Domenica, 24 Novembre 2024
Venerdì, 28 Aprile 2023 16:36

Tre campioni d’Italia Under 17 arrivano da Chieri. Massimo Ricardo: “Conseguenza del lavoro. Ora puntiamo al titolo”

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INTERVISTA - L’allenatore chierese descrive i suoi ragazzi: “Mancino un leader, gioca da adulto. Valentini ragazzo splendido, deve rischiare la giocata. Manfredi ha il passo per diventare giocatore vero”. Sulla società: “Il nostro presidente è il top, dà fiducia alle persone e così fa crescere tutta la società. È l’ambiente giusto per fare calcio”


Christian Mancino, difensore centrale, capitano e leader. Federico Valentini, centrocampista centrale, cervello della squadra. Daniele Manfredi, attaccante ai mille all’ora, un gol all’attivo. Il Chieri è l’unica società a poter vantare tre giocatori campioni d’Italia con la rappresentativa regionale Under 17, fresca vincitrice del Torneo delle Regioni. Chi meglio del loro allenatore, Massimo Ricardo, può raccontare che giocatori sono?

Max, partiamo da Mancino, una vita al Borgaro, arrivato a Chieri questa estate.

“La prima cosa da dire è che è un leader, in campo e nello spogliatoio. È nuovo a Chieri, ma è subito diventato uno dei punti di riferimento. Mi è sempre piaciuto da avversario, l’avevo già cercato l’anno scorso al Lascaris, quest’anno sono riuscito a portarlo con me. Deve migliorare, come tutti, ma è un prospetto importante. A quella età la leadership può anche trasformarsi in eccesso di sicurezza, in arroganza, e lui approccia la responsabilità nella maniera giusta. Gioca sempre con serenità, al Torneo delle Regioni mi ha impressionato perché ha fatto sempre le cose giuste: ha giocato quando si poteva, ha picchiato quando c’era da picchiare, ci ha messo la testa. Da giocatore scafato, come un adulto”.

Passiamo a Valentini, che si è conquistato un posto da inamovibile in mezzo al campo.

“Lui è il mio capitano, prima di tutto un ragazzo splendido per dedizione e impegno, è il giocatore che tutte le squadre vorrebbero avere. È quello che è cresciuto di più durante l’anno: gli abbiamo dato tanto in testa, ma se il risultato è questo abbiamo fatto bene. E ha ancora ampi margini di miglioramento. È un regista, sa giocare la palla: se si limita al compitino diventa scolastico, se rischia la giocata fa la differenza”.

Chiudiamo con Manfredi, che ha partecipato alle rotazioni in attacco.

“Per me può diventare un giocatore vero, perché ha passo. Ma lui non è una prima punta, è esterno, quando parte non lo prendi mai. Quest’anno ha avuto problemi fisici, adesso che è in quadro può fare la differenza. Lo abbiamo gestito bene anche per farlo trovare pronto per questo appuntamento e per le fasi finali. Avrà anche sbagliato qualche gol, ma è sempre lì: guarda il gol annullato in finale, che per me era regolare, ha fatto un taglio in anticipo sul primo palo da attaccante vero, una giocata che aveva già provato con la Sicilia. Io ci credo tantissimo”.

Due su tre arrivano dalla cantera del Chieri, niente male.

“È la conseguenza del lavoro che abbiamo fatto qui a Chieri, non è un caso. Dico abbiamo pensando al mio staff e soprattutto alla società, la mia parte ovviamente è relativa. È tutto il contesto che è giusto per fare calcio, è l’ambiente sereno che aiuta anche i ragazzi ad esprimersi. Io sono sempre cauto con gli elogi, ma stavolta mi sbilancio e dico che il nostro presidente è il top sulla piazza: Stefano Sorrentino ha fatto il calciatore in serie A, eppure è sempre presente, chiede, si confronta, dà fiducia alle persone e così fa crescere tutta la società. E lavorare con Omar Cerutti è un piacere, sto imparando tantissimo anche da lui”.

Dove può arrivare la tua squadra?

“Oggi Mancino, Valentini e Manfredi non partecipano all’allenamento, ma vengono lo stesso al campo, ci tengono e sono presenti. Vuol dire che è un gruppo vero. Oggi la copertina spetta a loro tre, ma De Lucia si allena con la prima squadra da due settimane, in 13 hanno esordito nella Juniores nazionale che ha vinto il girone, con 2/3 titolari in ogni partita. Anzi ne approfitto per sottolineare lo splendido rapporto di collaborazione che si è instaurato con Simone Loria, anche lui una grande persona. Poi, se mi chiedi cosa voglio di più mica mi nascondo, non l’ho mai fatto: puntiamo al titolo regionale, giochiamo per quello. Se poi vincerà qualcun altro, vuol dire che sarà stato più bravo di noi e gli faremo i complimenti. Ma io gioco per vincere”.

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