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Mercoledì, 26 Novembre 2014 20:57

Cuccarese: "Chi ha creato questo sistema era interessato ai voti, non allo sport"

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L'INTERVISTA - Il plurititolato tecnico del Vanchiglia spara a zero sulla formula del campionato regionale e si racconta: i titoli vinti, l'amore per il Vanchiglia, i segreti dello spogliatoio e i piani per il futuro.

Se segui il calcio giovanile in Piemonte, non puoi non conoscere il nome di Salvatore Cuccarese. Vulcanico allenatore che ha legato la sua carriera al Vanchiglia, "Cucca" ha vinto due titoli regionali (uno proprio con la società di via Ragazzoni, l'altro con il Settimo) e si è qualificato altre innumerevoli volte per la fase finale. Lo scorso anno - al timone dei '97 - è uscito di scena ai triangolari della fase finale. Questa stagione però, complice un girone complicato, non è neanche ai nastri di partenza e dovrà calarsi nella realtà del campionato provinciale.   

 

Sei un monumento del calcio piemontese, come ci si sente ad essere già fuori dai regionali?

 

Accetto il verdetto con serenità. Se vuoi insegnare lo sport ai ragazzi, devi accettare lealmente il verdetto del campo.

 

Però vi sono capitati i due scontri diretti - contro Lucento e Pro Settimo Eureka - in trasferta. Siete stati un po' sfortunati, no?

 

Gli altri anni è andata bene a me, quest'anno mi è andata male; è un'ingiustizia che Vanchiglia e Lascaris non siano ai regionali, ma sarebbe stata un'ingiustizia anche se non ci fosse stata la Pro Settimo Eureka. Sicuramente non sono stato avvantaggiato ma le regole sono uguali per tutti, quindi accetto questa formula sbagliatissima.

 

Mi sembra di capire che la formula attuale non ti piace.

 

Ripeto: è una formula sbagliatissima. Siamo l'unico Comitato in Italia che adotta questo sistema.

 

Cosa faresti per migliorarla?

 

Credo che una formula con andata e ritorno sia fondamentale, devi dare a tutti le stesse possibilità. Non è giusto che il Lucento abbia giocato due scontri diretti in casa. E non facciamo finta che le partite siano tutte uguali, gli scontri diretti sono più importanti. Anche le aree geografiche sono sbagliate: il Barcanova gioca col Gassino e io gioco con la Pro Settimo e il Lucento. Sono trent'anni che il Vanchiglia gioca contro il Lucento. Poi c'è la Mappanese. Che c'entra il Vanchiglia con Mappano? E perché il Settimo non è in girone con la Pro Settimo? A questo punto, meglio il sorteggio integrale. Oppure le retrocessioni. La formula attuale non funziona, lo diciamo tutti. Ma dalla stanza dei bottoni nessuno ci ascolta.

 

Come mai?

 

Se vuoi la crescita dei giocatori, devi adottare un altro sistema. La Federazione dovrebbe rendere quanto più possibile inattaccabile il sistema dei gironi, altrimenti diventa poco credibile. Chi ha creato questo sistema era interessato ai voti, non allo sport.

 

La situazione è davvero così grave?

 

Ne va del prestigio del campionato regionale. E anche il campionato provinciale ne risente. Le partite troppo sbilanciate non hanno senso, ai ragazzi non servono. Ho visto che gli Allievi del Venaria hanno vinto 18 a 0, quelli del Chieri 11. Che senso ha?

 

Voltiamo pagina. Come affronterai il girone provinciale? Cosa cambia?

 

Lo affronterò in modo serio, con lo stesso numero di allenamenti che avevo programmato e con la stessa voglia. Come allenatore sono uno che caratterialmente vuole la stessa determinazione sia contro il Lucento che contro una squadra minore. Voglio sempre tenere l'asticella alta. Chiaro che diventa difficile quando sei 3 a 0 dopo dieci minuti. Subentrano anche meccanismi strani: i giocatori più importanti sono già stati contattati da società che si sono qualificate per i regionali. Però nessuno andrà via. Abbiamo creato un gruppo coeso e serio, sono stati loro a dire di no a chi ha proposto il trasferimento.

 

Hai paura che i tuoi ragazzi prendano il campionato sottogamba?

 

Un po' sì, bisogna essere bravi a dare stimoli in più, magari organizzando amichevoli importanti. L'obiettivo è provare a vincere la Coppa Piemonte, non ci sono alternative.

 

Qual è la squadra favorita per la vittoria nei Giovanissimi provinciali di Torino?

