Con la fine del mese di giugno scadeva il termine per presentare la domanda di iscrizione al campionato di Lega Pro per la stagione sportiva 2016-2017: lo Sporting Bellinzago (come il Martina Franca) non lo ha fatto, mettendo di fatto la parola fine alla sua storia. L’epilogo triste di una storia bellissima, il finale da lacrime di un film esaltate. La cavalcata più unica che rara dalla Terza categoria alla Lega Pro si è conclusa con la sparizione della società dal panorama calcistico piemontese e nazionale.
MIMMO CICCIU’ E SANDRO SICILIANO
Tra gli artefici di questa storia incredibile (oltre ovviamente al presidente Antonio Massaro) ci sono l’allenatore Sandro Siciliano e il direttore sportivo Mimmo Cicciù, due personaggi che hanno fatto tanta gavetta - anche nelle giovanili - e si sono meritati con la passione, il lavoro e la competenza il posto al sole che, con un click sull’interruttore, è diventato buio pesto.
Ne abbiamo parlato con Mimmo Cicciù. Un riassunto della sua carriera: allenatore di Orione Vallette, Lascaris, Moncalieri, Lucento (dove inizia anche come dirigente) e Pro Settimo Eureka, “tanti personaggi importanti da cui imparare, da Francesco Trabucco a Carlo Pesce, ma quello che mi ha aiutato più di tutto è stato il lavoro da insegnante”. La grande occasione proprio alla Pro, “grazie a Pollastrini che, quando sono retrocessi dalla serie D all’Eccellenza, mi ha affidato l’incarico di direttore sportivo”. I successi a Settimo, anche grazie al sodalizio con Sandro Siciliano, da lui portato dalla Juniores alla Prima squadra. “Da lì siamo andati via a malincuore”, ma alla chiamata di una società ambiziosa come lo Sporting Bellinzago non si poteva dire di no. Una stagione straordinaria: partiti nell’ombra, “quando sono arrivato c’erano due giocatori, assemblare 20 nuovi arrivi non è stato facile, all’inizio abbiamo pagato”, poi la cavalcata straordinaria fino alla vittoria del campionato di serie D: “Incredibile, si è creata un’alchimia particolare tra giocatori, staff e società che ha portato a questo risultato pazzesco. Il presidente Massaro non è uno che fa tanti complimenti, ma l’8 maggio, alla festa della promozione, in piazza ha dichiarato che nell’anno in cui ha speso di meno è andato nei professionisti, viaggiavo a mezzo metro da terra…”
DALLE STELLE ALLE STALLE
La Lega Pro, però, è stata un sogno di mezza estate. La triste realtà è che lo Sporting Bellinzago non esiste più.
Mimmo, raccontaci, poi cos’è successo?
“La situazione è questa: il presidente, il primo luglio, ha comunicato che non ha trovato sinergie, nonostante gli sforzi, ed è finita l’avventura”.
Quanto siete arrabbiati?
“Al presidente io e il mister (Sandro Siciliano, ndr) dobbiamo solo dei ringraziamenti, lui sta facendo il corso a Coverciano per diventare allenatore professionista, io lo farò a settembre da direttore sportivo. L’unica cosa che posso appuntargli è che ci ha sempre tranquillizzato, da fine campionato al 30 giugno, senza mai dire in modo chiaro ‘se non trovo nessuno che mi dia una mano, chiudo’. Magari, avremmo fatto valutazioni diverse. Capisco quanto dev’essere grande la sua amarezza, quanto dev’essere difficile chiudere sua creatura, che ha portato dalla Terza categoria ai professionisti… Ma anche da parte nostra c’è tanta, tanta delusione, lo dico anche a nome del mister".
Non si poteva, piuttosto, ripartire da una categoria inferiore?
“Ma no, non dopo quello che abbiamo fatto. Da aprile sapevamo che di poter vincere il campionato, l’8 maggio abbiamo avuto la certezza matematica, il presidente ci ha sempre detto che voleva condividere con noi l’esperienza in Lega Pro. Era una situazione anomala, visto che a Bellinzago non avevamo il Settore giovanile, poi c’era il problema dello stadio, il Comune ha dato grande disponibilità ma c’erano da spendere dei soldi. Il salto nel professionismo è grosso, tutti vanno contrattualizzati, anche nelle giovanili, non c’è solo l’aspetto economico, ma bisogna assumersi una grande responsabilità. Da solo il presidente non se l’è sentita, lo capisco anche”.
