Sabato, 23 Novembre 2024
Martedì, 08 Marzo 2016 12:00

Pasquale Greco: “Una vita nel Toro, ma ora è tempo di prendere decisioni importanti”

Scritto da Matteo Possamai

INTERVISTA - Il difensore granata classe 98’ si racconta: “Odio perdere, vincere è l’unica cosa importante. L’umiltà alla base della mia vita”.

Presentati: nome e cognome, data di nascita, squadra in cui giochi, la tua carriera.
“Pasquale Greco, 10 maggio 1998, gioco nel Torino. Ho iniziato a giocare all’età di cinque anni nel San Francesco Venaria poi ho fatto due anni alla J Stars e successivamente mi ha chiamato Benedetti. Dopo una settimana di provini sono entrato a far parte della squadra del Pulcini e da quel giorno gioco nel Toro. Sono passati circa 8 anni”.

In che ruolo giochi?
“Difensore centrale o terzino destro”.

Quanti gol hai già fatto in questa stagione?
“Zero”.

La tua squadra del cuore?
“Torino”.

Il giocatore a cui ti ispiri?
“Andrea Barzagli”.

Qual è il tuo punto di forza sul campo da calcio?
“La grinta”.

In cosa, invece, devi migliorare?
“La tecnica. Posso ancora migliorare”.

Datti un voto da 1 a 10 per ognuna delle seguenti caratteristiche, e non fare il modesto...
Tiro: 7,5
Passaggio: 8
Colpo di testa: 8,5
Contrasto: 8,5
Tackle: 9,5
Senso del gol: 7
Velocità: 9
Dribbling: 7
Forza: 9,5
Acrobazia: 6,5
Intelligenza tattica: 8

Quali sono le tue caratteristiche più importanti?
“Forza fisica, grinta e tenacia, umiltà, e tante altre. L’umiltà è tutto nella vita. Odio perdere, sono molto competitivo, sul campo o fuori, dalla partita di carte a una corsa in bicicletta: vincere è la cosa più importante”.

Qual è stata la miglior partita della tua carriera? Perché?
“Trapani-Torino. Allievi nazionali. Era un periodo difficile della mia vita e non ero preso in considerazione in squadra, entrai a dieci minuti dal termine e segnai”.

L'allenatore a cui sei più legato?
“Sono legato a tutti gli allenatori che ho avuto, ognuno di loro mi ha insegnato molto. Se dovessi proprio sceglierne uno direi Alessandro Spugna”.

Perché? Cosa ti ha insegnato?
“Mi ha insegnato tanto e mi ricordava sempre che bisogna divertirsi con il pallone e di non aver paura di realizzare i propri sogni”.

Il compagno di squadra con cui ti trovi o ti sei trovato meglio?
“Mi trovo bene con tutti ed ognuno di loro mi ha dato qualcosa per farmi crescere come uomo e come giocatore. Ho instaurato con tutti un rapporto meraviglioso, per me sono tutti fratelli. In particolare Federico Giraudo. Ho un legame speciale con lui, è una persona fantastica, è un bravissimo ragazzo”.

Quali obiettivi hai nel mondo del calcio, in questa stagione e in prospettiva?
“Questa stagione ho intenzione di chiuderla al meglio: voglio continuare a lavorare e dare il massimo. A giugno deciderò il mio futuro, prenderò decisioni importanti per la mia carriera”.

Se segnassi in una finale, a chi dedicheresti il gol?
“Lo dedicherei a tutta la mia famiglia e in particolare a mia madre, mio padre e mio fratello. A loro devo tutto. Un pensiero va anche ai miei tre migliori amici che mi sono stati vicini nei momenti di difficoltà”.

Usciamo dal campo: che passioni hai oltre il calcio?
“Sono appassionato di cinema, amo guardare i film. Appena posso, però, esco con gli amici, mi piace divertirmi con loro”.

Se non dovessi sfondare nel mondo del calcio, cosa vorresti fare da grande?
“Vorrei lavorare nell’ambito della medicina. Il fisioterapista potrebbe essere un’idea. Proprio per questo ho intrapreso il percorso di studi del Liceo Scientifico perché, finita la scuola superiore, mi piacerebbe iscrivermi all’Università”.

Letto 3704 volte Ultima modifica il Lunedì, 07 Marzo 2016 15:00

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