Mercoledì, 25 Dicembre 2024
Giovedì, 25 Gennaio 2024 14:27

Volpiano Pianese - Lorenzo De Simone: “Siamo in crescita, ce la giocheremo con tutti fino alla fine. Al Piemonte servono due gironi élite”

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INTERVISTA - Il responsabile del settore giovanile a ruota libera: “Nonostante qualche difficoltà iniziale, tutte le nostre squadre stanno crescendo, merito delle rose di qualità e degli allenatori capaci. Diventare Juventus Academy è stato lo spartiacque della crescita della nostra scuola calcio. Cambierei la formula dei regionali, due gironi élite servirebbero ad alzare la qualità di partite e giocatori. Chi toglierei alle avversarie? Naranjo, Curri, Bazzoni e Freguglia”


Partiamo dall’attualità, dalla grande vittoria dell’Under 17 contro la capolista Lascaris, che finora non aveva mai perso. La squadra rimane al 5° posto, a 10 punti dalla vetta, ma è in evidente crescita.
“Vero, la squadra è in forma, abbiamo anche vinto la Winter Cup, ma non mi stupisce perché la rosa è tra le più competitive della categoria. Abbiamo giocato un girone di andata da incubo, abbiamo anche sostituito l'allenatore, ma ci tengo a sottolineare che le responsabilità non sono da attribuire alla precedente gestione. I giocatori non si discutono a livello di singoli, ora sono anche diventati una squadra. È stato bravo Uranio a trovare il bandolo della matassa, da un mese e mezzo le cose funzionano a dovere. L’obiettivo ora è qualificarci alle fasi finali per poi giocarcela". 

Analizziamo le squadre delle giovanili una per una. Anche in Under 16 c’è il duello con il Lascaris, ma qui le fasi finali dovrebbero essere blindate.
“Il Lascaris è in forma strepitosa, ha battuto anche il Torino in amichevole, ma noi dobbiamo guardare in casa nostra e proseguire nella corsa verso la qualificazione. Questo è un ottimo gruppo, ben gestito da un allenatore giovane e capace come Baseggio, che non dimentichiamo la scorsa stagione ha vinto il titolo con i 2008 dell’Alpignano. È da inizio stagione che stiamo facendo benissimo, a partire dalla vittoria del SuperOscar. Purtroppo, i troppi tornei in contemporanea nel periodo natalizio ci hanno messo in difficoltà, abbiamo 6 ragazzi infortunati e siamo corti, nonostante i nuovi innesti. Appena libereremo l’infermeria sono certo che ce la giocheremo con tutti, comprese Lascaris e Chisola, che sono corazzate, ma nelle partite secche non si sa mai”.

L’Under 15 è terza, ma la capolista Pro Eureka è lontanissima.
“C’è stato un momento della stagione in cui potevamo avvicinarci ma non ci siamo riusciti…. Comunque c’è grande fiducia, abbiamo vinto la Winter Cup e perso ai rigori la finale del Caduti di Superga, questo ci ha dato consapevolezza. In questo gruppo sono stati fatti molti innesti, abbiamo giocatori importanti, le qualità ci sono e Senatore è un allenatore esperto, il suo lavoro sta dando i frutti sperati”. 

L’unica squadra ad oggi prima, seppur in condivisione con il solito Lascaris e il Borgaro Nobis, è l’Under 14.
“Mirasola è uno stakanovista, un valore aggiunto. L’anno scorso ha vinto il titolo Allievi, sono contento che abbia accettato di ripartire dall’Under 14, la categoria che presenta maggiori incognite perché i ragazzi escono dalla scuola calcio e bisogna vedere come si adattano al contesto agonistico. Devo dire che questa squadra sta venendo su bene”. 

In generale, il Volpiano Pianese è stabilmente nelle società di vertice: quanto aiuta una scuola calcio in crescita nei numeri e nella qualità, anche grazie all’ingresso nelle Juventus Academy?
“L’ingresso nelle Juventus Academy è stato lo spartiacque della rivoluzione fatta nella scuola calcio. Il primo anno ci è servito per capire come eravamo girati e porre degli obiettivi. Dal secondo anno di affiliazione abbiamo cambiato marcia, anche grazie all’inserimento del nuovo responsabile dell'attività di base, Nicola Di Biase, che ho voluto fortemente. Volpiano ha 15mila anime, bisogna lavorare su tutto il tessuto limitrofo, soprattutto a nord c’è un territorio, per così dire, inesplorato: essere Academy Juventus ci pone come centro attrattivo di una zona molto ampia”.

Quanto conterebbe, come prospettiva, avere la serie D e la Juniores nazionale?
“Sarebbe certamente un plus, il direttore sportivo Tommaso Gallo sta operando molto bene e tra noi c'è sinergia. Una Juniores Nazionale sarebbe importante per aumentare l’attrattività del settore giovanile e dare uno sbocco in più per i nostri giovani. La chiave, a mio avviso, è costruire una società sostenibile, con giovani fidelizzati, e per riuscirci è fondamentale avere un’identità forte e offrire un percorso di crescita di alta qualità. Non essendoci più i vincoli, i giovani possono scegliere dove andare e quindi è necessario offrire loro il meglio. Lavoriamo in questa direzione, ma bisogna ancora alzare il livello: è ovvio che per qualunque realtà dilettantistica la serie D aiuterebbe in questo senso”.

