devono più accadere, purtroppo spesso non si capisce l'influenza che hanno sui giovani calciatori. Mi rendo conto che è complicato, aumentano i costi per le società e in Italia a livello economico siamo più indietro rispetto ad altri paesi, meno soldi, meno strutture, meno figure dedicate totalmente al lavoro sul campo, con - di conseguenza - meno tempo per la formazione dei ragazzi. Ho comunque fiducia per il futuro, vedo tanti giovani appassionati che guardano avanti per migliorare il mondo calcio, persone che hanno interesse perché le cose cambino”.

Oltre alle stagioni regolamentari, il tuo lavoro riguarda anche la collaborazione nei camp estivi con la PlayOff.
Ho avuto modo di rapportarmi con la società PlayOff Sport Events, leader da tanti anni nel settore. Mi sono trovato bene fin da subito, con i responsabili e con lo staff di primissimo livello che mettono a disposizione dei ragazzi. Tutti allenatori patentati Uefa, match analyst, mental coach, davvero un impegno profuso di spessore, tutto volto alla valorizzazione dei giovani calciatori. Senza dimenticare gli aspetti ludici che le giornate vissute in questi contesti devono avere, il divertimento non deve mai mancare. Credo la bontà del lavoro svolto in passato sia certificata anche dal fatto che ben 14 dei ragazzi passati dai camp, siano poi approdati al professionismo”.

Cosa prevede questa esperienza?
“Gli allenamenti sono divisi in due tranche di due ore ciascuna, con successivamente l'incontro con il match analyst. Dividiamo i gruppi tra 8/10 ragazzi e con loro poi c'è un confronto individuale in genere di 40 minuti per approfondire alcuni aspetti a livello mentale. Sul campo si cura ogni dettaglio, i ragazzi vivranno una settimana come veri professionisti, abbiamo addirittura il magazziniere che prepara i kit. Dopo il successo di Sauze d'Oulx, abbiamo aperto a Rimini; lì avremo anche la possibilità andando in spiaggia di svolgere attività come calcio-tennis, foot-volley, beach soccer, tutto per sviluppare al meglio le qualità dei ragazzi e farli divertire. È un format che si è rivelato vincente e che ha soddisfatto tutti fino a ora, ci credo molto”.

A che punto siete con le richieste?
“La nostra idea è quella di mantenere un livello decisamente alto, quindi gioco forza non è un evento per tutti. Per fare questo durante l'anno creiamo un database con ragazzi che abbiamo notato, avendoli visti dal vivo sui campi. Loro hanno la precedenza, ma accettiamo ovviamente anche candidature, previo invio di un video e se possibile invito a seguire partite. L'obiettivo è di puntare sulla qualità, non sulla quantità. I camp estivi sono sempre tanti, noi cerchiamo di creare gruppi facilmente gestibili (al momento per Rimini andiamo verso la chiusura con una trentina di ragazzi) per offrire ai partecipanti il meglio che possiamo mettere a disposizione”.

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