INTERVISTA - Andiamo alla scoperta del cannoniere dell'Ivrea Banchette, che a suon di reti si sta ritagliando un ruolo da protagonista in un'annata fino a qui esaltante per lui e i suoi colori.
Alex Gus Wynants, bomber rosso blu di origini belghe, professione attaccante con fiuto del gol, atletismo e tanta grinta. Da dove comincia la sua avventura?
"Ho iniziato a 4 anni nel Pavone Canavese, la squadra del mio paese. E' stata una bella esperienza, durata fino a quando avevo 11 anni. La società era piccola, ma c'era una bella atmosfera, ci si dava tutti una mano per farla andare avanti, con l'obbiettivo principale di divertirci. E potevo confrontarmi costantemente con i più grandi, dato che giocavo sempre con i 2002. Quando poi abbiamo deciso di provare una nuova avventura, la scelta è caduta sull'Ivrea Banchette, un po' per comodità, un po' per affetto, dato che un mio caro amico aveva scelto quella destinazione."
Qui ti sei affermato subito come attaccante?
No, devo dire che ho provato tanti ruoli nella mia carriera. Da bambino al Pavone ho anche fatto il portiere, ma dopo aver preso un paio di testate sul palo ho deciso di cambiare [ride]. Non sono passato subito all'attacco però, visto il mio atletismo sono stato messo terzino sinistro, ma ad una buona propensione offensiva non si accompagnava altrettanta attenzione in difesa, allora sono stato avanzato a centrocampo, fino ad arrivare a fare l'attaccante a tutto campo.
La corsa quindi è la tua arma principale?
Sicuramente corsa e resistenza sono due dei miei punti di forza, fin da piccolo quando partecipavo alla corsa campestre, sono sempre stato tra i migliori. Poi riesco ad essere versatile all'interno degli schemi d'attacco, grazie al fatto che pur essendo un destro naturale mostro buone qualità anche col mancino. E poi la grinta, che non mi manca, non mollo mai.
E il fiuto del gol anche.
Si, ho sempre segnato con una certa regolarità, ai provinciali sono arrivato anche a 25 reti. Ma questa mia seconda esperienza ai regionali è particolarmente fruttuosa, spero di continuare così.
Cosa pensi di poter migliorare?
Ritengo l'aspetto mentale la caratteristica principale per poter pensare di raggiungere un obbiettivo. E sicuramente devo migliorare certi aspetti da questo punto di vista. Sono uno molto testardo e alle volte ci sono quelle giornate no, dove ti convinci che niente vada bene ed è difficile smuovermi da questa convinzione e la prestazione quindi ne risente. In parte dovrei cercare di migliorare anche il mio altruismo durante le giocate, ma penso che un po' di sano egoismo per una punta vada bene.
Ti identifichi in qualche giocatore professionista?
A livello tecnico no. Certo da juventino il mito è Del Piero, ma se devo scegliere chi mi colpisce dei più moderni, sono quegli attaccanti che lottano su ogni pallone con le unghie e con i denti, gente come Piatek o Kean, che mettono tanta cattiveria agonistica ad ogni incontro.
Chi ti ha segnato nel tuo percorso di crescita?
Il primo tra tutti è sicuramente Igor Canatta, ora ai 2006. E' stato lui a spostarmi sempre più avanzato, con lui abbiamo fatto secondo posto ai regionali e la sua presenza e il suo supporto mi hanno segnato tantissimo. Ha sempre creduto fortemente in me, incoraggiandomi e spronando la società a portarmi prima possibile in prima squadra. E' un po' il mio papà sportivo e gli devo tantissimo. Questo percorso lo sto proseguendo anche con il mio attuale tecnico, Gianluca Falcone e credo i risultati si vedano.
Ti aspettavi una partenza così?
Quando siamo stati ripescati per i regionali, la società si è impegnata per costruire un gruppo forte che potesse ben figurare e posso dire che il nostro livello è decisamente alto. Tra titolari e panchina non c'è questa grande differenza e lo dimostra quanto lavoriamo bene e quanto stiamo costruendo. Siamo davvero soddisfatti di come stiamo andando, nessuno ci conosceva o considerava prima, ma col duro lavoro e nessuna paura ci stiamo mettendo in mostra, affrontando ogni partita con la grinta giusta.
Tutto rosa e fiori fino a qui quindi?
Peccato solo per la partita con il Borgosesia. Una sfida d'alta classifica bella e intensa che è sfuggita un po' di mano a tutti. E credo ci siano state delle esagerazioni nel referto, che ha colpito duramente anche i nostri rivali. Finale a parte comunque, abbiamo dimostrato quanto siamo tosti anche contro avversari di qualità.
Dove potete arrivare?
Dobbiamo mantenere i piedi per terra, ma non porci comunque limiti. Il campionato è lungo e ancora deve finire il girone di andata, ma le prossime tre, durissime partite [Casale, Alicese Orizzonti, Città di Baveno ndr] potranno darci un'idea di dove potremo arrivare. Di sicuro non concederemo nulla senza mostrare la grinta che ci contraddistingue.
E tu nel futuro, che limiti ti poni?
Volare con la fantasia è gratis, quindi il pensiero di vivere di calcio è quello che mi accompagna sempre. La serie A è il sogno ovviamente, ma anche arrivare in B sarebbe incredibile. Tuttavia non mi faccio illusioni, penso che per arrivare a certi livelli bisogna iniziare da più giovani a calcare certi palcoscenici e assaporare certe realtà. Certo mai dire mai.
Il calcio a tutti i livelli comunque rimarrà la tua passione.
Certo, amo questo sport e non gli cambierei nulla. Ma a livello giovanile vorrei fosse fatto qualcosa per la recente regola delle retrocessioni e promozioni, perché così com'è ora la ritengo dannosa. Trovo più giusto che una compagine che si guadagna sul campo la promozione o la salvezza, l'anno dopo possa continuare a giocarsi le sue chance nella categoria, senza dipendere dall'annata precedente. In quelle realtà come noi, che magari hanno meno mezzi di altri e non riescono a creare squadre competitive per ogni categoria, avere una squadra di valore che si mette in mostra e possa andare avanti dopo una buona stagione è importante. Non è giusto dipendere da altri e noi ragazzi abbiamo meno chances di farci vedere.