LA LETTERA - Il presidente Massimo Maida scrive a Mossino: “Abbiamo deciso da oggi e per il futuro di partecipare unicamente a campionati provinciali del settore giovanile, affinché ci venga lasciata la possibilità di lavorare senza subire ricatti di nessuno dei “mercenari”, senza ossessioni per i risultati da difendere e senza partecipare al gioco delle ambigue trattative per qualche foto sui social”
Con una lettera (che riportiamo integralmente a seguire) spedita al presidente regionale LND Christian Mossino, il numero uno del PSG Calcio Massimo Maida ha comunicato la decisione “difficile ma giusta” di rinunciare ai campionati regionali del Settore giovanile, in polemica con le società che saccheggiano i gruppi provinciali, i genitori ambiziosi che rendono i figli “mercenari dei regionali” e l’ossessione per i risultati.
Intanto sono ufficiali gli allenatori del Settore giovanile: Diego Di Nunno in Under 19, Manuel D’Errico in Under 17, Beppe Naretto in Under 16, Luca Daniello in Under 15 e Simone Raviolo in Under 14. Lo staff conta sempre sul responsabile Maurizio Calamita (anche allenatore della Prima squadra), sul Direttore tecnico Stefano Guidoni e sul direttore sportivo Armando Iattoni.
LA LETTERA MANDATA A MOSSINO DAL PRESIDENTE DEL PSG
Egregio Presidente,
Le scrivo con la serenità di aver preso, non senza dubbi e contrasti, una decisone difficile ma giusta. Giusta in relazione a quello che sentiamo di essere; per la passione che mettiamo nel nostro lavoro a favore dei giovani atleti e giusta per l’onestà che deriva, così crediamo, dal nostro ruolo all’interno del movimento calcistico federale. Abbiamo da tempo provato amarezza nel vedere gli effetti delle norme in vigore, quelle relative alla partecipazione ai campionati regionali del settore giovanile, sul comportamento dei diversi protagonisti presenti all’interno del movimento calcistico. Poi, finalmente recuperata lucidità, sentiamo di aver preso la decisione giusta.
Brevemente ecco riassunte le principali categorie dei protagonisti a cui ci riferiamo.
LE SOCIETA’
Durante i mesi di giugno (di nascosto, perché ancora in vigore i tesseramenti) e di luglio (invece con clamore ed evidenza), essendo già note le partecipazioni ai campionati regionali e provinciali della stagione successiva, molte società lavorano sistematicamente per “saccheggiare” le altre, quelle che parteciperanno ai provinciali, in conseguenza a quanto determinato dalle norme in vigore che fanno “ereditare” il titolo dalla categoria che ha preceduto quella determinata squadra. “Vieni a fare i regionali da noi” e così poi esibiscono sui social come trofei i nuovi “acquisti” (nel recente caso del Vanchiglia addirittura esibendoli con addosso la nostra maglia PSG, proprio come fossero trofei). Comportamento peraltro, è appena il caso di sottolinearlo, da ritenere più grave in quanto in contrasto con l’etica imposta dalla qualifica di Scuola Calcio d’ Èlite.
LE FAMIGLIE
Genitori ambiziosi, lusingati dalle promesse (di breve durata) delle società che “saccheggiano”, sono i veri “nomadi dei regionali”. La transumanza verso il successo! “A questa età sono i figli che decidono”, ecco l’alibi del genitore “tipo”, utilizzato per nascondere una propria frustrazione senza pace e una misera ambizione.
I RAGAZZI
Le vere e uniche vittime del sistema oggi per come si è sviluppato.
Poi ci siamo noi, PSG Scuola Calcio d’Elite, che svolgiamo l’attività con competenza tecnica e passione umana. Lavoriamo ogni giorno, anche a distanza quando necessario, pensando di avere come unico interesse il nostro giovane atleta e il completamento del suo percorso individuale di crescita atletica e calcistica. Pur in uno sport di squadra, crediamo di lavorare per realizzare la crescita di ogni singolo giovane atleta con le sue diverse caratteristiche, i suoi limiti e le sue potenzialità. Pensiamo sia nostro compito costruire durante gli anni della Scuola Calcio, consolidare nel settore giovanile e poi capitalizzare il lavoro di anni con l’esordio in prima squadra. Noi crediamo questo sia il lavoro per completare un percorso educativo e sportivo.
Le regole di oggi, e il conseguente comportamento dei vari protagonisti, generano effetti che di fatto interrompono questo percorso e ne impediscono la realizzazione. Quando abbiamo un gruppo ai Provinciali veniamo “saccheggiati”, quando ne abbiamo uno ai Regionali riceviamo decine di richieste di “mercenari dei Regionali” che, se da noi accettate, metterebbero fuori rosa i nostri ragazzi, i quali vedrebbero interrotto il loro percorso formativo per inseguire un nostro ipotetico sogno di avere giocatori “più forti” che ti consentano di salvare la categoria. In entrambi i casi, ne usciamo perdenti. Gruppi sfaldati i primi, gruppi che si sfalderanno l’anno successivo i secondi…
Senza parlare di quello che avverrà al compimento del diciottesimo anno dell’atleta: un “carico” di premi di preparazione da riconoscere, a causa del “nomadismo” dei regionali, e quindi nessuna possibilità che una squadra se ne faccia carico (a meno di losche trattative con le famiglie), e quindi una percentuale elevatissima di abbandono allo sport del calcio, proprio nel momento invece in cui si dovrebbe capitalizzare il lavoro di anni con l’esordio in una prima squadra dilettantistica.
Caro Presidente Mossino, noi non ci stiamo più a questo gioco. È per questo che le scrivo e come ho detto all’inizio, abbiamo preso una sofferta decisione ma che ci ha restituito, una volta presa, serenità e convinzione di poter fare meglio il nostro lavoro.
Le volevo comunicare con questa lettera che stiamo trasmettendo in Delegazione la nostra formale rinuncia ai Regionali per le categorie per le quali abbiamo il diritto. Abbiamo deciso da oggi e per il futuro (stante il regolamento attuale in materia) di partecipare unicamente a campionati provinciali del settore giovanile, affinché ci venga lasciata la possibilità di lavorare senza subire ricatti di nessuno dei “mercenari”, senza ossessioni per i risultati da difendere e senza partecipare al gioco delle ambigue trattative per qualche foto sui social.
Il nostro direttivo unito, i responsabili tecnici ed io siamo convinti che questo ci consentirà di tornare a lavorare per il vero obiettivo che deve avere una società di calcio dilettantistico di portare a esordire i propri giovani in prima squadra attraverso un percorso formativo, piuttosto che restare nel gioco delle meschinità per una sterile partecipazione ad un campionato regionale. Costruire nella Scuola Calcio, consolidare nel settore giovanile e capitalizzare nella prima squadra: questo vogliamo fare.
Ci tenevo personalmente ad anticiparle la nostra decisione per avere l’opportunità così anche di spiegarle le ragioni della nostra scelta, nella speranza che possa stimolare una riflessione sull’attuale regolamento dell’assegnazione dei titoli partecipativi delle categorie del settore giovanile e del contesto che è venuto a crearsi.
A disposizione per qualsiasi approfondimento che volesse condividere, voglia ricevere i nostri migliori saluti.
Il Presidente Massimo Maida