Lunedì, 25 Novembre 2024
Venerdì, 17 Giugno 2022 15:45

Massimo Ricardo a cuore aperto: “L’ultimo titolo è sempre il più bello. Rispetto le scelte del Lascaris, ora riparto da Chieri con un sogno tricolore”

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INTERVISTA - Il campione regionale Under 16: “Stagione lunga e difficile, siamo stati bravi a gestire i problemi ed è finita in trionfo. Con Gaeta e Balice siamo amici, ieri a cena insieme. Ora a Chieri, contagiato dall’entusiasmo di Omar Cerutti”. Sul mondo del calcio: “Parliamo di sport, non di vita e morte. Detto questo, servono professionalità e serietà, cacciamo i truffatori”. Sugli allenatori: “Il più bravo? Io. Dei giovani mi piacciono Meschieri, Grungo, Berger e Andrea Canavese”


Partiamo dalla notizia che ormai è ufficiale: nella prossima stagione Massimo Ricardo allenerà l’Under 17 del Chieri. È un ritorno, in una carriera da allenatore che ha vissuto tante tappe - Atletico Gabetto, Orbassano, Collegno Paradiso, Lucento, J Stars, Atletico Gabetto, Chieri, ancora J Stars, Chisola, Pinerolo, Vanchiglia, Lascaris - e tante vittorie: quello appena conquistato con l’Under 16 bianconera è il terzo titolo regionale, dopo quelli targati J Stars e Pinerolo.

Max, partiamo da questa stagione. Difficile, strana, un po’ folle, finita come meglio non si poteva.
“Sì, stagione lunga e difficile, sul campo e per me anche fuori. L’obiettivo era arrivare al titolo regionale se non subito nel biennio. Ci siamo riusciti, quindi stagione positiva. Problemi ce ne sono stati tanti, quello del 2006 è un gruppo fortissimo ma non facile da allenare, diciamo che sono stati gestiti bene da me e dalla società”.

Se dovessi dire un giocatore decisivo?
“Dire De Luca, che ha segnato in finale, o altri che sono sulla bocca di tutti sarebbe troppo facile. E allora dico Ragusa, un ragazzo che abbiamo preso a gennaio, non riusciva a esprimersi, era proprio bloccato. Ci siamo parlati, ha svoltato nel Trofeo Lascaris, ed è diventato decisivo nella fase cruciale della stagione. Bravo lui, sicuramente, e un po’ bravi anche noi”.

Hai vinto il titolo regionale quando di fatto sapevi che saresti andato via. Non sei un po’ arrabbiato con il Lascaris?
“No, per niente. Ieri sera sono stato a cena con il presidente e il direttore (Vincenzo Gaeta e Cristian Balice, ndr) ed è giusto così. Ognuno fa le sue scelte, cercando di decidere per il meglio dal suo punto di vista, poi solo la storia dirà se sono state scelte giuste o sbagliate. L’importante è che siano fatte con onestà, senza cattiveria, come è sicuramente stato in questo caso. Ieri la società del Lascaris mi ha dedicato un post bellissimo, magari qualcuno dirà che era dovuto ma io non me lo aspettavo e ne sono stato felice. La verità è che siamo in ottimi rapporti”.

Però una volta ti saresti arrabbiato, con il tuo carattere fumantino, dì la verità.
“Probabilmente è vero, ho sempre preso sul personale le cose negative, ma sono cresciuto a livello personale. Sarà stato il Covid, saranno state altre vicissitudini personali che sto vivendo, cerco sempre di pensare positivo. Ragazzi, qui parliamo di calcio, di un divertimento, di una passione. Non di salute, non di vita o di morte. La società ha fatto le sue scelte, io le mie di conseguenza. Che problema c’è? Non perdiamo di vista la dimensione in cui siamo, queste sono cavolate (con un termine più colorito, ndr). Sai cosa mi fa arrabbiare?”

