INTERVISTA - L'attaccante, giocatore emergente nell'Under 15, pensa ai suoi obiettivi futuri: "L'obiettivo di squadra è quello di vincere il girone e magari anche qualcosa di più, Individualmente penso a migliorarmi e aiutare la squadra, ovviamente se arrivasse la chiamata di una professionistica saremo tutti contenti..."
Samuel Deljallisi, crescente e luminosa stella della Cheraschese Under 15, che porta avanti a suon di gol, è il protagonista della nostra intervista.
Samuel, quando hai cominciato a giocare a calcio e dove?
“Ho cominciato a giocare a calcio quando avevo più o meno 4 anni e mezzo in una società vicino a casa mia e poi sono passato alla Cheraschese”.
Qual è la tua opinione sulla Cheraschese come società?
“Io sono qui da quattro anni, mi trovo molto bene. E’ una società valida che investe nel settore giovanile e nel miglioramento tecnico e mentale dei ragazzi”.
Qual è il tuo rapporto con i compagni e il tuo allenatore?
“Il rapporto con i miei compagni è molto buono, molti ragazzi che giocano alla Cheraschese sono arrivati con me quattro anni fa, quindi il legame è molto stretto. Lo stesso vale per i nuovi innesti arrivati successivamente, cerchiamo di farli sentire subito parte di un grande e solido gruppo. Per il mister vale lo stesso discorso, spero che rimanga e che possa dimostrare cosa sa fare, visto che è arrivato l’anno scorso e non ha avuto molto tempo”.
La Cheraschese non è in un girone semplice, quali sono le squadre più temute? Secondo te quale sarebbe stato il vostro percorso nel girone D?
“Siamo partiti bene, vincendo, poi abbiamo affrontato il Centallo e anche se non abbiamo portato a casa i tre punti abbiamo fatto molto bene con una rivale che secondo me è la più temibile con il Pinerolo. Mancano tante partite e, se si riprenderà da dove siamo partiti, le possibilità di fare bene sono molte, noi possiamo andare avanti a testa alta”.
Quali sono i tuoi obiettivi a livello individuale e quali invece a livello di collettivo?
“Sicuramente un obiettivo di squadra è quello di vincere il girone e magari anche qualcosa di più. Dal canto mio mi impegno ad aiutare i compagni e a segnare, mi rendo disponibile per il collettivo. Individualmente penso a migliorarmi e aiutare la squadra, ovviamente se arrivasse la chiamata di una professionistica saremo tutti contenti: io, il mister e i compagni”.
Prima lo stop a febbraio e poi a ottobre, come hai vissuto questo periodo lontano dal rettangolo verde?
"Nel primo lockdown è stato tutto più complicato, è stato improvviso e non ce lo aspettavamo, quindi tornare sui campi è stato difficile sia mentalmente che fisicamente. Ora invece eravamo più preparati. Il mister ora ci ha dato delle schede di allenamento da svolgere individualmente, mentre nel primo stop ci allenavamo su Meet”.
C’è un giocatore in particolare a cui ti ispiri?
“Sì, è Lionel Messi, sin da piccolo seguo lui e il Barcellona. Messi è l’esempio di perfezione assoluta, ogni suo gesto è poesia e ispirazione per me”.