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Lunedì, 04 Luglio 2016 16:38

Nicolò Noro: “Il calcio è la mia vita, segnare è un’emozione che chi non prova non può conoscere”.

Scritto da redazione

INTERVISTA - Attaccante classe ’98 della Junior Biellese, capocannoniere della Juniores regionale con 22 gol: “Vedere il mio nome in cima alla classifica marcatori è stata un'emozione davvero intensa che vorrei ripetere altre infinite volte”

Presentati: nome e cognome, data di nascita, squadra in cui giochi, la tua carriera.
“Mi chiamo Nicolò Noro, sono nato il 23 febbraio 1998, gioco nella Junior Biellese da ormai tre anni. Ho cominciato a giocare a calcio nel 2009 nella Morenica per poi passare due anni all’Ivrea Calcio e infine a Biella dove sono ora”.

In che ruolo giochi?
“Il ruolo che amo è la seconda punta, ma spesso ho giocato prima punta o esterno a seconda delle esigenze della squadra”.

Quanti gol hai già fatto in questa stagione?
“Quest'anno ho fatto la Juniores regionale ed è stato l'anno più soddisfacente per me per quanto riguarda il numero di realizzazioni, infatti ho segnato 22 reti e vedere il mio nome in cima alla classifica marcatori è stata un'emozione davvero intensa che vorrei ripetere altre infinite volte, non lo dimenticherò mai”.

La tua squadra del cuore?
“La squadra del mio cuore è la Juventus, non perché come molti credono “la Juve vince allora tifo per lei”, amo il metodo e l'ideologia di questa squadra, amo la sua mentalità vincente, l'impegno, i sacrifici, la volontà, la voglia, la fame e quando mi alleno e scendo in campo vorrei che chi mi guardasse vedesse in me questo”.

Il giocatore a cui ti ispiri?
“Il giocatore a cui mi ispiro è sicuramente Alessandro Del Piero, il simbolo della Juventus, a lui non mi ispiro non solo tecnicamente ma anche per come si mostra nei suoi atteggiamenti e nel suo essere uomo prima che giocatore”.

Qual è il tuo punto di forza sul campo da calcio?
“I miei punti di forza sono la voglia e la fame, quando gioco a calcio cerco di aderire a questi “valori”, ogni partita cerco di dare il meglio, per me e per la squadra; il punto invece che mi dà “forza” è senza dubbio il gol, segnare penso sia una delle emozioni più belle che un giocatore possa provare, vedere i tuoi compagni rincorrerti, abbracciarsi, gridare, sono emozioni che chi non prova non conosce”.

In cosa, invece, devi migliorare?
“Per quanto riguarda le cose in cui devo migliorare non ne esiste una in particolare, per fortuna, durante la mia breve carriera, ho avuto allenatori che prima di insegnarmi l’ambito tecnico hanno cercato di farmi conoscere quello umano, quindi sono dell’idea che non si smette mai di imparare e che ogni giorno è un momento in più per migliorare e credo che io abbia ancora tanto da migliorare e soprattutto da imparare”.

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Tiro 7
Passaggio 7
Testa 6
Contrasto 6
Takle 6
Senso del gol 8
Velocità 8
Dribbling 8
Forza 7
Acrobazia 7

Qual è stata la miglior partita della tua carriera? Perché?
“La miglior partita della mia carriera credo sia stata quest'anno contro il No.Ve., forse non è stata la più bella anche perché il campo era difficile, ma credo sia stata la partita in cui io ed i miei compagni abbiamo dimostrato di essere “squadra”. Eravamo in casa loro ed era la quinta giornata del girone di andata ed era scontro per la prima posizione, loro erano in testa con 10 punti noi terzi a 8; andammo sotto per 1-0 e la partita era complicata ma non ci siamo arresi e grazie al colpo di testa di un mio compagno abbiamo pareggiato; qualche minuto più tardi, presi palla a centrocampo, feci tutta la fascia, entrai in area e presi il rigore; segnai 1-2 e vincemmo la partita, ero davvero felice, mi sentivo importante ed ero contento per i miei compagni”.

Qual è stata invece la peggior partita della tua carriera? Perché?
“La peggior partita invece è stata contro il Santhià nell’ultima partita del girone di andata, il campo non era dei migliori ma ebbi una palla gol che sbagliai e qualche minuto dopo prendemmo gol. Da quel momento fui nervoso e dissi qualche parola di troppo all'arbitro, il quale giustamente mi allontanò dal campo e forse per colpa mia perdemmo la partita, è stata una delusione”.

L'allenatore a cui sei più legato? Perché? Cosa ti ha insegnato?
“L'allenatore a cui sono più legato è sicuramente Enrico Rossi, mi allena da due anni ma sembra che mi alleni da sempre, come ho già detto prima ho avuto la fortuna di incrociare nel mio percorso persone che mi hanno trasmesso tanti valori umani prima di quelli calcistici e lui è sicuramente una di quelle persone”.

Il compagno di squadra con cui ti trovi o ti sei trovato meglio?
“Per quanto riguarda i compagni, mi sono trovato bene con tutti, non ne esiste uno in particolare, è grazie ad ognuno di loro se ho fatto tanti gol, mi hanno insegnato tante cose ed io spero di averne insegnate tante a loro”.

Il giocatore più forte con/contro cui hai giocato?
“Di giocatori forti credo ne esistano tantissimi, sono sicuro di averne incontrati tanti ma non ricordo i nomi, posso solo dire che è stato bello potersi confrontare anche proprio come stimolo e motivazione”.

Quali obiettivi hai nel mondo del calcio, in questa stagione e in prospettiva?
“Il mio obiettivo nella vita è fare del calcio la mia professione, vorrei vivere nel mondo del calcio e cercherò di migliorare giorno dopo giorno per arrivare il più in alto possibile”.

Se segnassi in una finale, a chi dedicheresti il gol?
“Se dovessi segnare in finale dedicherei il gol al mio mister, andrei in panchina ad abbracciarlo come ogni gol che ho fatto e lo ringrazierei”.

Usciamo dal campo: che passioni hai oltre il calcio?
“Oltre al calcio mi piace stare con gli amici, mi piace stare a contatto con le persone, mi piace fare tutto e sono disponibile con tutti”.

Se non sfondi nel mondo del calcio, cosa vorresti fare da grande?
“Se non dovessi sfondare nel calcio non so precisamente cosa vorrei fare da grande, ora sto sostenendo l'esame di maturità e mi concentro su quello e poi più avanti penserò al mio futuro”.

Vuoi aggiungere qualcosa?
“Il calcio è il mio sport preferito, è la mia vita e vorrei diventasse il mio lavoro; il calcio mi fa stare bene e mi regala emozioni che non ho mai raggiunto in nessun altro modo; cercherò di dare il meglio in campo e fuori per raggiungere il mio obiettivo con il lavoro, l'impegno e i sacrifici e se un giorno non dovessi "sfondare" sarò sicuro di aver dato tutto me stesso”.

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