Venerdì, 29 Marzo 2024

CFT di Carmagnola - Il responsabile organizzativo Roberto Viviani: una vita da mediano

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INTERVISTA - “Come responsabile organizzativo devo predisporre tutto il necessario per far sì che l’attività tecnica si svolga senza intoppi e nelle migliori condizioni possibili. Come un mediano che svolge un lavoro oscuro, ma che se non c’è o non lavora bene, condiziona tutta la squadra”


Alla scoperta delle persone che lavorano all'interno dei Centri Federali Territoriali del Piemonte: a raccontarsi è Roberto Viviani, responsabile organizzativo del Cft di Carmagnola.

Come spiegherebbe il suo ruolo?
"Come responsabile organizzativo devo predisporre tutto il necessario per far sì che l’attività tecnica si svolga senza intoppi e nelle migliori condizioni possibili, dal punto di vista delle strutture, dei mezzi, del vestiario, della sicurezza degli impianti, della composizione dello staff. Inoltre mi occupo pure di gestire i contatti con le società del territorio, di inoltrare le convocazioni degli atleti, di compilare e inviare la reportistica consuntiva sulle attività svolte. Mantengo anche un confronto continuo con il responsabile regionale Paolo Zambon e il responsabile tecnico del centro Diego Salvamano con i quali ho un rapporto di stima e di totale collaborazione. Dovessi paragonare il mio ruolo a quello di un calciatore in campo, potrei dire di essere un mediano che svolge un lavoro oscuro, ma che se non c’è o non lavora bene, condiziona tutta la squadra. La mia soddisfazione, però, consiste nel raggiungimento degli obiettivi attraverso il lavoro di tutto lo staff".

Quali sono i suoi obiettivi?
"Accettando questo incarico ho deciso di partecipare allo sviluppo di un progetto ambizioso da parte della Federazione e ho anche la possibilità di maturare un’esperienza sul piano organizzativo per me nuova. Come centro federale di Torino - Carmagnola, insieme allo staff, condividiamo l'obiettivo di lavorare per diventare un centro di riferimento".

Cosa le piace di più di questa esperienza?
"Alla base c’è l’amore per il calcio e lo sport, ma di questa esperienza in particolare mi piace la possibilità di interagire con persone diverse,  atleti, istruttori e familiari. Il confronto, lo scambio e l’interazione sono per me un costante stimolo a far bene e a migliorarmi. Infine c'è l’orgoglio di vestire la maglia della Federazione Italiana Giuoco Calcio e di contribuire concretamente allo sviluppo di uno dei suoi importanti progetti".   

Fonte: www.figc.it
 

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