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Lunedì, 30 Novembre 2020 11:30

Under 17 regionali - Alessandro Chiaria scalda i motori, pronto a trascinare il suo Volpiano alla ripresa

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INTERVISTA - Pochi giorni e si saprà se i campionati ripartiranno o meno. Abbiamo parlato con uno dei protagonisti dell'annata regina, che in questo primo mese si è messo in luce con 7 reti, diventando vice capocannoniere di categoria ed esaltandosi con i colori della capolista Volpiano. La parola ad Alessandro Chiaria.
 


E' attaccante a tutto tondo Alessandro Chiaria. Prima punta dall'educato destro, negli anni adattato come ala su entrambe le fasce e ora nuovamente al centro dell'attacco di un Volpiano che ha chiuso al comando prima della sosta forzata e che aspetta la ripresa per continuare a volare.

Tanta gavetta per il bomber bianco azzurro, partito dal piccolo oratorio Don Bosco per poi vivere un'importante decennio di crescita al Trino, tre anni preziosi al Soccer Spartera, intervallati dalla poco felice esperienza al Casale, con tanto di prima chiamata in Rappresentativa Regionale e l'opportunità concessagli dal Lascaris. Funestata però da tanti problemi.

“La scorsa stagione è andata molto male, sono stato fermo ben otto mesi per problemi al ginocchio. Poi appena stavo tornando in gioco, riuscendo a siglare 4 reti in un mese, il campionato è stato fermato”.

E anche questa stagione sta avendo problemi...
“E' un peccato perché avevo iniziato bene, a parte la prima giornata, poi mi sono sbloccato, ho messo a segno anche due triplette. Questa situazione purtroppo non è facile, spero si torni a giocare presto.”

Come la state vivendo?
“Per me è parecchio difficile, ammetto di non vivere benissimo la situazione. Per noi ragazzi può essere pesante a livello psicologico questo continuo fermarsi. Anche perché oltre al pallone le scuole sono ferme, la socialità ridotta, senza svaghi, il rischio di cadere nella monotonia e di perdere la voglia di giocare c'è. Ma io non mi lascio abbattere, mi alleno costantemente e ho una gran voglia di tornare, non potrei mai stare senza calcio.”

La società però vi sta dietro?
“Si, ci manteniamo in contatto, abbiamo delle schede di allenamento da seguire. Il pensiero di riprendere con questo gruppo aiuta a mantenere acceso il desiderio di giocare. Nonostante le difficoltà pre-stagione, in breve abbiamo costruito una squadra davvero affiatata e unita, c'è un clima molto bello. Dal rapporto con il tecnico Scanavino a quello con un dirigente come De Cicco, che è sempre molto presente, al feeling che ho creato con Alessandro Cavallo, con il quale mi intendo a meraviglia in campo. Si è creata una sinergia fantastica.”

Non temi questi due stop possano portare a perdere treni importanti?
“Il rischio c'è, come detto anzitutto si può perdere la voglia. Ma credo che non bisogna mai darsi per vinti. Il treno per il professionismo può sempre passare, se ci si allena con dedizione e si da tutto. E l'esempio perfetto è il calciatore nel quale mi piace rispecchiarmi, cioè Jamie Vardy. Fino a qualche anno fa giocava nei dilettanti, poi il grande salto al Leicester quando aveva già 25 anni.”

Giocatore simbolo per tanti motivi quindi.
“Si, perché a livello calcistico mi ispiro a lui. La rapidità è una delle caratteristiche sulle quali ho sempre puntato, oltre ad avere un bel tiro. Vado facilmente in gol, al Trino ho stabilito il mio record di 26 reti.”

In cosa migliorare?
“Tiziano Spartera è stato il primo a permettermi di perfezionarmi sotto l'aspetto tecnico, da quel momento sono cresciuto molto, ma sicuramente in costruzione e nella fase difensiva devo imparare ancora tanto.”

Cambieresti qualcosa di questo calcio?
“A livello professionistico non tanto. Mi piace come si sta implementando la tecnologia e come il calcio italiano stia crescendo. Mi auguro solo si punti di più sui giovani, ma forse per le società è più sicuro affidarsi a calciatori esteri piuttosto che potenziare i vivai e affidarsi a loro. Puntare tanto su un giovane italiano probabilmente è più rischioso.
A livello giovanile la regola delle retrocessioni e promozioni tra Provinciali e Regionali e il premio preparazione, credo che siano controproducenti e ci danneggino.
Inoltre mi piacerebbe che non si puntasse tutto troppo sul risultato. Molto spesso così giovani subiamo forti pressioni per questo, con altre cose che passano in secondo piano e se non siamo seguiti a dovere rischiamo di perdere la voglia per questo.”

Progetti per il futuro?
“Voglio tornare a vivere la sensazione di correre, puntare l'uomo, dribblare ed andare in gol. E' bellissimo, l'essenza del calcio per me che sono attaccante. A livello di squadra continuare su questa strada, divertendoci e cercando di dare e fare sempre il meglio per noi stessi.
Poi naturalmente il professionismo è la meta a cui tutti noi ambiamo.”

Qualche squadra in particolare?
“Una esperienza all'estero sarebbe interessante, magari in Premier. Ma la meta ideale sarebbe il Napoli. Da piccolo tifavo Inter, ma quando vidi gli azzurri guidati da Cavani e Lavezzi me ne innamorai. La realizzazione perfetta sarebbe vincere lo scudetto con quella maglia indosso.”

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