Dimmi Max, così facciamo salire la temperatura, mai ce ne fosse bisogno in questi giorni…
“Dobbiamo essere consapevoli di vivere nel mondo del calcio dilettantistico, come dicevo, ma anche questa dimensione va trattata con il massimo della professionalità e della serietà. Sento gente che fa promesse assurde, anche allenatori come me che raccontano cavolate (di nuovo quel termine colorito, ndr) ai ragazzi e alle loro famiglie. Ci sono persone che della menzogna, se non della truffa, hanno fatto il loro stile di vita. Basta, bisogna essere seri, dire le cose come stanno, il sistema calcio dovrebbe espellere queste persone come un organismo che si difende per la sua sopravvivenza”.

Ora per te incomincia una nuova avventura a Chieri.
“Ripeto, è stata un’annata lunga e pesante che poi è finita in trionfo, a un certo punto non sapevo neanche se avrei continuato ad allenare. Poi Omar Cerutti, che è mio amico da una vita, mi ha contagiato con il suo entusiasmo ed eccomi qui, torniamo a lavorare insieme dopo 8 anni, erano i tempi della J Stars... Sono stato qui a Chieri una sola stagione 10 anni fa, e ci sono persone che mi hanno accolto come un figliol prodigo, come la segretaria Mariagrazia, l’addetto al campo, il magazziniere. Vuol dire che ho lasciato un buon ricordo, che mi apprezzano come persona, ne sono felice”.

Com’è la squadra del 2006?
“Li ho conosciuti solo come avversari e mi sono sembrati un buon gruppo, competitivo. Ci sarà da lavorare, come sempre, ma è quello che mi piace. Chieri è una piazza importante, bisogna sempre puntare al massimo”.

Per fare meglio di chi ti ha preceduto in Under 17, devi vincere il tuo quarto titolo regionale.
“Domanda cattiva, che merita una risposta cattiva: allora c’è chi deve vincere lo Scudetto…”

Come vedi la società del Chieri, con la nuova presidenza di Stefano Sorrentino?
“Non ci conosciamo personalmente, ci sarà modo quanto prima, per cui non posso esprimermi su situazioni che non conosco. Devo dire che mi incuriosisce molto”. 

Ancora una stagione in panchina, eppure - che io sappia, senza fare nomi - ti sono arrivate tante proposte per fare il direttore sportivo. Ora che sei diventato “saggio” e con un titolo regionale in tasca, non sarebbe stato il momento giusto?
“Ho due sogni. Uno difficile da realizzare, ci vorrebbe troppo tempo, ovvero raggiungere il mio amico Andrea Mercuri, che di titoli regionali ne ha vinto sei o sette, comunque troppi, ma tutti con la stessa società. Io ne ho vinti tre, ma con tre società diverse”.

E il secondo sogno?
“È un sogno bianco, rosso e verde, che mi porto dentro dai tempi della J Stars. Sogno uno Scudetto tutto mio”.

Tre titoli regionali con tre società diverse, dicevi. Quale il più bello?
“L'ultimo è sempre il più bello”.

Descrivimeli con una parola.
“J Stars, rivincita. Pinerolo, inaspettato, una sorpresa. Lascaris… consacrazione”.

Torniamo a Mercuri, hai sempre detto che era lui il numero uno in ambito dilettantistico. Adesso che lui è nei prof, sei tu il più bravo?
“Non voglio fare il finto modesto, per cui ti rispondo di sì, sono tra i più bravi. Ti direi insieme a Balice e Loria, ma uno farà il direttore sportivo, l’altro va in Juniores nazionale, quindi resto solo io (risata, ndr)”.

Tra i giovani allenatori, chi ti piace?
“Edo Zaccarelli lo vorrei sempre con me, ma è già al Toro. Allora dico Meschieri e Grungo, bravissimi. Berger del Pinerolo. E Andrea Canavese, ho letto che forse lavoreremo insieme, ne sarei felice”.

 

Ultima modifica il Venerdì, 17 Giugno 2022 15:49

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