Mercoledì, 27 Novembre 2024

UNDER 13 - Spettacolo nelle ultime partite di giornata. Nelle semifinali, il Bologna batte la Spal con il gol di Malaguti e le grandi parate di Fuschini su Deidonne ed Esposito, mentre il Torino si arrende alle rondinelle solo ai calci di rigore. Senza storia la finalissima, finita con un clamoroso 5-0, in cui segnano anche Donoaga e Manca


SEMIFINALE / BOLOGNA-SPAL 

Il Bologna approccia meglio la semifinale tutta emiliana contro la Spal e passa in vantaggio dopo 5 minuti di gioco con il talentino Malaguti, che trova i giusti tempi di inserimento e non sbaglia a tu per tu con portiere. La reazione dei biancoazzurri è tutta sulle spalle del centravanti Paesanti, che fa a sportellate con tutti e crossa due palloni interessanti, che però nessuno riesce a concretizzare. 

Nella ripresa, dopo un inizio equilibrato, la Spal produce il massimo sforzo alla ricerca del pareggio. L’ingresso di Deidonne sulla corsia sinistra è molto efficace, il numero 15 prima calcia in porta di sinistro in modo impreciso, poi costruisce un’occasione enorme servendo Esposito in mezzo all’area, che calcia ma trova l’opposizione di Fuschini, poi Musca spara alto davanti alla porta sguarnita. Il portiere del Bologna alza sopra la traversa un’altra conclusione di Deidonne dalla distanza, poi fa un vero e proprio miracolo sul tiro ancora di Esposito a botta sicura in mischia, dopo una punizione ribattuta. Sui guantoni di Fuschini si spengono le speranze della Spal, in finale ci va il Bologna.

SEMIFINALE / TORINO-BRESCIA

Il Toro parte all’attacco e ci prova subito con l’assist di Caddeo per Martellini, che calcia a lato. Poco dopo arriva una doppia occasione enorme per i granata, prima con il colpo di testa di Aramini respinto dal portiere, poi con il tiro a botta sicura di Caggiano sulla respinta, che chiama Tagliabue a un vero e proprio miracolo. Sul capovolgimento di fronte, non è da meno Scaffeo, che sbatte la porta in faccia a Giugno. 

Primo tempo scoppiettante, mentre nella ripresa domina la stanchezza. Solo nel finale le squadre ci provano: il Brescia calcia con Morgano su punizione e con l’opportunista Tati sulla seguente mischia, ma il 12 granata Tamburro dice di no. Caggiano ci prova dalla distanza senza fortuna, ma le occasioni migliori sono ancora per le rondinelle: ancora Tamburro devia in angolo il destro di Guerini, sul seguente tiro dalla bandierina l’inzuccata di Rossini finisce sopra la traversa. 

Si va ai rigori: segnano tutti, nonostante i tentativi di Scaffeo di innervosire gli avversari, finché all’ultimo tiro sbaglia Caddeo, pur avendo calciato bene (ed essendo stato tra i migliori in campo, ma questo purtroppo dal dischetto non conta): al Toro rimangono i rimpianti, la finale è del Brescia.

FINALE

Tutte le partite del torneo sono state equilibrate. Tutte, tranne la finale, stravinta dal Brescia con un parziale di 5-0 troppo pesante per il Bologna. Eppure, la prima occasione è stata per i rossoblù, con Blescia che anticipa anche il portiere ma non trova la porta. Sul capovolgimento di fronte, arriva il bellissimo gol di Luca Grecu, che salta anche il portiere e deposita il pallone nella porta vuota. Nel primo tempo c’è ancora una percussione di Giugno, imprendibile sulla destra, ma nessuno impatta il suo traversone basso.

La ripresa è un monologo biancoazzurro, che incomincia con il tiro alto di Grecu e la conclusione di Molinari, parata. Il raddoppio è una conseguenza dell’andamento della partita, a compimento di un’azione corale davvero splendida, con il solito Giugno che arriva davanti al portiere e regala a Donoaga una palla da spingere in porta. Il 3-0 è una fotocopia, sgroppata e assist del numero 6, gol facile facile di Grecu. Il poker lo firma Manca, che parte dalla difesa, costruisce l’azione che porta al tiro di Ricchini e all’ottima respinta di Sticchi, e si fa trovare pronto per il tap-in vincente. C’è ancora tempo per la tripletta personale dello scatenato Grecu, ancora una volta in azione solitaria con tanto di dribbling sul portiere.

