Lunedì, 22 Luglio 2024
Martedì, 28 Aprile 2020 15:18

Cosa significa “congelare gli organici” del Settore giovanile? Ce lo spiega Roberto Scrofani

Scritto da Daniele Pallante

INTERVISTA - Il segretario LND chiarisce alcuni punti fondamentali: “Gli organici della stagione sportiva 2019/2020 saranno confermati anche per la prossima”, con ripescaggi che “terranno conto dei valori espressi finché si è giocato”. Un accenno anche ai costi: “Almeno fino a dicembre non abbiamo intenzione di chiedere soldi alle società”. I tempi: “A metà maggio con dei punti fermi da comunicare alle società”


“Per quanto attiene alle categorie di Settore Giovanile e Scolastico congeleremo gli organici e nella eventualità li integreremo adottando (…) una graduatoria di merito per ogni categoria che tenga conto del coefficiente punti/gare disputate, da cui attingere per il completamento degli organici”.

Così recitava la lettera aperta inviata la scorsa settimana dal presidente LND Christian Mossino alle società del Comitato Piemonte e Valle d’Aosta. Una lettera che, inevitabilmente, ha rinvigorito il dibattito in corso sul futuro del “nostro” calcio. Abbiamo chiesto qualche chiarimento al segretario della LND, Roberto Scrofani, a partire da cosa si intende per “congelare gli organici”.

“Significa confermare in blocco gli organici della stagione sportiva 2019/2020 anche per la prossima, bloccando i meccanismi di interscambio tra regionali e provinciali”.

Quindi le società iscritte quest’anno al campionato Under 17 con i 2003, lo saranno anche il prossimo con i 2004. È corretto?

“Giusto. Ovviamente gli organici saranno da verificare in base alle iscrizioni”.

Non è pensabile, come interpretato da qualcuno, che i 2003 rimangano nella categoria Allievi, anche se in realtà il fatto che la categoria si chiami Under 17 rende impossibile questa soluzione…

“No, le categorie e le annate dipendono dalla Uefa, che emana precise disposizioni in merito, in base alle quali vengono organizzate le competizioni anche a livello internazionale. Non le stabiliamo noi a livello regionale o nazionale”.

E pensare a gironi di qualificazione all’inizio della prossima stagione, come avveniva prima della riforma dei campionati?

“Abbiamo un format che è stato approvato dalle società, con un meccanismo di interscambio tra regionali e provinciali che tenga conto di un intero campionato, non di qualche partita. Un format che comprende anche il discorso della filiera, che deve essere necessariamente completa per partecipare ai regionali, e che quindi coinvolge l’intera attività delle società”.

Una riforma, aggiungo, che è stata alla base dell’elezione del presidente Mossino. Detto questo, avete già fatto una stima su quante società o singole squadre non si iscriveranno ai prossimi campionati giovanili?

“No, ma a giugno attiveremo la preiscrizione ai campionati. Dobbiamo adeguarci a un mondo nuovo anche per quanto riguarda il calcio, dobbiamo capire quanto sono profonde le ferite lasciate dall’emergenza che stiamo vivendo. Solo le società stesse possono darci indicazioni precise sulle loro difficoltà, sui campionati cui riusciranno a partecipare. Poi attiveremo le iscrizioni nei tempi canonici, ma avendo già dei riscontri”.

Se ci saranno tanti ripescaggi, le prime classificate dei campionati provinciali potrebbero passare nei regionali… e molti problemi in tal senso verrebbero automaticamente risolti, giusto?

“Certo, come detto terremo conto dei valori espressi finché si è giocato. Di sicuro verranno annullati i criteri dei ripescaggi usati finora, perché tengono contro di aspetti che non ci sono come i playoff e i playout. Ma va tenuto conto che, secondo le norme federali, i campionati non finiti non danno criteri, non è concesso. Il meccanismo dei ripescaggi è da rivedere, sempre privilegiando i risultati acquisiti sul campo, ancorché di campionati abortiti, e tenendo conto dei soliti criteri societari”.

Bisogna fare in fretta però.

“Il Consiglio federale deve darci indicazioni precise e urgenti cui attenerci: magari in Basilicata possono riprendere a giocare, qui sicuramente no. Quando si tornerà in campo dipende dall’evoluzione della pandemia, intanto dobbiamo ragionare, partendo dalle normative vigenti, sugli altri temi necessari perché le società possano organizzarsi e creare un progetto sportivo per la prossima stagione. Dobbiamo fornire loro degli elementi, tra cui quello degli organici è prioritario”.

L’altro aspetto, su cui magari torneremo in un’altra chiacchierata, è quello economico.

“Certo. Intanto possiamo dire che almeno fino a dicembre non abbiamo intenzione di chiedere soldi alle società, vogliamo azzerare i costi di cartellini, assicurazioni e iscrizioni. I mesi primaverili sono fondamentali per gli introiti delle società, non possiamo pensare che a luglio abbiano soldi in cassa. Oltre a introdurre degli ammortizzatori, stiamo lavorando per creare un diverso percorso organizzativo: se qualcosa andrà pagato, ripeto, non prima di dicembre. Un cartellino costa 24 euro, sommato per le decine se non centinaia di bambini della Scuola calcio, significa un bel risparmio. Per ora sono ipotesi in discussione, esattamente come le idee prima esposte sull’organizzazione dei campionati: speriamo di arrivare a metà maggio con dei punti fermi da comunicare alle società”.

Ultima modifica il Martedì, 28 Aprile 2020 15:31

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