Senza solide radici nel passato, è difficile costruire il futuro. Il SanMauro è una società che guarda avanti con l’ambizione di crescere e migliorarsi, ma ad “ancorarla” per bene al suolo ci pensa Gerardo Angelicchio, il presidente, la memoria storica: “Dagli anni ’80 o anche prima mi hanno coinvolto, chi se lo ricorda più l’anno… La presidenza? Sette o otto anni fa”. Così, come se nulla fosse.
Presidente, il SanMauro è per il secondo anno di fila nel SuperOscar, dopo un’assenza di qualche stagione. Vuol dire che siete tornati grandi?
“Il SanMauro è sempre stato grande... ma non si può negare che due anni fa, con l’ingresso di nuove persone e una nuova strategia societaria, c’è stata una svolta”.
Che persone, che strategia?
“Alle volte le cose accadono quasi per caso, si formano delle situazioni dove nasce la scintilla giusta, si crea una chimica particolare tra le persone, idee e spunti arrivano da tutti e cresce l’entusiasmo. Nelle società dilettantistiche, senza la passione, non si va da nessuna parte”.
Vero, ma rimane valida la domanda: che persone, che strategie?
“La strategia della collaborazione tra persone capaci. Noi dobbiamo ringraziare Antonio Triveri, è lui che ci ha riportati nel Superoscar, ma per fare il salto di qualità serve una gestione collegiale tra più persone, ognuna on le sue caratteristiche e ognuna al suo posto. Adesso abbiamo Arturo Gallo come direttore sportivo, Raffaele Balluardo come direttore sportivo del Settore giovanile e Lorenzo Gerbaudo come responsabile della Scuola calcio. Crediamo molto nel loro lavoro, ma se uno dovesse andare via… rimangono gli altri due e c’è continuità”.
Anche a livello societario siete, se così si può dire, ripartiti in tre settori. Di cui tu, come presidente, sei un po’ il collante. È così?
“Non è mai una persona a fare la società, o almeno una società moderna. Noi abbiamo tre referenti societari nei tre settori: Valentino Scoglietti segue la Prima squadra insieme al team manager Antonio Maione, Massimiliano Bosco si occupa del Settore giovanile, Luigi Milazzo della Scuola calcio. Ma in un’ottica di squadra, di collaborazione reciproca, e alla fine facciamo tutti riferimento al direttivo. Posso aggiungere una cosa?”
Certo presidente, ci mancherebbe…
“In una società non ci sono i nomi, diciamo, di copertina. C’è la segreteria, ci sono i dirigenti, c’è chi si occupa della manutenzione, e tutto il resto. Ci tengo a ringraziarli tutti dal primo all’ultimo, non faccio i nomi per non dimenticare qualcuno…”
Anche perché sarebbero troppi, immagino. Torniamo a quello che, se si può definire così, è l’uomo della svolta, ovvero Arturo Gallo. Ci dai la tua opinione?
“È un carattere forte, con cui non è sempre facile andare d'accordo. Ma il calcio lo sa fare come pochi, porta energia positiva, sa costruire le squadre: servono persone come lui per fare società”.
L’ultimo arrivato è Raffaele Balluardo. Cosa ne pensi?
“Raffaele l’ho conosciuto da poco, l’impressione è di una persona molto preparata, dalla quale ci attendiamo tanto, giusto per non mettergli pressione… (risata, ndr)”
Obiettivi?
“L’obiettivo principale è avere società ben organizzata. Poi, la categoria naturale della nostra Prima squadra è la Promozione o l’Eccellenza, ma con il lavoro di Arturo Gallo e del mister Roberto Berta abbiamo tutte le carte in regola per riuscirci”.
Con le giovanili?
“Intanto siamo molto soddisfatti della stagione, è vero che ai regionali abbiamo qualificato una sola squadra, ma abbiamo vinto ben due campionati provinciali, con i ’99 e i 2000. Ovvio che dobbiamo migliorare, ma ormai la tendenza è cambiata, c’è la fila per venire da noi. Non ultimo, vogliamo costruire dei giocatori. Il ‘99 Robazza si è allenato 15 giorni con il Toro, ha partecipato a tornei importanti come il Città di Sanremo, siamo in costante contatto con Massimo Bava… speriamo che il Toro lo prenda, davvero”.
Prima i numeri, poi la qualità: di solito si fa così.
“I numeri ce li abbiamo, parliamo di circa 300 tesserati, e sono numeri in aumento. Lo staff di cui parlavamo prima lo abbiamo voluto proprio per aumentare la qualità. E poi sai cosa abbiamo noi che non ha nessuno?”
Diccelo tu, presidente.
“L’impianto sportivo nel parco Einaudi, immerso nel verde, bellissimo, unico. Per questo dobbiamo ringraziare il Comune di San Mauro, noi stiamo lavorando per migliorare ulteriormente la struttura, ormai ci mancano solo gli spogliatoi da finire. Questa, nella nostra idea, deve diventare la casa dei sanmauresi, vorremmo che la società fosse un punto di riferimento per l’identità cittadina”.