Unica squadra imbattuta in tutta Italia su 12 gironi, primissimi in classifica con 16 vittorie e 6 pareggi, +10 di media inglese, miglior difesa (19 gol) e miglior differenza reti (+38) del girone A, campioni d'inverno con due giornate d'anticipo, ben 12 giocatori in gol (in testa Sarao con 15 reti), a 6 giornate dal termine 9 punti di vantaggio sul Bra secondo in classifica con entrambi gli scontri diretti a favore: sono i numeri del Chieri nel campionato Juniores nazionale. Una stagione fin qui perfetta, a dispetto dei tanti giocatori nuovi e degli infortuni che non hanno mai permesso di avere l'intero organico a disposizione. Un piccolo miracolo sportivo costruito giorno dopo giorno con sudore, fame e umiltà che fra i suoi protagonisti ha Franco Semioli, al primo anno da allenatore.
Ne parliamo proprio con Semioli, approfittando del week-end di sosta in occasione del Torneo di Viareggio.
Franco - anzi, mister Semioli – sinceramente, immaginavi una stagione simile?
“Credo che nessuno l'avrebbe immaginata, anche per lo scetticismo che giustamente c'era nei miei confronti, perché una cosa è giocare e un'altra è allenare. Io mi sono preoccupato soltanto di trasmettere a questi ragazzi quel che ho ricevuto nella mia carriera, avendo avuto la fortuna di avere grandi allenatori. Conoscere il rapporto allenatore-giocatore mi ha facilitato”.
I numeri della stagione del Chieri parlano da soli, ma da soli dicono poco. Dal tuo punto di vista cosa è importante?
“Sicuramente il rispetto sta davanti a tutto, insieme alla voglia, alla determinazione e all'umiltà. Giocare ogni partita come se fosse l'ultima spiaggia e non sentirsi mai superiori all'avversario è un segno di maturità”.
Il momento della stagione che ricordi con più piacere?
“Forse l'andata con l'OltrepoVoghera, quell'1-0 è stato una gioia indescrivibile. Aver sentito nello spogliatoio il primo coro, il classico "Salutate la capolista", è stata la prima emozione ricevuta. Mi emoziono davvero con questi ragazzi che mi regalano gioie ogni giorno. Sono sempre dispiaciuto per quelli che giocano meno, bisognerebbe giocare in 15 o avere almeno 5 cambi a disposizione!”.
Con chi senti di condividere i risultati fin qui ottenuti?
“Con la società, con i ragazzi, e con lo staff a cui devo un sincero ringraziamento per tutti i giorni insieme, dal preparatore Gaetano Lozito con cui c'è grande sintonia al massaggiatore-fisioterapista Salvatore Rotolo, senza dimenticare ovviamente i dirigenti Sergio Pinese, Loretta Luison, Angelo Fioretti, Roberto Luison. Tutte persone che sono felice di avere al mio fianco”.
La vittoria del campionato è vicina. Ti senti di fissare un obiettivo?
“Sicuramente finire davanti a tutti. Con 9 punti di vantaggio a 6 partite dal termine non è ancora fatta, ma il campionato è nelle nostre mani: dipende tutto da noi. L'obiettivo è soprattutto lavorare in proiezione futura”.
Siamo nei giorni del Torneo di Viareggio, che tu hai vinto nel 1998 col Torino. Il 1998 è anche l'anno di nascita di gran parte dei ragazzi che alleni. Una bella coincidenza...
“A volte la vita riserva di queste piccole coincidenze. Vincere il Viareggio è stato per me un'emozione indescrivibile, è lì che ho fatto il salto di qualità. Spero e mi auguro che questa coincidenza possa far fare il salto di qualità a me e soprattutto ai ragazzi. Sono ragazzi straordinari che stanno lavorando duramente, con rispetto verso me e il mio staff, che non mollano mai. Essere primi e ancora imbattuti, unici in tutta Italia, è un enorme motivo d'orgoglio e di soddisfazione”.
Fonte: www.calciochieri1955.it