Giovedì, 31 Ottobre 2024

Tra i rossoblu del Barcanova, per passare da pulcini ad aquile

Scritto da

REPORTAGE - 10° puntata dei nostri reportage. Oggi al Barcanova Calcio in compagnia del responsabile Scuola Calcio Marco Marangon
 


Sgambettano sul terreno di gioco in sintetico i tre gruppi dei 2008 del Barcanova come arriviamo al campo. Ad accoglierci, Marco Marangon, che oltre a supervisionare tutto l'operato della Scuola Calcio, dirige il primo gruppo di questa annata. Tra una direttiva ai ragazzi e l'altra, parliamo con lui, mentre il suo collaboratore Giuseppe Morlano tiene d'occhio i giocatori. E ci sorprendiamo subito quando il piccolo Luca dirige i suoi nell'allungamento e incoraggiandoli a restare in riga quando partono gli esercizi. Un vero leader, incoraggiato e responsabilizzato dallo stesso Marangon, che sorridendo ci fa subito capire quale filosofia si respira su questi campi.

Sono fiero di dire che il bambino qui è davvero al centro di tutto. Il calcio che proviamo ad insegnare non è solo quello riguardante il gesto tecnico, l'aspetto tattico. In tanti anni che ho vissuto e insegnato, ho capito che lo sport può essere un'ancora di salvataggio un modo per formare un buon uomo. E' stato così anche per me e cerco, grazie alla società, assieme al Dg Franco Delladonna di fare del Barcanova una scuola di vita. Siamo una società storica, dopotutto l'anno prossimo compiamo 100 anni e remando tutti nella stessa direzione, avendo un rapporto sincero coi piccoli, così come tra tecnici e dirigenti, possiamo trasmettere i veri valori sportivi di rispetto, che permettono di muoversi anche nella società. Abbiamo un rapporto con i piccini che va al di là del calcio. Con questo non voglio dire che ci dobbiamo sostituire alle famiglie naturalmente, noi siamo degli istruttori, che richiedono determinati comportamenti sia dai nostri iscritti che da parte dei genitori.

Questo può creare divergenze con le famiglie?
La cultura, non solo sportiva, ma intesa in senso generale è fondamentale e spesso al genitore manca la consapevolezza che il risultato non è la cosa più importante, che non si deve pensare solo al proprio tornaconto, ma al gruppo nel suo insieme. Per risolvere eventuali problemi il confronto con loro deve essere costante e posso dire con soddisfazione che da noi le critiche sono latenti. In periferia spesso ci son situazioni difficili, ma qui da noi l'ambiente è ottimo e ne è una riprova l'estrema educazione dei nostri ragazzi. Alla fine quel che conta davvero è vederli sorridere e per noi insegnanti è gratificante, perché così sappiamo che stiamo facendo un buon lavoro.

Nella pratica come sviluppate gli allenamenti?
Come da direttive federali, i nostri pulcini si allenano due volte a settimana, mentre gli esordienti tre. La particolarità al Barcanova è che non c'è una vera e propria struttura piramidale. C'è una estrema libertà data ai nostri tecnici. Ad inizio anno stabiliamo un programma, una sorta di canovaccio, suddiviso per categorie dove indichiamo su quali elementi lavorare e quali obbiettivi bisogna raggiungere. Poi ogni mister sarà libero di utilizzare i metodi che meglio crede, a seconda delle sue conoscenze e di ciò che ritiene meglio. C'è estrema fiducia, dopotutto abbiamo tutti tecnici preparati e l'appartenenza alla Scuola Calcio Elite lo certifica. Abbiamo anche un preparatore dei portieri specifico, che una volta alla settimana lavora nel ruolo e può eventualmente avvalersi dei suggerimenti di un ex portiere di livello come Alberto Fontana, che lavora con le giovanili. La cosa importante, oltre a centrare gli obbiettivi prefissati, è che ci sia da parte di tutti la trasmissione agli "studenti" del rispetto delle regole, che il lato umano sia sopra tutto a questa età e che il rapporto e il confronto siano sempre diretti e franchi.

E' più difficile preparare i giovani calciatori rispetto ad un tempo?
Purtroppo si. La carenza di attività motoria dei piccoli è qualcosa con cui ci dobbiamo confrontare, un problema che parte da lontano e riguarda la scuola in primis, dove ormai non si fa più tanto. Per cercare di colmare almeno in parte queste carenze, con la società abbiamo iniziato delle collaborazioni con degli istituti, per promuovere l'attività ludico-motoria, concentrandoci sul lavoro coordinativo, senza dimenticare il divertimento. Dobbiamo in un certo senso sostituirci agli oratori, alla strada dove si giocava un tempo.

Vedendo una società così importante per l'universo calcistico infantile, organizzatrice di un torneo prestigioso ed in espansione come il Pulcino di Pasqua e con numeri in piena linea con quelli delle più importanti società del torinese (si parla di 150 iscritti, tra Esordienti, Pulcini e Piccoli Amici), ci chiediamo quanto potrebbe essere bello vedere rappresentative femminili al completo, qui sui campi rossoblu. Marangon è speranzoso, ma anche qui in linea con quanto sentito da altra società, è conscio delle difficoltà.

Abbiamo una squadra di calcio a 5, di ragazze tra i 18 e i 20. Speriamo che possa fare da testa di ponte per sviluppare un progetto che riguardi l'ampliamento della Scuola Calcio e delle giovanili a compagini femminili. E' un qualcosa che vorremmo, ma è un processo lento e difficile, per gli spazi, per l'organizzazione in se. In futuro ci arriveremo, dopotutto quando viviamo i progetti con le scuole, coinvolgiamo anche le piccole e abbiamo da loro ottimi riscontri. Per ora ci teniamo le nostre due iscritte che giocano con i 2009 e 2010.

Letto 5751 volte

Registrati o fai l'accesso e commenta