INTERVISTA - Il direttore sportivo del Volpiano Pianese, da una vita alle foxes come giocatore, allenatore e poi dirigente, a ruota libera: “Il clima che si respira in società è positivo e contagioso, lavoriamo tutti con un obiettivo comune. Sono preoccupato per la riforma delle norme sul calcio dilettantistico, molto lontana dai bisogni delle società sportive”
Uno Scudetto Under 19, il primo nella storia della società, cucito sul petto. Fasi finali raggiunte con tutte le categorie delle giovanili, con il rimpianto di non essere riusciti ad arrivare fino in fondo. Tanti giocatori valorizzati e passati al professionismo, su tutti il bomber del 2008 Edoardo Reci, destinato al Torino. Primo posto nella classifica del SuperOscar, in base ai risultati della stagione 2022/2023. Se due indizi fanno una prova, questo elenco dà la certezza sul livello raggiunto dal Volpiano Pianese, ormai stabile tra i top club del Piemonte. Tra i protagonisti c’è sicuramente Lorenzo De Simone, una vita nelle foxes, responsabile del settore giovanile e tanto altro.
Lorenzo, partiamo da una valutazione sulla stagione passata.
“Siamo andati al di là delle aspettative. Non solo abbiamo ripetuto i risultati della stagione precedente, già eccezionali, ma abbiamo fatto ancora meglio. Penso alla vittoria di tutti i campionati regionali, con un pochino più di fortuna 2007 e 2008 potevano andare più avanti nelle fasi finali. Il fiore all’occhiello è sicuramente il titolo nazionale con l’Under 19, meritano una menzione Davide Santoro e il suo staff, ma anche il direttore generale Tommaso Gallo e il direttore sportivo Gepy Rosso, per lo splendido lavoro fatto. Ultima, ma non ultima, considerazione è il fatto che per la prima volta il Volpiano Pianese ha raggiunto il primo posto nella classifica del SuperOscar, un risultato che ci riempie di orgoglio perché testimonia lo stato di salute di tutta la società. È stato determinante anche il lavoro di Nicola Di Biase nella scuola calcio e di tutto il team della segreteria, che ci permette di lavorare serenamente. La chiusura perfetta di una stagione veramente fantastica”.
Facciamo un passo indietro: raccontaci qualcosa di te, della tua carriera.
“Sono cresciuto sui campi di calcio, mio papà dirigente, mio fratello giocatore. Ho iniziato al Victoria Ivest, ero piccolissimo ma ho dei ricordi bellissimi. Mi sono spostato presto a Volpiano e ho sempre giocato lì, fino alla Juniores e alla Prima squadra, anche se non ho mai esordito, poi ho girato per le squadre del canavese. Nel 2006, Omar Cerutti mi ha chiesto di andare con lui alla Gabetto, lì è iniziata la mia carriera da allenatore, durata ben 13 anni. Dal 2008 sono tornato a Volpiano, la mia vera e unica casa calcistica, e sono rimasto sempre lì, a parte una breve parentesi al Lucento. Dalla panchina alla scrivania, faccio il direttore sportivo ormai da 5 anni, e non ringrazierò mai abbastanza la società per la fiducia che ha avuto e ha tutt’ora nei miei confronti. Io cerco di rispondere al meglio: nelle due stagioni effettivamente giocate, esclusi gli anni terribili della pandemia, siamo stati in grado di vincere 10 titoli”.
Vincere è difficile, confermarsi forse ancora di più. Con che prospettive ti affacci alla nuova stagione?
“Mi aspetto di confermare il buon lavoro fatto in tutti i settori della società. Confermarsi non significa necessariamente vincere un titolo nazionale, ma rimanere tra le società di vertice del calcio piemontese e valdostano. Noi dobbiamo essere lì, sempre. Poi vince uno solo”.
Non solo il settore giovanile, il Volpiano Pianese è una società in crescita esponenziale in tutti i settori, dalla scuola calcio Academy Juventus alla Prima squadra. Parlaci della tua società.
“Il clima che si respira al Volpiano Pianese è positivo e contagioso, il senso di appartenenza che sanno infondere Massimo Gariglio, Enzo Rolle, Roberto Fantini ed Enzo Caccuri è senza pari. Caccuri, che segue il settore giovanile, mi è stato sempre vicino, con lui ho condiviso scelte e metodi di lavoro: non posso che ringraziarlo. Una menzione particolare va a al dott. Libero Tubino, arrivato la scorsa stagione, persona splendida con cui è stato facile capirsi fin da subito: ha dato un contributo importate per la crescita societaria”.
Allarghiamo il discorso al calcio piemontese. Come la vedi, sempre concentrandoci sul settore giovanile?
“L’aspetto positivo è che ci sono tante società che godono di ottima salute, la scorsa è stata una stagione eccezionale non solo per noi, ma anche per altre Lucento, Lascaris, Chisola, Alpignano, Chieri... La nota negativa è sicuramente la riforma delle norme sul calcio dilettantistico, penso ai premi di preparazione e al lavoro nello sport dilettantistico. Mi limito a osservare che queste riforme non sono state condivise con la base e le ritengo molto, molto lontane dai bisogni delle società sportive, rischiano fortemente di impoverire il patrimonio delle società stesse. Spero ci siano dei miglioramenti in tempi rapidi”.
Chiudiamo con i classici ringraziamenti, se vuoi.
“Certo, volentieri. Un ringraziamento particolare va alla Juventus, Luigi Milani e Massimiliano Scaglia rappresentano fonte di ispirazione per un miglioramento continuo. Ma al primo posto, non me ne vogliano, c’è la mia famiglia, mia moglie e i miei figli, perché mi hanno sempre supportano e perché mi sopportano. È a loro, infatti, che tolgo la grande quantità di tempo dedicato a questa mia passione”.