LE FORMAZIONI DELLE FINALISTE

BRESCIA: Andreis, Astori, Bontempi, Donoga, Giugno, Grecu, Guerini, Manca, Metelli, Molinaro, Morgano, Negretti, Pasotti, Ricchini, Rosati, Rossini, Tagliabue, Tati. All. Simoncelli
BOLOGNA: Sticchi, Neacsu, Blescia, Semeniuk, Trebbi, Amico, Esposito, Napolitano, Quaranta, Malaguti, Poggi, Fischini, Rialti, Nikolic, Apicella. All. Giuseppe Taccogna
SPAL: Aldini, Aluia, Ballerini, Giovannini, Costantino, De Sanctis, Diedonne, Esposito, Fonseca, Guzzinati, Lugic, Mascellani, Musca, Naglieri, Paesanti, Pennacchia, Sinisi. All. Mattia Soprani
TORINO: Aramini, Caddeo, Caggiano, Cirillo, Mancini, Martinelli, Salvaggio, Salsa, Hourou, Scaffeo, Sepertino, Francesco Tamburro, Lorenzo Tamburro, Tuninetti. All. Germano Avenati.

UNDER 13 - Saranno Bologna-Spal e Torino-Brescia le semifinali del 6° Memorial Matteo Dalla Riva, organizzato dal Vanchiglia nella categoria Under 13. Impressiona il gioco corale del Torino di Avenati, a segno con Martinelli e Cirillo


Nel girone T1 al Bologna bastano due vittorie di misura, contro il Sassuolo con la firma di Amico, e nella gara decisiva con il Lascaris, decisa dal numero 10 Malaguti, un furetto davvero imprendibile. Decisiva perché i bianconeri avevano confermato tutte le loro qualità rifilando un secco 2-0 al Sassuolo, con Levizzari e Celli sul tabellino dei marcatori.

I felsinei se la vedranno, in semifinale, con la Spal, che ha dominato il girone T3: 1-0 al Lucento con il gol di Esposito, poi secco 2-0 al Cenisia, con il solito Esposito che ha raddoppiato il vantaggio di Paesanti. Nel frattempo, il Cenisia si era tolto la soddisfazione di battere 2-0 il Lucento, grazie agli acuti di Micari e Saddi.

Due vittorie per 1-0 sono bastate anche al Torino per imporsi nel girone T2. Martinelli ha griffato il successo con la Pro Vercelli, Cirillo (con un bellissimo pallonetto di sinistro) quello contro la Pro Eureka; le due Pro invece hanno pareggiato a reti bianche.

Emozioni fino all’ultimo secondo nel girone T4, dove alla fine si è imposto il Brescia, grazie all’1-0 nella sfida da dentro o fuori con la Cremonese: Tati ha fatto la differenza. Le due professioniste avevano sconfitto i padroni di casa del Vanchiglia sempre con il parziale di 1-0: Tati a segno per le rondinelle, Bocchia per la Cremo.

SOCIETA’ - L’ex Lascaris gestirà Juniores nazionale e il biennio Allievi, in una struttura che vede la conferma di Pino Perfetti come direttore sportivo  e Denis Sanseverino responsabile della scuola calcio e dei Giovanissimi


La notizia è ufficiale: Alberto Gerini è il nuovo responsabile del settore giovanile del Chisola, al posto del dimissionario Alessandro Freda. La scelta del presidente Luca Atzori è caduta sull’ex direttore sportivo del Lascaris, fermo nella scorsa stagione dopo il mancato approdo a Chieri, dove era stato scelto da Stefano Sorrentino prima che cedesse la società. Cade quindi l’opzione che portava a Gianfranco Perla, che ha deciso di rimanere al Pinerolo, per non abbandonare la società che gli ha dato fiducia in un momento di grande difficoltà, dopo la retrocessione dalla serie D.

"Prima di tutto - commenta Atzori - ci tengo a ringraziare Alessandro Freda, ha deciso di fare un passo indietro, cosa non da tutti, ma rimane un ragazzo serio e preparato, che da noi ha lavorato bene. Qui al Chisola siamo molto esigenti a livello di settore giovanile, abbiamo scelto di affidarne la gestione ad Alberto Gerini perché crediamo molto in lui. E' un ragazzo serio, giovane ma molto preparato, ha anche preso la qualifica di direttore sportivo a Coverciano, è un vero conoscitore di calcio. Tutta la società dovrà aiutarlo perché è un ruolo nuovo per lui, ma abbiamo deciso di dare alle annate dall'Under 16 in sù una decisa impronta verso la prima squadra, anche in virtù delle nuove norme federali. Farà bene, ne sono convinto".

