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Venerdì, 24 Giugno 2022 14:04

Luca Atzori: “In serie D con le idee e i nostri ragazzi, queste sono soddisfazioni vere. Germinario simbolo del Chisola”

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INTERVISTA - Il presidente racconta una stagione straordinaria: “Siamo dei privilegiati a vivere queste emozioni, impensabili a inizio stagione. Abbiamo dato il massimo, ora dobbiamo dare ancora di più. Qui si respira calcio, la differenza l’ha fatta il senso di appartenenza dei giocatori cresciuti nelle nostre giovanili, andremo avanti con loro”


Per la prima volta nella sua storia, il Chisola giocherà in serie D. È il coronamento di una stagione al limite della perfezione per la società di Luca Atzori, che ha messo in bacheca anche due titoli regionali, con le categorie Under 15 e Under 14. Ne abbiamo parlato proprio con il presidente.

Luca, in serie D non si scherza. Adesso sei nei guai davvero…
“No, nei guai no, anche se ci sarà da correre e se finora abbiamo dato il massimo, adesso dobbiamo dare ancora di più. Ma queste sono soddisfazioni, è il modo più bello per ripagare tutti gli sforzi che abbiamo fatto in questi 10 anni, anche a livello umano. È stato fantastico: nei playoff nazionali, e dove andiamo? ci siamo domandati. E invece siamo andati fino in fondo e abbiamo vinto, contro realtà che magari non incontreremo mai più, che hanno 3 o 4 volte il nostro budget. Abbiamo vinto con Germinario, Dagasso, Zeni, con i nostri ragazzi. Ripeto, queste sono soddisfazioni vere, siamo dei privilegiati ad averle vissute”.

Stai ancora festeggiando?
“Siamo in una bolla, non pensavo che la serie D desse tutta questa visibilità, creasse tutto questo movimento. Ci stanno chiamando tante società per farci i complimenti e questo ci fa molto piacere. E si sta proponendo chiunque, anche nel Settore giovanile. Adesso bisogna fare selezione…”

Anche perché, parlando di giovanili, le squadre sono già forti.
“Esatto, abbiamo vinto due titoli, abbiamo un’ottima base anche negli Esordienti e nella Scuola calcio, non dobbiamo certo ricostruire. Ripeto, si propongono in tanti, noi ripartiremo dai nostri e proveremo a migliorarci ancora”.

Nel Settore giovanile, per fare meglio di quest’anno vuol dire vincere almeno tre titoli regionali.
“Il mio sogno è fare poker, magari è impossibile ma il sogno è quello. E fare meglio a livello nazionale. Se siamo arrivati in serie D, vuol dire che possiamo fare tutto”.

I segreti di questo successo?
“È il frutto del lavoro di 10 anni: inizialmente abbiamo fatto fatica, poi ci siamo stabilizzati, poi siamo cresciuti, se non ti inventi qualcosa di nuovo tutti gli anni, finisce che ti fermi e torni indietro. La cosa bella è che mi giro e vedo tanti ragazzi pronti, abbiamo talenti per i prossimi anni”.

Possiamo dire che Germinario, che è al Chisola fin da quando non sapeva ancora allacciarsi le scarpe, è il simbolo del vostro modo di lavorare?
“Alla grande. È riduttivo dire che è il simbolo della squadra, è l’emblema della società Chisola. Noi siamo questo, un ragazzo dei Pulcini che porta la Prima squadra in serie D. Ovviamente non solo lui: Dagasso, Zeni che è qui da quando aveva 6 anni, Luca Sardo, Perotti, Garcetti, Belluca, Geraci, Viano e me ne dimentico qualcuno. Ricordo un’intervista di Bolla, qualche anno fa: tutti dicevano che il sogno era diventare professionista, lui che il suo sogno era andare in serie D con il Chisola… Questo è senso di appartenenza, è un valore che poi trasmetti in campo, o ce l’hai o non ce l’hai, di sicuro non si compra. Su 20 giocatori più di metà è cresciuto qui al Chisola, questo fa la differenza”.

C’era anche Alessandro Bianco (ora alla Primavera della Fiorentina, dove ha già esordito in Prima squadra, ndr) alla festa.
“Ale è un bravo ragazzo, oltre ad essere bravo a giocare a calcio ha dei valori. Lui sarà sempre legato al Chisola, è anche grazie a noi se ha la possibilità di diventare un calciatore professionista. Magari l’anno prossimo giocherà in serie A, però è venuto lì con noi, a tifare. Vuol dire che a questi ragazzi trasmettiamo cose positive, non siamo solo una massa di idioti che urla alla domenica, gli lasciamo valori e sensazioni positive”.

Farete la serie D con una squadra giovane?
“Certo, la base della rosa sarà quella attuale, con i nostri 2003, 2004 e 2005. Dobbiamo prendere un portiere, un difensore, un centrocampista e un attaccante di categoria, la spina dorsale della squadra. Poi giocheremo con 6/7 fuoriquota, anche perché Germinario, Dagasso e Zeni sono dei top in serie D. Se poi per loro arriverà una chiamata, che so, dalla serie B, li faremo andare, è ovvio”.

Anche la Juniores nazionale sarà un bell’impegno.
“La logistica sarà impegnativa, ma fare la squadra non sarà un problema, i nostri 2005 sono un ottimo gruppo, e adesso si stanno proponendo giocatori da tutte le parti, vedremo. Sarà una vetrina per i nostri ragazzi, un’opportunità che devono sfruttare al meglio. La Juniores è serbatoio per la Prima squadra, è vero, ma la categoria è prestigiosa e giocheremo per vincere, come sempre. Sono contento anche per Andrea Gnan, è stato premiato il suo azzardo di accettare l’Under 19”.

Insomma, ci sarà da correre ma anche da divertirsi.
“Sì, si prospetta un’annata carica, bella piena, ma siamo tutti felicissimi di poterla vivere, magari con meno soldi di altri ma con tante idee. Abbiamo l’appoggio delle istituzioni, la Juve ci aiuta anche per il solo fatto di essere un’Academy, ma poi la differenza la fa e la farà la testa di chi lavora, allenatori e istruttori, dirigenti e direttori… Qui al Chisola si respira un’aria diversa, si respira calcio. Anche in serie D”.

Ultima modifica il Venerdì, 24 Giugno 2022 14:34

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