Venerdì, 29 Marzo 2024

Alessandro Ramello: “A Bologna si costruisce il futuro con la programmazione, lo scouting sul territorio e... il futsal”

INTERVISTA - Una vita in bianconero, da quattro anni responsabile dell’attività di base del Bologna, Ramello si racconta all’indomani dello Scudetto Under 17 vinto dai rossoblù: “Molti dei ragazzi e anche l’allenatore sono partiti dai Pulcini. Cerchiamo di costruire giocatori pensanti, adatti alla velocità e all’intensità del calcio moderno. Il Piemonte? La Juve di Gigi Milani rimane un’eccellenza, Buonagrazia grande professionista”


C’è un po’ di Piemonte nello Scudetto Under 17 vinto ieri dal Bologna, con una rimonta pazzesca ai danni dell’Inter. Il responsabile tecnico dell’attività di base rossoblù è, ormai da quattro stagioni, Alessandro Ramello, che ha vestito il bianconero per più di vent’anni come allenatore e dirigente: responsabile delle Juventus Academy dal 1998 al 2004, per tre stagioni responsabile tecnico del progetto Juventus Soccer School, poi ancora responsabile organizzativo di J Stas e Sisport e, nel contempo, istruttore della Juventus per più di 10 anni, dai Primi Calci fino all’Under 13.

Alessandro, ti sei ripreso dai festeggiamenti?
“Beh, sono tornato a casa alle 4 e mezza… Ma ero lì come tifoso, il responsabile del Settore giovanile è Daniele Corazza, io mi occupo delle categorie fino all’Under 14”. 

I ragazzi del 2005 sono passati anche dalle tue mani, no?
“Sì, molti dei ragazzi campioni d’Italia sono partiti dall’attività di base, questo è motivo di grande soddisfazione per la società".

Non sarà un caso, immagino, ma il frutto di un lavoro di lungo periodo.
“Sì, sono precise scelte societarie. Il Bologna crede molto nella crescita dei ragazzi del territorio e nel valore del gruppo, basti pensare che otto titolari della finale Scudetto sono emiliani e romagnoli. Il lavoro di scouting regionale gestito da Antonio Piazza sta dando ottimi risultati, puntiamo molto sulla ricerca del talento locale ed Antonio Piazza è il numero 1 in Italia per me”.

Da quanto mancava lo Scudetto a Bologna?
“Non vincevamo da 21 anni, pensa che l’ultimo scudetto Under 17 l’aveva vinto un certo Stefano Pioli. E l’ultimo Under 15, saranno trent’anni fa, in panchina c’era Ballardini. Però 4 anni fa abbiamo vinto uno Scudetto di calcio a 5 under 15. 

Puntate molto sul futsal?
"Siamo stati i primi in Italia a sviluppare il futsal come attività parallela e formativa per il calcio a 11, un progetto nato prima del mio arrivo, a cui credo molto anche io e che stiamo portando avanti con determinazione. Anche quest’anno, oltre a far migliorare tutti i nostri giocatori dell’attività di base, abbiamo raggiunto buoni risultati agonistici siamo in semifinale nazionale sempre con l’Under 15 ed abbiamo vinto il Torneo nazionale Under 13 Futsal Pro”. 

Funziona? Nel senso, c’è poi un passaggio dal futsal al calcio a 11?
“Ci sono ragazzi che ieri hanno vinto lo Scudetto che proprio tre anni fa erano presenti nella finale nazionale Under 15 di calcio a 5. Questo può essere un caso, ma noi crediamo che ci siano aspetti del futsal propedeutici e formativi per calcio a 11. In molte altre Nazioni è una cosa normale praticare entrambe le attività, e anche qui in Italia alcune società hanno iniziato a seguirci, anche la Juventus”.

