Venerdì, 03 Maggio 2024

Calcio e curriculum

Torino, 06/04/2017

 

Ora è certificato dallo Stato. Il “calcio”, o meglio il “calcetto”, produce occupazione trai i giovani! La settimana scorsa, il Sig. Giuliano Poletti, ministro del lavoro di questa disgraziata repubblica, durante un convegno pieno di giovani ha sentenziato dicendo su per giù: <<Meglio giocare a calcetto che inviare curriculum per cercare lavoro…>>. Poi dopo lo “tsunami” di polemiche e vergogne che hanno valicato persino le Alpi, il ministro Poletti ha precisato: <<volevo dire che giocare a calcetto è anche un modo di socializzare e conoscersi attraverso lo sport. Ecc, ecc.>>.

 

Ora io mi immagino, mentre l’ala destra sta per battere un fallo laterale, avvicinato dall’avversario che gli chiede se per caso è meccanico, lui ne sta cercando uno. O mentre il centravanti sta per battere un rigore, il portiere si avvicina e gli chiede se per caso lui sia laureato in astronomia, ho un laboratorio di scienze e sto cercando un neo laureato. O peggio, mentre l’arbitro sta per estrarre il cartellino rosso, dica al giocatore espulso se per caso non sia laureato in scienze politiche perché lo studio dove lui esercita sta cercando un neo avvocato. Semplice no? Basta così poco per trovare lavoro per i nostri giovani: basta che si iscrivano a una società di calcetto o di calcio, giocare e lì, sul tappeto verde, tra un fallo laterale, una punizione o una rimessa, si trova lavoro.

 

 

Tra l’altro, il ministro in questione, non è nuovo a trovate “originali” del genere. L’anno scorso aveva detto che se i giovani intelligenti se ne vanno, c’è ne faremo una ragione. Tanto rimangono quelli stupidi, che poi in realtà, è ciò che certa classe politica vorrebbe per meglio imbrogliare e illudere con promesse fantasiose e illusioni da fate. Non ho nulla contro il ministro tantomeno contro il calcetto o il calcio, nobili sport che hanno si prodotto lavoro, ma anche tante e tante illusioni nei giovani e soprattutto tra i genitori. Abbiamo il record di disoccupazione in Europa, il record del debito pubblico, il record degli inattivi, il record delle soglie di povertà, insomma il nostro paese, terra di poeti, santi, navigatori e allenatori, da ora è anche terra di record e oracoli; in questo caso oracoli di stato, sibille cumane a cui basta semplicemente rivolgere una domanda per avere immediatamente una risposta e un lavoro.

 

Cari ragazzi, giocate si a calcetto, divertitevi, fate in modo che lo sport sia uno strumento di socializzazione tra i giovani, che crei solidarietà, amicizia, ma non fatevi ingannare dalle “paillettes” colorate delle rubriche televisive, delle “domeniche sportive”, dei “processi del Lunedì”, dalle trasmissioni dove si vedono questi “ignorantoni” di giocatori che girano in Ferrari ma, non sanno chi ha scritto i “Promessi Sposi” o piuttosto quale sia la capitale del “Burkina Faso”. No. Sono false illusioni, finte felicità, nessuno tra i giovani sarà mai alla guida di una Ferrari o di Una Porsche inseguendo questi miti, nessuno che calca ogni domenica la terra, che sia vera o sintetica, dei campi di calcio di periferia, sarà un milionario, ignorante si, ma un grande giocatore, nessuno di voi avrà mai l’opportunità di avere una villa da sogno con quattro piscine e una stuola di ragazze da “copertina”, tutte scosciate e sempre pronte a spillarvi denaro.

 

Non credo, checché ne dica il Sig. ministro o altri oracoli di stato. Non fatevi abbindolare da false illusioni, neanche dai vostri stessi genitori, che darebbero un braccio per vedervi in copertina nei giornali sportivi fossero anche quelli della parrocchia, campione e pieno di denaro ma ignorante, per carità non cadete in questo errore. Vivete il calcio come sport, come un modo per stare insieme e fare qualcosa per il compagno, ala destra, che ogni domenica percorre senza sosta tutta quella fascia dando tutto il fiato che ha, e stremato a fine gara abbracciatelo, che si sia vinto o perso, abbracciatelo perchè questo è il calcio: sudore e fatica, un sacrificio di rinunce, di non poter uscire tutte le domeniche con la fidanzata o i genitori perché c’è la partita, alzarsi presto per preparare la colazione leggera e poi via due ore prima della gara; di non poter andare al cinema perché arrivi la sera del sabato o della domenica stravolto, stanco che non hai nemmeno voglia di parlare se hai perso o di sorridere ancora se hai vinto, hai una stanchezza pesante; per non parlare dei giorni della settimana che dividi tra scuola o lavoro e allenamenti, sempre più duri sempre più pressanti, fino a tarda sera e la mamma o il papà che ti aspettano per cenare assieme a te, stanchi anche loro di vederti stanco.

 

Mi sorge un dubbio: Ma non è che il ministro Poletti possiede una scuola di calcetto? Ma suo figlio, ha trovato lavoro e ben pagato a suon di centinaia di miglia di euro l’anno, giocando a calcetto? Oppure non ha mai lavorato è gioca solo al calcetto?  Il calcio, non è del ministro Poletti che ti dice come trovare lavoro tra un rigore, una punizione e una discesa sulla fascia destra con cross, che non devi studiare e non importa se sarai un ignorante come loro vorrebbero, il calcio è uno sport di sacrifici e rinunce. Ma non quella di rinunciare alla vita, allo studio, al lavoro.

 

E’ per favore cari ragazzi: Inviate il vostro Curriculum!

 

 

 

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