INTERVISTA - Il direttore sportivo del Lascaris a 360 gradi: “Facciamo scelte ponderate ma coraggiose e siamo un gruppo coeso, così si vince. Ora tutti vogliono venire da noi. Ai ragazzi e alle famiglie bisogna sempre dire la verità, e quando passa il treno per il professionismo devono prenderlo: i prossimi saranno Beggi e Chiabotto”.
È il nuovo “cannibale” del calcio piemontese, il direttore che ha vinto i due titoli regionali Allievi per due anni consecutivi (uno nella doppia veste di allenatore), impresa mai riuscita prima a nessuna società. Particolare non da poco, tutto questo nei suoi primi due anni di piena attività come direttore sportivo, visto i due precedenti sono quelli, maledetti, del Covid. Difficile, a questo punto, fare meglio, per Cristian Balice e Lascaris: “No, no, si può sempre migliorare: a questo punto vogliamo arrivare fino alla finale nazionale del 29 giugno, poi ne parliamo…”
Non accontentarsi mai, alzare sempre l’asticella, puntare alla perfezione, pur sapendo che nel calcio è impossibile. È questo uno dei segreti di Balice, che anche quando gli chiedi il “segreto” delle continue vittorie con gli Allievi, risponde sui mancati successi dei Giovanissimi.
“Le vittorie degli Allievi arrivano come frutto di un lavoro lungo anni, che inizia con la Scuola calcio. Visto che nell’attività di base abbiamo il migliore, Denis Sanseverino, in Under 14 puntiamo sui nostri giocatori, senza stravolgere le rose dei gruppi Esordienti. Questa scelta societaria pagherà anche nei risultati, anche se per ora ci premia di più il lavoro nel tempo: tutti gli anni manteniamo i migliori, che è la cosa più difficile, e inseriamo 4/5 elementi che ci servono per crescere, questo è più facile perché i giocatori ormai si propongono, e se li chiami vengono tutti a parlare. Così arriviamo alle squadre che riteniamo perfette, e che in effetti vincono”.
Giocatori bravi, allenatori bravi. Anche questo è fondamentale.
“Certo, anche in questo caso si tratta di scelte, che spesso facciamo controcorrente - vedi quando abbiamo cambiato un allenatore esperto come Massimo Ricardo con uno giovane come Andrea Mirasola - ma che finora ci stanno dando ragione. Sono scelte che io e il presidente Gaeta condividiamo e che poi difendiamo insieme. Prendiamo ancora il caso dei 2006: i primi mesi sono stati difficili, inutile nasconderlo, a un certo punto abbiamo anche rischiato di non entrare neanche nelle fasi finali, per fortuna abbiamo battuto il Quincitava. In tanti scommettevano sull’esonero di Andrea, dicevano che avrei preso io la squadra, e invece alla fine abbiamo vinto il titolo regionale e siamo ancora in corsa per quello nazionale. Si chiama coerenza e si chiama coesione. Quando serviva, i 2007 sono sempre saliti a dare una mano ai 2006. Siamo un gruppo unito, soprattutto nei momenti di difficoltà, e lavoriamo tutti per il bene della società”.
Andrà via anche Mirasola, non è un segreto: vi piace il rischio?
“Ma no, sono tutte scelte ponderate. Il gruppo 2006 non è facile da gestire: noi abbiamo confermato Mirasola, come l’anno scorso avevamo confermato Ricardo, ma proponendo loro un’altra annata. Legittima la loro decisione, ma a conti fatti giusta la nostra scelta. Poi magari l’anno prossimo faremo un flop, ma finora ci abbiamo azzeccato”.
La nuova scelta è Alessandro Malagrinò.
“Una certezza, lo conosco da anni: è un allenatore preparato, un uomo di società, una persona che mi piace molto. Esattamente come Carlo Barberis, che farà l’Under 19 in un’ottica di continuità con la Prima squadra: quest’anno abbiamo vinto il campionato di Promozione con 13 ragazzi delle nostre giovanili, abbiamo anche vinto il premio dei giovani. L’anno prossimo due 2006 giocheranno in Eccellenza, anche questa è una prospettiva importante per i ragazzi del Lascaris”.