Da quanto racconti, lo Scudetto è frutto di una programmazione precisa e lungimirante.
“Negli ultimi 5/6 anni il Bologna ha iniziato a investire tanto nel Settore giovanile, non solo a livello economico ma anche nella capacità di gestione. Qui crescono tanti giocatori interessanti, ma crescono anche gli allenatori, molti sono passati dall’attività di base alle squadre giovanili. Anche Denis Biavati, che ieri ha vinto lo Scudetto Under 17, ha allenato Pulcini ed Esordienti. È una dinamica difficilissima da trovare in altre società professionistiche, eppure per tutti noi è molto bello e stimolante. Il merito è senza ombra di dubbio del direttore Daniele Corazza”.

Le altre squadre sono altrettanto competitive?
“L’Under 18 ha perso finale Scudetto con la Spal, l’Under 15 è uscita in semifinale con la Fiorentina. Anche sotto, nell’attività di base, abbiamo squadre composte da giocatori di grande prospettiva. Sì, ormai a Bologna il livello è davvero molto alto”.

Qualche nome di futuro campione?
“No, farei torto a qualcuno, perché sono davvero tanti i profili che lasciano intravedere un grande futuro. Basta guardare il numero dei nostri giocatori convocati in Nazionali in tutte le categorie”.

Passiamo al personale, Alessandro. Come ti trovi a Bologna?
“Benissimo, è un ambiente dove si lavora in serenità, c’è grande sinergia con i colleghi dell’attività di base. Si lavora duro, si cerca di dare sempre il massimo, siamo sempre sul campo per far crescere i ragazzi, ma si lavora bene e si raccolgono i frutti, questo è l’importante”.

Quale l’impostazione, quale la filosofia di fondo del tuo lavoro di responsabile dell’attività di base, se di può riassumere in poche parole?
“Una filosofia cognitiva. Vogliamo costruire giocatori pensanti, che sappiano risolvere le situazioni, che facciano scelte di gioco attive, globali. I nostri ragazzi hanno doti tecniche e mentali che devono essere sviluppate costantemente, devono essere allenate per adattarsi a un calcio sempre più dinamico e veloce, con sempre meno tempo per pensare. Tutta la nostra programmazione è finalizzata a preparare i ragazzi in questo senso”.

Come lo vedi, da fuori, il calcio professionistico piemontese?
“Seguendo l’attività di base, posso esprimermi solo su queste categorie, sulle squadre che incontriamo costantemente. Abbiamo fatto tanti confronti con la Juventus, devo dire che l’attività di base seguita da Gigi Milani rimane un’eccellenza a livello nazionale, abbiamo sempre incontrato squadre con tanti talenti che possono diventare giocatori veri. Ultimamente hanno esordito in serie A tanti ragazzi cresciuti nella Juve fin da piccoli, di questo va dato merito a Gigi e al suo staff. Il Torino lo conosco poco, anche con l’Alessandria non ci sono stati tanti confronti. Ma, se posso spendere una parola per Corrado Buonagrazia, lui è sinonimo di professionalità e capacità, una grande persona e un grande professionista”. 

Allargo la mia domanda. Quante società professionistiche ci sono in Emilia-Romagna? In Piemonte c’è il deserto dei Tartari…
“Qui ce ne sono più di 10, la Fiorentina e l’Empoli sono a un’ora di distanza ed anche le venete. Ci confrontiamo costantemente in modo formativo, anche nei campionati dell’attività di base ci sono tante partite di alto livello che fanno crescere i ragazzi. In effetti in Piemonte non è così, serve un ulteriore sforzo organizzativo per proporre test match e tornei formativi”.

Il Bologna partecipa spesso ai tornei in Piemonte.
“Quando i vecchi amici ci invitano, accetto sempre volentieri, è l’occasione per incontrare persone che non vedo da tempo. Gli anni passano, le amicizie restano, quelle vere”.

Insomma, per concludere: 4 anni fa hai fatto la scelta giusta.
“Sì, sono molto contento. Mi trovavo benissimo anche alla Juve, sia chiaro, ma qui ho la possibilità di lavorare in un bell’ambiente, mi trovo bene”.

Anche a livello personale?
“A Bologna si vive molto bene”.

Non hai un po’ di nostalgia? Non tornerai dalle nostre parti, prima o poi?
“Qui mi trovo bene, ripeto, e spero di proseguire il percorso intrapreso. Ma mai dire mai”.

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