La nuova struttura societaria che caratterizzerà il Chisola 2024/2025 vedrà quindi Pino Perfetti come direttore sportivo della prima squadra; Gerini ad occuparsi di Juniores nazionale e delle due annate di Allievi, con uno focus quindi concentrato alla preparazione dei ragazzi al calcio dei “grandi”; e Denis Sanseverino, appena arrivato dal Lascaris, responsabile della scuola calcio e delle due annate di Giovanissimi, che si occuperà quindi della formazione dei giocatori.

IL SALUTO DI ALESSANDRO FREDA

La società Chisola Calcio ringrazia di cuore Alessandro Freda, responsabile del settore giovanile biancoblù, professionista esemplare e competente, che ha contribuito in questi anni alla crescita esponenziale della società.

“Sono arrivato da ragazzo e vado via da uomo, sarò sempre grato per la fiducia data, per l’esperienza e le conoscenze apprese in questi tre anni intensi e pieni di calcio. Ringrazio tutti i tecnici, i preparatori e i dirigenti con cui ho avuto il piacere di lavorare e condividere il percorso insieme, i ragazzi che sono stati qui in questi tre anni credendo nel progetto Chisola e tutta la società dal presidente Atzori, i vicepresidenti Caruzzo e Pairetto, Gigi Calcia, la segreteria formata da Ferrero, Finotello, Gardellini e Monica, oltre a Sabrina e Barbara, Mattia, Lorenzo e Federica per la parte social&marketing. Auguro ogni bene a questo club, sarò sempre un vostro tifoso”, le parole di congedo di Alessandro.

DENTRO O FUORI - L'Alpignano batte il Volpiano Pianese ai calci di rigore, dopo il botta e risposta tra Garbellini e Ciliberti che aveva infiammato nel finale una partita molto equilibrata, e rinnova l'eterno derby con il Lascaris in semifinale: i bianconeri regolano il Verbania con un secco 2-0. Con lo stesso punteggio l'Asti mette fine al sogno del Moncalieri, ora i galletti sfidano la corrazzata Chisola, che ha battuto 4-2 un combattivo Derthona, che si è arreso alle reti di Nanni, Siclari, Mazzone e Giambertone 


VOLPIANO-PIANESE-ALPIGNANO 3-5 dcr (1-1 dtr)
RETI: st 32' Garbellini (V), 40' Ciliberti (A)
VOLPIANO-PIANESE: Timofei, Cirillo, Tallarico, Farisco, Mullaj, Barberis, Garbellini, Pettinari, Odello, Tuzzolino, Gambino. A disp. Bertoncic, Falvo, Zamuner, De Lorenzis, Miglio, Aissous, De Luca, Ietto, Tenca. All. Baseggio
ALPIGNANO: Traversi, Marangon, Amorosi, Ferjani, Miceli, Cordola, Curri, Cretu, Barone, Caveglia, Fioccardi. A disp. Polizzi, Metta, Bertot, Tursi, Zmoshu, Bardus, Crudu, Ciliberti, Comolli. All. Martorana.

ASTI-MONCALIERI 2-0
RETI: pt 20' Ortolano, st 35' Messina
ASTI: Bassani, Toso, Mana, De Bortoli, Gissi, Gatti, Margarino, Ortolano, Messina, Ruta, M’Hiri. A disp. Zuccherino, Dabbene, Dunga, Taraglio, De Rosa, Forno, Metello. All. Marino.
MONCALIERI: Santoro, Petrone, Frezza, Tecucianu, Centinaro, Lazzarin Rizzo, Pandiscia, Cappelli, Socco, Maliberti, Raffero. A disp. Borelli, Bochicchio, De Notarpietro, Ortu, Dilettoso, Longo. All. Pandiscia.

