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Venerdì, 08 Settembre 2023 09:51

Under 16 regionali - Tommaso Tuzzolino si racconta, pronto al riscatto con la maglia del Volpiano Pianese

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INTERVISTA - Una nuova avventura per il centrocampista in forza alle foxes, arrivato dal Torino con tanta voglia di lanciare un segnale alla sua ex squadra in un gruppo che punta in alto.


Tommaso, presentati.
"Sono un centrocampista mancino, posso giocare indifferentemente da mediano, mezzala o trequartista. Ho un buon tiro dalla distanza e sono abile negli inserimenti e nei lanci, ho una buona visione di gioco. Sono cresciuto nella Pro Eureka dove ho giocato per 7 anni e mi son fatto notare da Juventus e Torino, con cui ho sostenuto diversi provini per rispettivamente 4 e 2 anni. A 11 anni sono passato ai granata, dovo tra alti e bassi ho vissuto bei momenti girando l'Italia disputando e vincendo tornei, soprattutto la scorsa stagione. Ora eccomi qui in prestito al Volpiano".

Come hai vissuto questo passaggio dal professionismo al dilettantismo?
"Sono dispiaciuto per il trattamento ricevuto dal Torino, non mi ha fatto piacere come si sono comportati. Però la sto vivendo bene, sono estremamente motivato a dare sempre di più e dimostrare che si sono sbagliati. Il Volpiano mi ha convinto per il progetto, per essere una bella società seria e mi ha riservato una bella accoglienza".

Al Super Oscar hai esordito con un gol. Che idea ti sei fatto dalle prime partite?
"Per certi versi sembra tutto più facile, in allenamento senti la differenza di intensità e nel professionismo è difficile trovare squadre di basso livello. Qui però ho trovato un bel gruppo, anche i compagni mi hanno accolto bene e ci sono delle belle individualità. Garbellini lo conoscevo e sapevo fosse bravissimo. Mi ha colpito molto Pettinari, che è il mio collega di centrocampo e con il quale ci siamo trovati subito in sintonia. Siamo un'ottima squadra che può crescere molto".

Dal canto tuo su cosa pensi di dover lavorare maggiormente?
"Dovrei irrobustirmi, aumentare la mia capacità fisica. Poi migliorare con il piede debole e nella costruzione dal basso".

Hai dei punti di riferimento?
"I miei calciatori preferiti sono Messi nel presente e guardando al passato Maradona, entrambi mancini".

Pensando al tuo percorso, c'è qualcuno che ti ha segnato particolarmente tra i tecnici che hai avuto?
"I primi in assoluto sono Mauro Masi e Roberto Pizzi, che mi hanno aiutato tantissimo alla Pro Eureka. Poi al Torino in uno stesso anno ci son stati Nordine Hallil, Mauro Vela e Gianluca Cabella. Tutti loro mi hanno insegnato tanto, sono il prototipo del perfetto allenatore per quanto mi riguarda, perché non solo sono preparati, ma sanno comunicare, sanno come spronarti e spingerti a dare sempre di più, senza abbatterti e stimolandoti con rinforzi positivi. Se dovessi fare un esempio con un allenatore famoso, direi Gattuso".

Nel futuro dove ti piacerebbe essere?
"Da tifoso prima ti avrei detto al Torino, ma dopo quel che è successo non vorrei tornarci. Sognando in grande ti dico il Barcellona, che seguivo quando c'era Messi e perché è una società che punta davvero sui giovani, basta vedere che oggi gioca titolare un 2007 come Lamine Yamal".

Giovani e calcio italiano, c'è un problema di fiducia qui?
"Siamo indietro rispetto ad altre realtà, non solo la Spagna, ma anche l'Olanda per esempio, dove si inizia prima a giocare a 11, si formano prima i giocatori. Credo che si debbano prendere iniziative per aiutare il movimento, per promuovere l'utilizzo di più ragazzi italiani, anche in ottica Nazionale. Ma noi abbiamo un grosso problema di meritocrazia a mio avviso, spesso va avanti chi ha maggiori conoscenze, chi ha il procuratore migliore. C'è una ricerca esasperata verso i soli aspetti economici, quel che sta succedendo con il calcio arabo è un esempio e spesso molti ragazzi puntano solo a quello invece che alla passione e al piacere del gioco".

Come vedi una vita al di là del calcio?
"In realtà rimarrei nel mondo, perché mi piacerebbe fare l'arbitro".

Una scelta curiosa e controcorrente.
"Mi sono sempre chiesto cosa si provi a stare da quel lato, è un mondo che mi incuriosisce molto, anche se è molto difficile e spesso non si fa tanto per capirlo. Sono contento di aver trovato qui al Volpiano un allenatore come Gianluca Baseggio che non si concentra su eventuali errori arbitrali, ma ci spinge a tenere la testa nella partita, non lamentarci e pensare a giocare. E' un ottimo esempio per tutti".

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