INTERVISTA - Ex direttore sportivo del Chisola e responsabile delle giovanili della Pro Vercelli, è fermo da due anni: “Alle passioni non si comanda, sono pronto a tornare nel mondo del calcio. Il mio obiettivo è rilevare una società, non importa la categoria, ma che abbia un bell’impianto sportivo”
È stato allenatore e direttore sportivo, c’è il suo zampino nella crescita del Chisola e ha diretto il Settore giovanile della Pro Vercelli, per anni ha organizzato uno dei tornei più importanti d’Italia per la categoria Giovanissimi, il memorial dedicato al fratello Stefano. Che fine ha fatto Alberto Gusella?
“Mi sono preso un periodo di riposo, lontano dal calcio, in seguito alla nascita di mia figlia: ho deciso di dedicare più tempo a lei e alla famiglia, oltre che al lavoro. Il calcio è una passione che ti succhia le energie, serve la giusta disponibilità mentale per lavorare bene e io, in questi ultimi due anni, avevo altre priorità”.
Ne parli al passato, significa che sei pronto a tornare in pista.
“Il calcio è una passione, dicevo, e alle passioni non si comanda. Sì, mi piacerebbe tornare nell’ambiente”.
Ti sono arrivate proposte interessanti?
“In questo mese, come capita spesso ad inizio stagione, mi stanno cercando in tanti: vieni qui, dammi una mano, costruiamo insieme qualcosa… ma ho detto di no a tutti, non voglio tornare a fare il direttore sportivo”.
Cosa cerchi?
“Per lavorare alle dipendenze di un presidente, come direttore sportivo per intenderci, vorrei lavorare in una società professionistica, ma mi rendo conto che ci sono dinamiche che ad oggi rendono quasi impossibile questa strada. Invece, mi sento pronto per avere una società tutta mia”.
Addirittura? Mettiamo un annuncio, allora: società cercasi.
“Non è così semplice, rilevare una società è ben più complesso che comprare - che so - una casa. Si tratta di un investimento importante, che sono pronto a fare in termini economici e di impegno, ma solo a determinate condizioni”.
Quali condizioni, spiegaci.
“Primo, se prendo una società, devo comandare io. Molti presidenti cercano soci, investitori, sponsor, ma penso di aver acquisito un’esperienza sufficiente, sia nel mondo del calcio che in quello imprenditoriale, per gestire in prima persona una società”.
Secondo?
“Non mi interessa la categoria della Prima squadra, anzi la mia priorità sarebbe il Settore giovanile. E non mi interessa neanche che ci siano tutte le squadre o che siano già forti, nel giro di qualche stagione quello si costruisce. L’importante è che ci sia una struttura sportiva importante, anche da mettere a posto, ma con campi e spazi per costruire un progetto a lungo termine”.
Telefono bollente nei prossimi giorni.
“Vedremo…”