 

Il Lascaris campione regionale in carica è sicuramente favorita. Noi vogliamo vincere il girone, poi si vedrà. 

 

Mentre nei Giovanissimi ragionali?

 

Nei tornei mi hanno impressionato Lucento e Chisola. La J Stars è un'altra buona squadra. Però non conosco le squadre delle altre province. 

 

Parliamo della tua carriera. Sei nato calcisticamente nel Vanchiglia poi hai fatto cinque anni al Settimo e uno al Lucento. Ora sei di nuovo in via Ragazzoni, contento di essere tornato?

 

Ho ritrovato tanti amici e sono molto legato alla famiglia De Gregori. Questa è la mia casa.

 

Quale fu, a suo tempo, il motivo per cui hai deciso di andartene?

 

C'erano stati dei cambi nella dirigenza. Il presidente era sempre De Greogorio ma c'era anche Cesareo; e Mosso era il direttore tecnico. Gente diversa da quella in cui mi rivedo io. Non è successo nulla di particolare, diciamo che avevamo progetti differenti. 

 

Qualche rammarico?

 

No, sono più che soddisfatto di quello che ho fatto a Settimo. Ho vinto un Superoscar e un titolo regionale (con gli Allievi '93). Sono anche arrivato in semifinale con gli Allievi fascia B '92, abbiamo perso ai tempi supplementari contro il Filadelfia Paradiso di Manzo che poi stravinse la finale. Mi è servito conoscere altre realtà. Ho visto il calcio fatto in un modo diverso da quello che conoscevo. E oggi metto la mia esperienza a disposizione del Vanchiglia, non solo come allenatore.

 

Anche al Vanchiglia ti stai togliendo delle soddisfazioni...

 

Ho guidato i '97 per tre anni: abbiamo vinto un titolo regionale e lo scorso anno siamo usciti nella fase finale contro il Chisola. Ora ho iniziato questo progetto triennale con i 2000 che penso concluderà la mia carriera da allenatore.

 

Dici davvero?

 

Sono 20 anni che faccio l'allenatore. Bisogna capire quando il proprio percorso è finito e lasciare spazio ai più giovani. I tecnici della Scuola Calcio del Vanchiglia sono giovani e molto apprezzati, tra di loro c'è anche mio figlio. Io vorrei fare altro, magari il direttore sportivo. 

 

Quali consigli dai a tuo a figlio?

 

Io gli dico sempre: "Sappi che i ragazzi ti ascoltano e ti giudicano. Quando dici una parola, loro non la dimenticano. Ci metti la faccia, non devi mai dire una bugia". L'allenatore prende le decisioni ma i ragazzi devono sapere che sono decisioni di natura tecnica, non influenzate da fattori esterni. Per esempio, io non condivido gli allenatori che minacciano di non far giocare chi salta l'allenamento. Se poi il giocatore più bravo una volta non viene all'allenamento, cosa fai? Non lo fai giocare davvero? Oppure ti rimangi la parola data? 

 

La gestione dello spogliatoio è complicata. Spesso ci si mettono di mezzo anche i genitori, ti è mai capitato?

 

Ho sempre avuto un rapporto trasparente con i genitori. C'è chi dice che allenatori e tecnici non devono parlare. Io invece ci chiacchiero volentieri, prendo anche il caffè con loro. Certo, alla fine sono io che scelgo chi mandare in campo, non mi faccio influenzare.

 

Possibile che tu non abbia mai avuto problemi con la gestione dei ragazzi? 

 

Non ho mai perso un giocatore. Inizio le stagioni con 20 ragazzi e le finisco con 21. Ti racconto un aneddoto. Nella finale regionale col Vanchiglia, ho cambiato portiere dopo il primo tempo. Stavo vincendo, Bonasinga aveva giocato benissimo ma io l'ho tolto e ho messo Blini. Tecnicamente è stata una scelta sbagliata, se Blini si fosse fatto male sarebbe stato un problema; sapevo che quel cambio comportava un rischio, però l'ho fatto. Perché? Avevo la fortuna di avere due grandi portieri richiesti anche da altre società, avrebbero giocato dovunque ma hanno deciso di rimanere entrambi con me. A settembre gli ho detto: "Se arriviamo in finale, vi faccio giocare un tempo a testa". E così è stato. 

 

E' questo il tuo segreto?

 

Sì, non bisogna mai tradire la fiducia dei ragazzi.

 

Ultima modifica il Lunedì, 01 Dicembre 2014 11:25

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