Venerdì, 27 Dicembre 2024
Giovedì, 15 Febbraio 2024 14:14

Massimo Ricardo: “Competenza e programmazione, alla Pro Vercelli sto bene. In Piemonte i talenti ci sono, servono i gironi èlite per migliorare”

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INTERVISTA - L’allenatore delle bianche casacche Under 14 a ruota libera: “Massimo Gardano ha le competenze giuste per fare il responsabile delle giovanili, poche parole ma giuste. Il mio gruppo sta crescendo bene, giocare contro squadre forti ti fa migliorare”. I 2010 più promettenti? “Ce ne sono tanti, dico Gobbato del Chisola, Tucci dell’Alpignano, Cordero del Lascaris, Cappuccio della Sisport e Lombisani dell’Atletico Cbl”


Atletico Gabetto, Orbassano, Collegno Paradiso, Lucento, J Stars, Atletico Gabetto, Chieri, J Stars, Chisola, Pinerolo, Vanchiglia, Lascaris e Chieri. Sono le tappe della carriera di Massimo Ricardo, arricchita da ben tre titoli regionali, prima dello sbarco - più che meritato - nel mondo del professionismo, sulla panchina della Pro Vercelli Under 14. A metà stagione, è tempo di fare un primo bilancio.

Partiamo da qui, Max, dal passaggio dalle società dilettantistiche a una società professionistica come la Pro Vercelli.
“Non ho avuto particolari difficoltà in questo passaggio, sapevo dove andavo a parare e che tipo di cammino avremmo impostato insieme al responsabile del Settore giovanile, Massimo Gardano, con cui condivido un rapporto di amicizia da anni. E ho avuto la fortuna di trovare persone di Vercelli con cui si è da subito instaurata una sinergia forte, positiva: l’altro allenatore Michelangelo Campanella e i collaboratori Franco Iaria e Andrea Baseotto. Alleniamo insieme 40 ragazzi nel modo migliore possibile, due squadre diverse che fanno un cammino comune. Si è visto anche al torneo 11giovani, nella pausa natalizia, dove siamo arrivati in finale pur dando spazio a chi, solitamente, ne ha un po’ meno: eravamo presenti tutti e quattro senza che ci fosse una direttiva della società in tal senso, è stata una nostra scelta. È il mio primo anno in una piazza storica come Vercelli, grazie a loro mi sono inserito subito bene”.

Riparto dalle tue parole, che tipo di cammino avete impostato?
“Il nostro è un percorso principalmente tecnico, basato non sul risultato immediato ma sulla crescita tecnica dei singoli giocatori e del gruppo nel suo complesso”.

Beh, immagino che questo sia anche legato alla categoria, l’Under 14 in ambito professionistico è una categoria particolare.
“Sì, è vero. La base del nostro lavoro è il percorso tecnico, ma è innegabile che, se nel girone di ritorno farò meno punti rispetto all’andata, non avrò fatto un buon percorso. Il risultato fa parte del gioco, il miglioramento si valuta anche da quello. Se fai meno errori individuali e di squadra, arrivano più punti. Una cosa è la conseguenza dell’altra: formiamo giocatori e prepariamo il gruppo perché sia sul pezzo per affrontare il campionato Under 15, che è molto impegnativo, ma il miglioramento tecnico si misura anche dai risultati del campo, non nascondiamoci dietro a un dito…”

Ecco che viene fuori il Ricardo grintoso che siamo abituati a conoscere…
“Il calcio è un gioco, ma a perdere non ci sta nessuno. O almeno io non voglio perdere: ho la fortuna di averlo fatto poco in carriera, non ho nessuna intenzione di iniziare adesso. Ribadisco, all’andata abbiamo fatto bene, ma nel ritorno possiamo e dobbiamo migliorare”.

Domanda secca: il tuo con la Pro Vercelli è un progetto biennale?
“Non so, davvero”.

