INTERVISTA - Alla scoperta del tecnico che punta con decisione al titolo provinciale Under 16 dopo un campionato pressoché perfetto.
Una stagione strepitosa quella del Druentina di Vincenzo Cirri. La squadra si è laureata campione del gruppo C di Torino con largo anticipo e il tecnico, al secondo anno con questi colori, non può che incensare i suoi ragazzi.
"Questa è una grande squadra che ha mostrato da subito le sue qualità. Ha raggiunto la semifinale nel Grande Slam ad inizio stagione e per tutto l'anno i ragazzi si sono impegnati al massimo senza risparmiarsi. Ai provinciali può capitare che ci siano cali di attenzione, perché non tutte le gare si giocano colpo su colpo. Questo gruppo invece non ha mai staccato la spina, sia in campo che durante gli allenamenti. Sono stati bravissimi e la conquista dei regionali è il traguardo che si meritano, tutti i meriti vanno a loro".
Tu cosa hai portato a questo gruppo?
"Quando entri in un nuovo contesto la cosa importante è cercare di farsi voler bene. Io sono una persona molto lineare, quello che dico faccio, non sono un sergente di ferro, ma cerco il dialogo con i ragazzi, di mettermi alla pari con loro. Una volta che si instaura un rapporto di fiducia è tutto più facile, anche nel rapporto con i genitori. Io parlo chiaramente ai miei giocatori, è con loro che mi devo relazionare e una volta che recepiscono quel che voglio trasmettergli, saranno loro nel caso a spiegarlo in famiglia. Questa stagione è stata ottima anche da questo punto di vista, non c'è mai stata una parola fuori posto, tutti si sono impegnati al massimo senza che venisse fuori alcun problema. E' stato un amore a prima vista che mi ha dato tanto".
Per quanto riguarda il lavoro sul campo invece?
"Il calcio moderno è molto incentrato sull'uno contro uno, sulla costruzione, il giro palla. I miei punti di riferimento sono Vincenzo Italiano in Italia e Jurgen Klopp, il loro è un calcio che mi appassiona. Io cerco di andare in quella direzione, senza dogmi, ma provando a riportare certe idee. Ovviamente serve qualità per fare quel tipo di gioco, ma dobbiamo anche ricordare che il weekend appartiene ai ragazzi, che devono divertirsi. In settimana lavoriamo sodo e provo a trasmettere tutto quello che posso, poi però bisogna lasciarli giocare, senza pressarli troppo con l'idea del risultato a tutti i costi".
Questa squadra le qualità le ha dimostrate. E ora arriveranno i regionali.
"E' un traguardo che si sono meritati, per fortuna con il cambio di regolamento si sono conquistati sul campo il diritto di giocarli. E' un cambiamento importante, quello precedente penalizzava troppo le piccole società, che comunque in un modo o nell'altro hanno sempre qualche problema. Così si può evitare che i gruppi si sfaldino e per quest'annata è ancora più importante. Gli Allievi sono la categoria regina del settore giovanile e per come la vedo io deve essere il trampolino di lancio per passare al calcio adulto. Credo che per un ragazzo si più costruttivo andare subito dopo a giocare in prima squadra, foss'anche in seconda o terza categoria, ma così si confronterebbe con compagni adulti che avrebbero più cose da insegnargli. Personalmente preferirei fosse così piuttosto che avere la Juniores, che spesso è la categoria dove smettono in molti. Io poi sono scettico anche per quanto riguarda i meccanismo promozioni/retrocessioni. Mi chiedo quanto sia costruttivo in queste categorie sapere che la palla scotta in certe partite, può mettere pressioni ai ragazzi che risultano controproducenti. Mi rendo conto però sia difficile trovare soluzioni equilibrate che vadano bene a tutti".
Tornando al successo di questa stagione, c'è qualcuno che ha contribuito al buon esito dell'annata?
"Se quest'anno è andato così bene gran merito va sicuramente a mister Caringione e al Dt Grosso. Hanno creato le basi sulle quali abbiamo costruito questo primo posto, guidando i ragazzi la scorsa stagione e trasmettendogli un importante bagaglio di esperienza. Personalmente poi non posso non ringraziare Antonio Tonanni e Nichi Rigatuso. Sono stati loro a volermi al Druentina e a darmi la possibilità di vivere questa esperienza credendo in me. Tra tutti poi voglio ringraziare Roberto Cellerino. E' stato lui al Venaria il primo ad insegnarmi le fondamenta di questa passione, mi ritengo fortunato ad averlo incontrato".
Ora il futuro cosa promette?
"Intanto dobbiamo finire il campionato e poi dovremo stare concentrati per provare a portare a casa il titolo provinciale di categoria. Personalmente punto ad alzare con pazienza l'asticella. Sono ancora agli inizi, ma spero di crescere sempre di più e trovare sfide di volta in volta sempre più stimolanti. E per come la vedo ora, sempre allenando i ragazzi. Non dico più avanti non potrei prendere una prima squadra, ma in questo momento non è nei miei pensieri. Mi piace lavorare con i giovani, ti trasmette davvero tanto e ti fa sentire vivo. Finché mi diverto con loro, continuerò questo ballo".