Eppure di trattative ne sono state aperte molte.
“Secondo me non era da buttare via la sinergia con il Novara e il Suno, ma per me è facile parlare visto che sono - anzi ero - uno stipendiato e non metto i soldi, evidentemente la proposta del Novara non era idonea. Poi c’è stato il fantomatico Corioni che voleva rilevare società, poi il discorso interessante con il Casale, poi altri faccendieri… Ma il presidente faceva le cose da solo, a me e al direttore generale Turino diceva solo di stare tranquilli. So che ci ha provato, questo sì”.
Fino alla trattativa con il Varese, che sembrava quella giusta.
“L’articolo 17 delle Noif, ormai l’ho imparato a memoria, dice che non devi aver fatto un trasferimento di sede negli ultimi due anni, se vuoi trasferirla di nuovo. L’anno scorso lo Sporting Bellinzago ha trasferito la sede da Oleggio a Bellinzago, ovvero dallo studio del commercialista allo stadio. Non è stato un vero e proprio trasferimento di sede, come quello che sarebbe stato necessario per fare la fusione con il Varese. Pensavano che questo bastasse ad aggirare la norma, mercoledì sono addirittura andati a Montpellier da Tavecchio, ma il presidente ha ribadito che non si poteva fare: i regolamenti ci sono, è giusto rispettarli. Il problema è che Massaro ha puntato tutto su Varese: saltato quello, è saltato tutto”.
FUTURO TUTTO DA DECIFRARE
La coppia più vincente del calcio piemontese è senza squadra. Sandro Siciliano e Mimmo Cicciù, che già pregustavano la loro prima avventura nel professionismo, aspettano una nuova chiamata.
Mimmo, e adesso?
“Un giocatore trova squadra anche al 3 agosto - io ad agosto avevo preso Rolando, Montante e compagnia bella, e guardate com’è finita - per un allenatore o un direttore sportivo è più dura. Di solito, a luglio andavo in vacanza con la squadra già impostata, il ritiro e le amichevoli organizzate… e invece adesso mi ritrovo, anzi ci ritroviamo, a piedi. Noi abbiamo dato tanto allo Sporting Bellinzago e al presidente Massaro, lui ci ha dato tanto, non posso negarlo. Ma ribadisco, a maggio, finito il campionato, con onestà poteva dirci che da solo non avrebbe fatto nulla. Penso a Sandro Siciliano, ha detto no alla Caronnese, che adesso va in Lega Pro al posto nostro. Sembra di stare su Scherzi a parte”.
Vanno tutti a Gozzano, anche il bomber Marco Massaro, magari apre la strada anche per il padre…
“Questo non so, non penso, almeno non subito. A fine campionato noi godevamo e loro rosicavano, adesso la Caronnese è felice, Chieri e soprattutto Gozzano hanno fatto la spesa a casa nostra. È triste dirlo, ma fossimo arrivati secondi…”
Come lo vedi il futuro di Mimmo Cicciù e Sandro Siciliano?
“Mi auguro che qualcuno si ricordi di quello che abbiamo fatto negli ultimi anni: tre campionati vinti, due Coppe Italia… Anche non insieme, perché ognuno deve fare la sua strada, meritiamo altre occasioni. Ma ormai le squadre sono tutte a posto, a Sandro ho detto di scegliere con cura le partite da andare a vedere, perché tornerà presto in pista…”
Più facile per un allenatore che per un direttore sportivo, essere chiamato in corsa.
“Vero. Se esiste la meritocrazia, Sandro deve essere il primo ad essere chiamato. Quanto a me, qualche sondaggio c’è stato, ma niente di concreto, le telefonate che mi arrivano adesso sono tutte di solidarietà, o da qualcuno che cerca giocatori. Il calcio è la mia passione, sono in pensione e mi ci posso dedicare a tempo pieno. Esperienza, onestà, coerenza e un po’ di competenza penso di poterle offrire… Ma deve essere una proposta interessante, questo è chiaro”.
Dai, Mimmo, capisco la delusione ma chiudiamo con un sorriso.
“Stai fermo perché vinci, non ci capacitiamo… Ma la vita non finisce a Bellinzago. Non si può vivere di ricordi, ma quello che abbiamo fatto non ce lo può togliere nessuno, ci rimarrà per sempre. Questa è la mia, la nostra consolazione. Poi, speriamo che qualcuno si ricordi…”