CHISOLA-DERTHONA 4-2
RETI: pt 27' rig. Atzeni (D), 35' Nanni (C), st 19' Siclari (C), 20' Mazzone (C), 32' Atzeni (D), 33' Giambertone (C)
CHISOLA: Bahadi, Picca, Cammarata, Paneghini, Siclari, Mazzone, Nanni, Marini, Manduca, Giambertone, Chessa. A disp. Brusa, Franzé, D’Acierno, Coco, Lampitelli, Scarangella, Manuele, Sottile. All. Mezzano.
DERTHONA: Baratti, Crozza, Catanzariti, Santoro, Abbattista, Trivellato, Asti, Cerruti, Atzeni, Perez, Orlando. A disp. Barbieri, Moro, Miotti, Callegher, Kharroubi, Gemme, Ponzano, Lacelli. All.

LASCARIS-VERBANIA 2-0
RETI: pt 33' Cottafava, st 3' De Stefano
LASCARIS: Castaldi, Bruno, Vaccaro, Destefano, Cantarella, Cattalano, Raviola, Cottafava, Delle Cave, Rizza, Masi. A disp. Erchini, Foddis, Quattrocchi, Sesia, Halip, Caglioti, Rocchietti. All. Meschieri.
VERBANIA: Neri,Prifti, Carusi, De Vita, Iussa, Villa, Marcon, Axerio, Pella, Cara, Talan. A disp. Brusati, Belleri, Minucci, Bettoni, Gomez, Altieri, Posa, Bertelli. All. Magni

SOCIETA’ - Aria nuova in via Bossoli a Torino. “Marco Palmiere - spiega Ferrero - rimane presidente per gestire la Prima squadra, io ho aperto una nuova matricola per le giovanili e la scuola calcio”. La nuova struttura: Roberto Lazzari vicepresidente, Vincenzo Linciano direttore generale, Davide Desideri e Daniele Bindini consulenti


Il Bacigalupo ricomincia dalla sua storia, da un personaggio “mitico” come Cesare Ferrero, che per più di 10 anni è stato presidente della società neroazzurra, con al suo fianco il compianto direttore generale Enrico Morbidini. Difficile riassumere in poche righe le vicissitudini del Baci: sotto la presidenza di Ferrero era confluito nel Filadelfia, poi nel 2011 Pino Scordo Alampina aveva rifondato la società, che nel 2020 ha ceduto a Marco Palmiere.

Da qui riparte Cesare Ferrero, che nel frattempo è stato direttore generale del Collegno Paradiso e presidente della Santenese: “Sono felice di aver trovato un accordo con Marco Palmiere - spiega - che rimarrà presidente del Bacigalupo e gestirà la Prima squadra e, in sinergia con me, la Juniores regionale. Io ho aperto una nuova matricola, che ha sempre Bacigalupo nel nome, che gestirà il settore giovanile e la scuola calcio, sempre nell’impianto sportivo di via Bossoli a Torino, cui daremo una bella rinfrescata. Adesso dobbiamo iniziare a lavorare a testa bassa, con la serietà che ci ha sempre contraddistinto, per convincere i ragazzi e le famiglie che già sono qui a rimanere, e per portare nuove forze. L’obiettivo primario è quello di ricostruire tutte le squadre e, passo dopo passo, portare anche un po’ di qualità”.

Per prima cosa, Ferrero sta costruendo una struttura societaria importante: il vicepresidente Roberto Lazzari curerà i rapporti con il Torino Academy e gli sponsor, mentre il direttore generale Vincenzo Linciano si occuperà della gestione sportiva, coadiuvato da Davide Desideri, ex giocatore professionista che ha fondato l’associazione EduCalciando, e Daniele Bindini, già dirigente di Nichelino Hesperia, Beiborg, Garino. Il nuovo Baci parte da qui.

TORNEO - La macchina organizzativa è già partita: coinvolte le categorie Under 11 e Under 10, si gioca sabato 28 e domenica 29 settembre sui campi di Pro Eureka, Gassino San Raffaele e Caselle. Già ufficiali le adesioni di Benfica, Real Madrid, Manchester City, Cska Mosca, Inter, Milan, Fiorentina e tante altre società di tutta Europa


“Invincibili Kup - Coppa Grande Torino”. In onore dei più grandi, partendo dai più piccoli. Sotto lo sguardo degli Invincibili, si sfideranno i giovani campioni di domani, tenendo vivo il ricordo del Grande Torino.

