INTERVISTA - Il responsabile delle giovanili e allenatore dell’Under 17 dopo le sentenze di Rivarolese-Atletico Torino: “Non è importante la squalifica, per quanto immeritata, ma non mi riconosco più in questa situazione di continua tensione che c’è sui campi”
“Se volevano farmi passare la voglia, stavolta ci sono riusciti”. È molto amareggiato Fabrizio Gallo, responsabile del Settore giovanile della Rivarolese e allenatore “tuttofare”, anche dell’Under 17 in questo finale di stagione. Nel contesto di squalifiche della partita dei playout contro l’Atletico Torino, che l’arbitro ha dato persa a entrambe le squadre, anche lui è stato fermato fino al 30 settembre. “Poco importa la mia squalifica, anche se ho avuto un normale scambio di vedute con il loro dirigente durante la partita e nell’intervallo, quando purtroppo è scoppiata la rissa, io ero stavo andando verso gli spogliatoi, non ho neanche visto cosa sia successo. Tra l’altro, noi della Rivarolese e l’arbitro eravamo pronti a giocare la ripresa, una volta che la situazione si è tranquillizzata, ma loro non hanno voluto tornare in campo. Faremo ricorso - continua Gallo - un po’ per tutte queste situazioni, ma con poca speranza che venga accolto”.
Non è comunque la squalifica a preoccupare Gallo: “No, quella non è importante, è questa situazione di continua tensione che c’è sui campi in cui non mi riconosco più. Mi ritengo una persona pacifica e corretta, non ho voglia di trovarmi continuamente in situazioni che non mi piacciono. Già ci stavo pensando, ora ne sono sempre più convinto: voglio prendermi un anno di risposo dalla panchina, finché non mi tornerà la voglia. Preferisco dedicarmi alla Scuola calcio, a insegnare calcio ai bambini, con più divertimento e meno stress. Ne stiamo parlando con la società, nell’ambito della riorganizzazione per la prossima stagione, ma penso proprio che andrà così”.