Torniamo al “direttore” allora: com’è Massimo Gardano nel suo nuovo ruolo di responsabile del settore giovanile?
“Lo conoscevo come allenatore e come amico, per tutte le chiacchierate che ci siamo fatti: le nostre idee di calcio collimano, se no non sarei neanche venuto qui a Vercelli. Si è calato bene nel suo nuovo ruolo, ha pedigree e competenze per farlo. Ci mette la giusta presenza e le giuste parole, non tante ma giuste, incisive sulle questioni tecniche e gestionali. Trovo che sia l’atteggiamento ideale per rapportarsi con persone recettive ma non alle prime armi. Senza scendere nei dettagli, una volta mi ha fatto ragionare su una cosa, ci ho pensato qualche giorno e aveva ragione. Lui ti fa ragionare, sta a noi cogliere le sue indicazioni”.

Un tuo giudizio sulla Pro Vercelli come società?
“Sicuramente è una buona società, che sta lavorando bene, anche se aspetti da migliorare ce ne sono, come dappertutto. Lo spirito è positivo, le squadre sono tutte buone, ci sono i presupposti per fare bene”.

E sul calcio professionistico piemontese?
“Della Juventus non conosco le situazioni nel dettaglio, sicuramente ha squadre forti. Il Torino ha intrapreso un percorso nuovo e positivo con scuola calcio e settore giovanile, con la disponibilità del Robaldo possono crescere e dire la loro”.

Alessandria e Novara?
“Società cui auguro ogni bene, ma diciamo che, nonostante i campionati di Lega Pro siano superiori ai regionali, ci sono realtà come Chisola e Lascaris dove i giocatori possono emergere più facilmente anche nell’ottica del professionismo. Io penso che bisognerebbe alzare il livello, l’unico modo per farlo è fare i gironi regionali èlite”.

E perché non li fanno, secondo te?
“Il voto di una piccola società vale come quello di una grande società, è una questione politica. Ma non mi riguarda, io parlo da tecnico e mi sembra chiaro che, se metti in un unico girone le squadre più forti, ne escono partite belle e giocatori forti. In Piemonte giocatori bravi ce ne sono, come in Lombardia, infatti nelle fasi nazionali ormai non prendiamo più schiaffi come un tempo, ma ce la giochiamo. I giocatori bravi, ripeto, ci sono, ma bisogna allenarli bene e farli giocare nei contesti giusti. In un campionato regionale, il mio gruppo sarebbe peggiorato. E invece misurandoci con squadre forti e attrezzate, anche noi miglioriamo: ci abbiamo messo due mesi di assestamento, abbiamo capito tutti insieme cosa migliorare e come, e lo stiamo facendo, con la programmazione che una società seria deve avere”.

Tu sei un allenatore che studia e conosce molto bene i giocatori, quali sono i 2010 che giocano nei dilettanti ma possono emergere anche in ambito professionistico? Facci un po’ di nomi.
“Ce ne sono tanti, davvero. Dico Alex Gobbato del Chisola, centrocampista tecnico, con il piede caldo. L’attaccante esterno Simone Tucci dell’Alpignano ha un grande passo. Il portiere Samuele Cordero del Lascaris. Patrik Cappuccio, difensore centrale della Sisport. Un nome nuovo è Gabriele Lombisani, centrocampista dell’Atletico Cbl, ci sono delle perle anche nelle società di provincia. Potrei fare una ventina di nomi…”

Il selezionatore della rappresentativa sperimentale Under 14, Andrea Bider, li ha scelti giusti?
“Sì, contando che ha chiamato 60 giocatori, poi li deve scegliere…”

E mentre stiamo facendo dei nomi, i migliori allenatori giovani?
“Andrea Mirasola e Gianluca Baseggio, sempre loro. E il mio amico Alessandro Grungo”.

Ultima modifica il Giovedì, 15 Febbraio 2024 14:19

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