Tutto questo e fai il direttore da quattro anni, di cui due di Covid. L’avresti mai detto?
“In realtà sì, mi facevo le squadre anche da allenatore, mi è sempre piaciuto. E penso di avere un buon occhio nell’individuare i giocatori giusti. Quello che non avrei mai detto è che non mi sarebbe mancato il campo… e invece è così, non mi manca fare l’allenatore. Per fare bene il mio lavoro deve essere così: 7 giorni su 7 sono lì, guardo tutti gli allenamenti e tutte le partite. Domenica l’Under 14 era al torneo del Rapid a vincere 8-0, io ero lì. Devi sempre essere presente con gli allenatori, con cui mi confronto continuamente anche se poi sono liberi di fare le loro scelte, con i ragazzi e con le famiglie”.
Diciamo che Vincenzo Gaeta ha avuto una buona intuizione…
“Ci ha visto lungo, lo dicono i risultati. Devo essere sincero, non mi sarei mai aspettato di vincere 4 titoli regionali in due anni, il Lascaris nella sua storia ne ha vinti 9 in tutto e in 4 c’è anche il mio nome. Le squadre forti sono tante ma alla fine vince solo una: servono tante componenti, anche la fortuna. Ma se ne vinci 4 non è solo fortuna…”
Sei già scatenato sul mercato?
“In questo periodo sto al telefono 24 ore al giorno, è inevitabile, ma abbiamo tutte squadre forti, non devo collezionare nomi ma rispondere alle esigenze degli allenatori. Colpi ne ho già fatti e ne faremo altri, ma aspettiamo le firme per ufficializzarli. Devo dire che ormai il Lascaris ha un certo appeal, è tutto più facile di 4 anni fa. Ma non stravogliamo le squadre, ripeto. Le rinforziamo, questo sì”.
Magari si possono fare i nomi di chi andrà nel professionismo.
“Intanto ricordo che quest’anno abbiamo dato Marotta al Cesena, Migliore al Pisa, Lancellotti e Mac Anthonyvi alla Primavera della Pro Vercelli, Dimatteo all’Entella e Naso al San Giuliano City. Dimatteo e Naso sono andati a gennaio, ci siamo indeboliti senza di loro, anche se è andata bene lo stesso. Ma quando passa il treno, bisogna dare ai ragazzi l’opportunità di prenderlo, sempre e comunque, o almeno noi ragioniamo così”.
Non mi hai fatto i nomi, però.
“Il più vicino al professionismo è Beggi, lo vogliono tutti: Reggina, Spezia, Cesena, Pisa, Entella, anche il Torino. Poi Chiabotto ha tante richieste, ma anche dei 2008 e dei 2009”.
Visto che ti sei sbilanciato suo nomi, te ne chiedo altri tre: gli allenatori con cui non hai mai lavorato, ma ti piacerebbe farlo. Tanto ormai il Lascaris ha chiuso i quadri, quindi non facciamo torti a nessuno.
“Va bene. Il primo è Andrea Canavese. Poi un allenatore più espero, Andrea Mercuri. Poi dico Enrico Scanavino, molto bravo”.
Passiamo ai direttori sportivi. Il tuo maestro, se c’è, e i più bravi tra i tuoi colleghi.
“Maestro nessuno, ma un nome lo faccio: Bruno Barbera, l’ho avuto a Grugliasco quando giocavo. Mi ha insegnato ad essere onesto e leale, valori da non perdere mai. Io dico sempre come stanno le cose, anche perché poi ci devo convivere un anno con i ragazzi e le loro famiglie, mica puoi prenderli in giro. Tra i colleghi, ne cito due che stimo molto, ma qui vado sul sicuro: Omar Cerutti e Lorenzo De Simone”.
Chiudiamo con una previsione: come andrà l’Under 17 domani?
“Sognare non costa nulla. Siamo tra le prime sei d’Italia, siamo attrezzati, logico che ci vanno mille componenti, ma - ripeto - vogliamo arrivare al 29 giugno, alla finale Scudetto”.