“La Marco Ferrante Soccer School non chiude definitivamente, il progetto è congelato per un anno”. Parola di Marco Ferrante, indimenticato bomber del Torino (il quinto marcatore granata di tutti i tempi con i suoi 125 gol) che due anni fa ha deciso di aprire una Scuola calcio con il suo nome. Una crescita esponenziale - ben 13 squadre iscritte in questa stagione sportiva, con i due gruppi di 2004 che l’anno prossimo sarebbero sbarcati nel Settore giovanile - interrotta bruscamente negli scorsi giorni. Un nuovo impianto sportivo da cercare dopo la fine della collaborazione con il Pinerolo per l’utilizzo del “Poligru”, tante voci e tante illazioni, poi un sms inviato da Marco Ferrante in persona a tutti i tesserati: “Io presidente della Scuola Calcio Marco Ferrante a malincuore comunico che al termine della stagione sportiva 2016/2017 per motivi gravi di famiglia non porterò avanti il progetto della Marco Ferrante Soccer School per la stagione 2017/2018. Il progetto viene congelato per un anno nell'attesa che i miei problemi si risolvano. I bambini saranno liberi dal 1 luglio come previsto dai termini di tesseramento Figc, nel frattempo potete scegliere e far provare con nullaosta da noi rilasciato presso altre società”.
Chi meglio del diretto interessato può spiegare cos’è successo?
“L’anno scorso - comincia Ferrante - ero al campo tutti i giorni, quest’anno sono stato molto meno presente, a causa di un grave problema familiare. Questo progetto è nato per essere seguito da me personalmente, in modo professionale e rispettoso nei confronti dei bambini e dei genitori. Non ho dato il mio nome come specchietto per le allodole, io voglio esserci, seguire i miei istruttori e insegnare calcio ai bambini. Non posso garantire la mia presenza per qualche mese, poi magari a novembre o dicembre si risolve tutto e potrei ricominciare… ma non è possibile ripartire a metà stagione, l’unica strada era congelare tutto per un anno”.
Quindi l’intenzione è riaprire la Marco Ferrante Soccer School nella stagione 2018/2019.
“Esatto, un anno di stop e poi ricomincio. Tanti ragazzi e tante famiglie non vedono l’ora che io riapra, me l’hanno già detto, vuol dire che qualcosa di buono lo abbiamo fatto. A me i numeri interessano poco, ma 180 bambini in due anni non sono pochi… ripeto, vuol dire che io e il mio staff abbiamo lavorato bene. Mi dispiace congelarlo per un anno, ma questo progetto andrà avanti”.
Quanto c’entra la questione dell’impianto sportivo in questa tua scelta?
“Poco o niente. Dal Poligru sarei andato via comunque e, credimi, avrei avuto un miliardo di soluzioni. Il problema, come ho detto, è un altro: se devo dedicarmi h24 alla famiglia, sarei stato poco professionale ad andare avanti con la mia Scuola calcio. Avrò più tempo per cercare la nuova location: di sicuro sarà un impianto sportivo in gestione diretta, e sarà a Torino città”.