BANDO DI CONCESSIONE - La Commissione per gli impianti sportivi è chiamata a deliberare in base ai punti del bando: storicità, finalità sociali e coerenza con le esigenze del territorio spingono dalla parte della società rossonera, mentre la concorrente (con un investimento maggiore) punta a sostituire il campo da calcio con campi da padel, tennis e pickleball
Che succede alla Cbs? È vero che la società rossonera - realtà storica del calcio dilettantistico con 500 tesserati e 22 squadre, da due anni Academy Juventus - rischia di perdere l’impianto sportivo di corso Sicilia? È possibile i campi da calcio (gli unici dei quartieri Cavoretto, Borgo Po e San Salvario, da cui deriva l’acronimo Cbs) vengano sostituiti dagli ennesimi campi da padel, tennis e pickleball?
Domande legittime, che assillano chi veste i colori della Cbs e scuotono l’intero movimento calcistico piemontese, che ha espresso unanime solidarietà nei confronti della società del presidente Maurizio Ariaudo. È infatti attesa in questi giorni, se non in queste ore, la delibera della Commissione per gli impianti sportivi, chiamata a scegliere tra le due proposte che partecipano al bando pubblico di concessione. Da una parte la Cbs, forte di un piano di riqualificazione con un investimento complessivo di 1,4 milioni di euro che comprende il rifacimento dei campi da calcio e la sistemazione di tribune, spogliatoi e aree esterne (qui i dettagli della prima proposta, poi integrata su richiesta della Commissione stessa). Dall’altra una società di Chieti, finora attiva nel basket, riunita in ATI (associazione temporanea di impresa) con una società sportiva cittadina, che ha un progetto di importo maggiore - quasi due milioni di euro - per convertire l’impianto sportivo dal calcio al padel e affini.
Interpellato sulla vicenda, l’Assessorato allo Sport del Comune di Torino si riserva di commentare ex post, ma non può in alcun modo intervenire in merito all’assegnazione dell’impianto sportivo di corso Sicilia. Non è una scelta, è una chiara disposizione di legge secondo “i principi di libertà di concorrenza, pubblicità e trasparenza”, per evitare insomma ingerenze politiche in una questione puramente tecnica.
La Commissione per gli impianti sportivi, infatti, è chiamata a deliberare in base ai punteggi ottenuti dalle due proposte in risposta alle richieste del bando (qui il regolamento sui bandi, per chi volesse approfondire). Tra i criteri ci sono la quantità e il tipo di investimenti, il canone che verrebbe riconosciuto al Comune - 18mila euro anni proposti dalla Cbs contro i 24mila della concorrente -, ma anche l’esperienza nella gestione precedente, la “coerenza tra il progetto di gestione presentato e le peculiari esigenze socio-ambientali del territorio”, “le finalità sociali, comprese eventuali attività culturali, aggregative ed educative”.
Su questi ultimi aspetti non c’è storia: la risposta alle esigenze sociali del territorio che offre una società di calcio come la Cbs, operativa da 40 anni, di immacolata reputazione e sempre protagonista di iniziative benefiche e solidali, non è paragonabile con le finalità, principalmente lucrative, di un centro sportivo che affitta campi da padel, tennis e pickleball. Su questo si basano le legittime speranze della Cbs di vivere anche i prossimi 40 anni nell’impianto sportivo di corso Sicilia, con campi, tribuna, spogliatoi e infrastrutture nuovi di zecca.