Così si legge sui social di BeKings, società organizzatrice di tornei internazionali (e tutto quello che ruota intorno, a livello logistico e turistico) che fa capo a Giorgia Contu e Marco Mameli. Ma non c’è solo il leoncino di BeKings sulla locandina della “Invincibili Kup”, perché il Torino FC è official partner della manifestazione, in collaborazione con Pro Eureka, Gassino San Raffaele e Caselle, ovvero i tre campi base che ospiteranno le partite. Le categorie coinvolte sono Under 11 e Under 10 (ovvero 2014 e 2015, nella prossima stagione sportiva), ufficiali anche le date: venerdì 27 settembre, giorno di arrivo delle squadre, e poi tutti in campo sabato 28 e domenica 29 settembre.

Sarà un evento dai grandi numeri, che coinvolgerà centinaia di squadre, sia dilettanti del Piemonte e di altre regioni (da valutare, in base alle adesioni, l’eventualità di organizzare una fase eliminatoria la settimana precedente), sia professionistiche. Con un grandioso lavoro nell’ombra guidato da Aldo Bratti, sono già arrivate adesioni ufficiali da tutto il mondo: Benfica - non poteva mancare la società con cui il Grande Torino giocò la fatale amichevole -, Real Madrid, Manchester City, Cska Mosca, Dinamo Zagabria, Nizza e Losanna. Tra le professioniste italiane, oltre al Torino, ci saranno Inter, Milan, Fiorentina, Parma, Spezia, Lucchese, Renate e Pro Vercelli.

Non solo calcio: la “Invincibili Kup” sarà un vero e proprio evento per tutta Torino, paragonabile ai grandi eventi cui ormai la città è abituata (vedi le Atp Finals di tennis), viste le migliaia di persone - giocatori, staff e famiglie - che arriveranno da tutta Europa. Alberghi, ristoranti, pullman e attrazioni turistiche sono già allertati, ci sarà sicuramente un traffico notevole in direzione Superga. E sono in fase di valutazione anche eventi di contorno: vista la presenza del Torino, la sfilata iniziale potrebbe partire da piazza d’Armi e coinvolgere anche lo Stadio Olimpico, intitolato - non per caso - al Grande Torino.

TORNEO - La macchina organizzativa è già partita: coinvolte le categorie Under 11 e Under 10, si gioca sabato 28 e domenica 29 settembre sui campi di Pro Eureka, Gassino San Raffaele e Caselle. Già ufficiali le adesioni di Benfica, Real Madrid, Manchester City, Cska Mosca, Inter, Milan, Fiorentina e tante altre società di tutta Europa


“Invincibili Kup - Coppa Grande Torino”. In onore dei più grandi, partendo dai più piccoli. Sotto lo sguardo degli Invincibili, si sfideranno i giovani campioni di domani, tenendo vivo il ricordo del Grande Torino.

Così si legge sui social di BeKings, società organizzatrice di tornei internazionali (e tutto quello che ruota intorno, a livello logistico e turistico) che fa capo a Giorgia Contu e Marco Mameli. Ma non c’è solo il leoncino di BeKings sulla locandina della “Invincibili Kup”, perché il Torino FC è official partner della manifestazione, in collaborazione con Pro Eureka, Gassino San Raffaele e Caselle, ovvero i tre campi base che ospiteranno le partite. Le categorie coinvolte sono Under 11 e Under 10 (ovvero 2014 e 2015, nella prossima stagione sportiva), ufficiali anche le date: venerdì 27 settembre, giorno di arrivo delle squadre, e poi tutti in campo sabato 28 e domenica 29 settembre.

Sarà un evento dai grandi numeri, che coinvolgerà centinaia di squadre, sia dilettanti del Piemonte e di altre regioni (da valutare, in base alle adesioni, l’eventualità di organizzare una fase eliminatoria la settimana precedente), sia professionistiche. Con un grandioso lavoro nell’ombra guidato da Aldo Bratti, sono già arrivate adesioni ufficiali da tutto il mondo: Benfica - non poteva mancare la società con cui il Grande Torino giocò la fatale amichevole -, Real Madrid, Manchester City, Cska Mosca, Dinamo Zagabria, Nizza e Losanna. Tra le professioniste italiane, oltre al Torino, ci saranno Inter, Milan, Fiorentina, Parma, Spezia, Lucchese, Renate e Pro Vercelli.

