A prima vista, Saverio Manfreda è un ragazzo come tanti: 14 anni, va a scuola e ha la passione per il calcio. Gioca centrocampista davanti alla difesa o trequartista, si ispira a Bastian
Schweinsteiger. Con il pallone ci sa fare, tanto che quest'anno milita nei Giovanissimi nazionale del Gubbio, in Umbria. Ecco in cosa Saverio è speciale: lui è di Torino ma per giocare a calcio si è spostato a 600 chilometri di distanza, lontano dalla sua famiglia e dai suoi amici. Un sacrificio importante, dietro al quale c'è una spaventosa voglia di emergere. L'amore di Manfreda con il calcio inizia in tenera età. All'inizio è la Scuola Calcio della J Stars, poi la Juventus posa gli occhi sul ragazzo e lo porta a Vinovo. Ad accoglierlo c'è il tecnico Gallo che esprime un parere positivo sul ragazzo che possiede un'ottima tecnica personale e grinta in abbondanza. Gli anni passano, gli allenatori si succedono, Saverio riscuote giudizi positivi da parte di tutti: ha un'ottima tecnica e sa dare del tu al pallone. Col tempo, però, sorge un problema. Mentre i suoi compagni mettono su muscoli e chilogrammi, il fisico di Saverio rimane esile. La Juventus decide di tenerlo sotto osservazione ma in bianconero Manfreda non troverebbe più spazio. Ecco quindi il prestito al Gubbio e i provini in giro per l'Italia. Già, perché il talent scout Gennaro Ciotola ha scommesso forte su di lui e lo aiuta a farsi notare da Pescara e Catania. Gli etnei hanno espresso un parere positivo e, dopo un primo provino, hanno chiesto al ragazzo di tornare al centro sportivo di Torre del Grifo per fine Aprile. Il futuro, però, è ancora incerto. Il ragazzo è vincolato con la Juventus fino ai 18 anni, ma la stessa società bianconera ha promesso che prenderà una decisione in questa stagione: richiameranno il ragazzo alla base o, nel caso non rientrasse nei piani, libererà il cartellino. Juventus, Gubbio, Catania o - perché no? - l'estero, nessun confine geografico può contenere la voglia di Saverio di diventare protagonista.