Vi siete laureati campioni nazionali Under 19 nella stagione 2022/2023, un successo clamoroso. Ma quanto manca un titolo regionale anche con il settore giovanile? 
“Sicuramente darebbe prestigio, ma in quello Scudetto c’è tanto del nostro settore giovanile. E aggiungo, le annate che hanno vinto il titolo nazionale e due titoli regionali consecutivi sono quelle penalizzate dalla pandemia. C’è rammarico per i due anni di fermo che non hanno consentito ai nostri ragazzi terribili del 2004 di completare quelle stagioni”.

Bisogna alzare il livello, dicevi prima, un problema che riguarda tutto il calcio giovanile piemontese. A te piace la nuova formula dei regionali, o cambieresti qualcosa?
“Cambierei radicalmente la formula. La scorsa stagione, con 4 gironi regionali, c’erano già distacchi importanti, vuol dire che le squadre erano troppe. Con il quinto girone, bisognerebbe fare due gironi élite. Lo sport è per tutti, certo, ma è giusto che ci siano diverse categorie, stabilite in base alla meritocrazia. Tutte le partite che finiscono con un margine maggiore al 4-0, non sono formative né per chi vince né per chi perde. Le squadre élite devono giocare tra di loro, anche se aumentano i costi, è l’unico modo per migliorare le partite e valorizzare i giocatori, come in Lombardia. Si diventa più bravi a giocare con i più bravi, lo dico sempre. Questa formula valorizzerebbe anche i gironi regionali e provinciali, con un meccanismo di interscambio che premi i risultati. Il problema è farlo capire a tanti addetti ai lavori e ai genitori: meglio i provinciali fatti bene che i regionali senza vedere mai la palla".

I gironi élite attenuerebbero un altro problema del Piemonte, ovvero la mancanza di società professionistiche sotto Juventus e Torino.
“Io, intanto, mi auguro che le nostre nobili società piemontesi riescano a trovare il giusto equilibrio per tornare ai fasti di un tempo, e che al loro fianco emerga qualche società ambiziosa. Per dare maggiori opportunità ai nostri giovani, sarebbe importante avere società piemontesi virtuose in serie B e Lega Pro”.

Capitolo rappresentative, che hanno sempre molti vostri giocatori. Un pronostico per il prossimo Torneo delle Regioni?
“Secondo me, come Piemonte siamo forti in tutte le categorie, tre squadre fortissime. Ma se devo dire una mia impressione, nei 2009 abbiamo giocatori importanti, mi danno l’idea di essere ben strutturati anche a livello fisico. Poi siamo campioni in carica in Under 17, sarebbe bello bissare”.

C’è qualcuno che non è stato chiamato, o non ancora, e secondo te meriterebbe?
“A me piange il cuore che l’anno scorso Riccardo, Lucca capocannoniere dell’Under 17, non abbia partecipato al Torneo delle Regioni, poi abbiamo vinto e va bene così, ma tutti gli anni possono capitare dei casi del genere. Ho massimo rispetto per i selezionatori che conosco e stimo, spero solo che possano chiamare tre giocatori per società, e non due come l’anno scorso, ma è inevitabile che qualcuno rimarrà tagliato fuori comunque. Piuttosto, parlando di rappresentative, sottolineo i nostri ragazzi chiamati nelle rappresentative nazionali: i 2007 Federico Landi e Andrea Stefanelli, il 2008 Fabio Garbellini e i 2009 Cristian Tenca e Giulio Conforti: queste sono grandi soddisfazioni”.

Ancora una domanda sui singoli: molti vostri giocatori sono seguiti dalle professioniste, chi è più vicino al grande salto?
“Domanda a cui non posso rispondere, un po’ per professionalità e un po’ per scaramanzia. Ma io credo che il tempo sia galantuomo…”

Non è una domanda di mercato, è un gioco. C’è un giocatore - o ancora meglio uno per annata - che toglieresti alle avversarie?
“Va bene, giochiamo. Nei 2007 dico Daddy Naranjo del Chisola, ma anche Cristian Ajmar mi piace molto. Nei 2008 il capitano dell’Alpignano, Flavio Curri. Nei 2009 sono tanti, scelgo Davide Bazzoni, bomber della Pro Eureka. E nei 2010 Emanuele Freguglia del Lascaris”.

Ultima. C’è un allenatore con cui non hai ancora lavorato, ma ti piacerebbe avere nel tuo staff tecnico? 
“Mi sarebbe sempre piaciuto lavorare con Andrea Mercuri e Massimo Ricardo, ma ormai sono andati nelle prof, dov'è giusto che rimangano”.

 

Ultima modifica il Giovedì, 25 Gennaio 2024 16:09

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