Non solo calcio: la “Invincibili Kup” sarà un vero e proprio evento per tutta Torino, paragonabile ai grandi eventi cui ormai la città è abituata (vedi le Atp Finals di tennis), viste le migliaia di persone - giocatori, staff e famiglie - che arriveranno da tutta Europa. Alberghi, ristoranti, pullman e attrazioni turistiche sono già allertati, ci sarà sicuramente un traffico notevole in direzione Superga. E sono in fase di valutazione anche eventi di contorno: vista la presenza del Torino, la sfilata iniziale potrebbe partire da piazza d’Armi e coinvolgere anche lo Stadio Olimpico, intitolato - non per caso - al Grande Torino.

L’ANALISI - Una finale fuori dai pronostici ha portato il secondo titolo regionale della storia biancoazzurra, la chiusura perfetta di un lungo capitolo. Ben oltre le aspettative anche la stagione del Lucento di Alessandro Pierro, che merita un solo commento: bravo!


Alzi il ditino chi, a inizio stagione, avrebbe preventivato l’Alpignano campione regionale della categoria regina delle giovanili, l’Under 17. Va bene la vittoria del SuperOscar, ma di solito chi parte così forte non arriva fino in fondo (anche se questa regola non scritta, quest’anno, andrebbe proprio cancellata). Va bene la vittoria del campionato a pari merito con il Lucento, ma il girone era così così e le favorite rimanevano altre. E invece fino in fondo sono arrivate proprio quelle due, Alpignano e Lucento: magari non le squadre più forti, ma alla fine l’unico giudice è il pallone e le uniche sentenze che contano solo quelle del campo.

La regola imprescindibile, dentro e anche fuori dal campo, è solo una: non si molla mai. Qui c’è un simbolo, che veste la maglia biancoazzurra numero 8, indossa la fascia da capitano e si chiama Gabriele Brancato. La sua prestazione, in finale, è stata semplicemente commovente: a tutto campo, con un mix pazzesco di qualità e quantità, a recuperare palloni come un mediano, a giocarli come un regista, a guidare la squadra come un vero leader. Da lacrime anche il fido scudiero Davide De Carlo, rimasto in campo nonostante l’infortunio alla mano che lo farà poi uscire e capace di segnare il gol che ha chiuso la partita con un sinistro perfetto. Le partite si vincono in mezzo al campo, diceva il saggio, e così è stato anche nella finalissima classe 2007, dove i centrocampisti biancoazzurri si sono esaltati e quelli lucentini, invece, non sono riusciti a esprimere le loro qualità, oltre a corsa e grinta encomiabili. Ma non solo, all’interno di una squadra da 10 e lode è la “spina dorsale” alpignanese che si è esaltata: Fasano un gatto tra i pali, Costa un centrale insuperabile, Brunazzo un puntero imprendibile, a differenza (dispiace dirlo dopo una super stagione) del numero 10 lucentino Esposito, uno che deve fare la differenza e, quando non la fa, si vede.

Una partita non la fanno solo i giocatori, però: ci sono anche gli allenatori. E allora, passando dal campo alle panchine, ci sono due storie bellissime. Da una parte Andrea Bovolenta, niente fumo e solo arrosto, sempre lontano dai riflettori, ma capace di sfruttare in modo perfetto la grande occasione della sua carriera: alla prima stagione in una big come l’Alpignano, ha portato a casa il suo primo titolo regionale, il secondo nella storia della società di via Migliarone. E dall’altra Alessandro Pierro, un nome che è sinonimo del Lucento: dalle sue parti non si passa, e fino all’ultimo secondo non si molla, manco fossimo oltremanica. Da tempo tra i migliori allenatori del Piemonte, in carriera ha giocato 5 semifinali regionali, ma questa era la sua prima finalissima: la sua squadra ha giocato un primo quarto d’ora da incubo, andando sotto di due gol, ma la sua spinta dalla panchina è stata semplicemente pazzesca, a livello caratteriale e anche tattico (con il passaggio alla difesa a 3, per chi non se ne fosse accorto). Alla fine non ce l’ha fatta neanche stavolta, ma - come si è scritto da solo sui social - lo ribadiamo senza timore di smentita: bravo!

Allarghiamo ancora lo sguardo. Una stagione non la fa solo la squadra: c’è anche la società. Se Pierro al Lucento è ormai una componente inscindibile, ad Alpignano era l’ultimo ballo per chi, negli ultimi 10 anni e anche di più, ha preso in mano una società senza ambizioni e l’ha portata, passo dopo passo, fino ai vertici del Piemonte, dimostrando che anche nel calcio dilettantistico i soldi contano, ma non sono l’unica cosa che conta. Christian Bellanova e il suo braccio destro, Antonio “Tony” Seminerio, ci hanno messo fantasia, conoscenza, dedizione, coraggio. Nelle ultime tre stagioni, hanno lavorato insieme a Mimmo Dilonardo, direttore sportivo delle categorie Allievi, decisivo nella costruzione di questo gruppo dai grandi valori. Perché un conto è prendere i giocatori usciti da Juventus e Torino, un altro è andare a pescarli al Pianezza, al Paradiso Collegno, al Rosta.

Primo titolo regionale con l’Under 15 solo 12 mesi fa, primo SuperOscar a settembre, cosa volete di più? Beh, intanto il secondo titolo regionale. E non ditegli che adesso in ballo c’è uno scudetto…

L’ANALISI - Ha il sapore del dominio il decimo titolo regionale della società del presidente Vincenzo Gaeta, vinto da uno dei gruppi più forti mai visti sui campi dei dilettanti, che ha tutte le carte in regola per imporsi anche nella fase nazionale. Onore all’Alpignano di Davide Domizi, protagonista di una stagione oltre le aspettative


Il decimo titolo regionale nella storia del Lascaris, quello che vale la stella cucita sulle maglie bianconere, è il più dolce, non solo perché l’ultimo è sempre il più bello. Il titolo Under 15 ha il sapore del dominio. Domina la società, al quinto titolo negli ultimi tre anni (e non è ancora finita), un palmares semplicemente impressionante che la dice lunga sulla bontà del lavoro pensato dal presidente Vincenzo Gaeta e gestito dal direttore sportivo Cristian Balice e dalla sua banda (di cui faceva parte anche Lorenzo Verduci, che ricomincerà da Alpignano). E domina la squadra classe 2009, uno dei gruppi più forti mai visti sui campi dei dilettanti, una macchina perfetta affidata a un allenatore preparato come pochi ed esigente come, forse, nessun altro. Va bene avere una Ferrari tra le mani, ma bisogna anche saperla guidare dalla prima all’ultima curva: Alessandro Malagrino ci è riuscito senza neanche una riga sulla fiancata e, finalmente, può mettere in bacheca il primo titolo della sua carriera. Vittoria del SuperOscar per iniziare la stagione con il piede giusto, cammino quasi perfetto in un campionato fatto di sole vittorie e tre pareggi (due dei quali, guarda caso, proprio contro l’Alpignano), fantastica chiusura con una finale regionale, di fatto, senza storia.

L’unico sliding door, l’elemento imprevedibile che poteva cambiare una storia che sembrava già scritta, è fissato al minuto 16 del primo tempo, quando il risultato era ancora fermo sullo 0-0 e Greco ha avuto un’occasione per cambiare il volto alla finale. In vantaggio, l’Alpignano avrebbe potuto esaltare l’impostazione tattica scelta da Davide Domizi (allenatore emergente ma di sicuro valore, che avrà sicuramente altre occasioni da giocarsi: una grande scelta di Christian Bellanova), ovvero difesa attenta e ripartenze veloci. Va detto, anche l’Alpignano è una gran bella squadra che, a differenza dei bianconeri, nessuno si aspettava di vedere fino all’ultimo atto della stagione. Dellavalle dietro, Dello Russo in mezzo e Bardus davanti sono un’ossatura su cui costruire il futuro.

Al cospetto di questo Lascaris, comunque, non c’è spazio per i rimpianti: una volta in vantaggio, la sinfonia bianconera ha iniziato a suonare a pieno regime. Davanti alla sicurezza di Schierano, in pochi possono vantare difensori del calibro di Amendolagine e Bernardinis, non per caso in procinto di passare (o tornare) nel professionismo. Martinelli è una diga in mezzo al campo, Scanavino ha tre o quattro polmoni, la loro dedizione lascia libertà di pensiero e di azione a Spina, protagonista indiscusso della finale con la sua doppietta, e Roncarolo, dai piedi del numero 10 passano tutte le azioni migliori. Davanti, Persiano è un cecchino infallibile (34 gol in campionato, 38 in stagione), Zamboni e i suoi movimenti la spalla perfetta. Una squadra così, con un condottiero così, con una società così - se avrà ancora fame - dirà la sua anche sui palcoscenici nazionali. Torniamo da dove siamo partiti: l’ultimo titolo è sempre il più bello? Sentiamo già la voce roca di Balice che ci corregge: no, il più bello sarà il prossimo.