Che effetto fa giocare i provinciali dopo aver vinto il titolo?
Devo essere sincero, non ci aspettavamo questa situazione, anzi, avevamo altri programmi. Abbiamo preso Aiassa e altri giocatori importanti per rinforzarci in quei ruoli dove c’era più bisogno con l’obiettivo di essere protagonisti anche quest’anno nei regionali. Però il calcio è così, abbiamo pagato alla prima di campionato con il Cenisia e la partita con il Venaria, quando un rigore può cambiare le cose…
In estate avete rinforzato una squadra già vincente ma ora vi scontrate con realtà minori. Fino ad ora tre vittorie su tre partite. Pensi che tutto il campionato proseguirà su questa falsa riga?
Nonostante un inizio sottotono dove abbiamo pagato a livello mentale l’esclusione dai regionali, adesso viaggiamo ad un buon ritmo anche se non è facile trovare sempre una motivazione valida. In qualsiasi competizione nella quale giocheremo, cercheremo sempre di essere protagonisti. L’incidente può capitare come in ogni famiglia, tocca poi al capofamiglia ricostruire e rimettere tutti sul giusto binario. Penso che ad oggi questo processo di rialzarsi e ricominciare sia già stato intrapreso.
A proposito di motivazioni, come carichi i tuoi giocatori per non sottovalutare partite sulla carta più abbordabili?
Questa è la cosa più difficile per me quest’anno. Mi attacco a qualsiasi cosa pur di tirare fuori dai miei ragazzi la giusta grinta, voglio trovare la scintilla che li faccia rendere al meglio. Spesso gioco sul fatto che contro di noi tutte le squadre cercano la super partita e quindi che non possiamo permetterci di abbassare la guardia.
E loro ti seguono?
Come dicevo prima abbiamo avuto dei cali di concentrazione solo nelle prime partite, adesso li vedo concentrati sull’obiettivo. Attraversiamo un ottimo momento, infatti sono contento.
E qual è l'obiettivo?
Dimostrare che è stato solo un incidente di percorso e che possiamo giocarcela alla pari con tutti.
Appena un anno fa nella vostra categoria, Lascaris e Collegno Paradiso erano tra le squadre più in forma, insieme all’Atletico Torino. Ora entrambe giocano i provinciali, pensi che sia un caso?
Secondo me potrebbe anche non trattarsi di un caso. Penso che per ragazzi così giovani il problema possa essere il sentirsi appagati dopo un’ottima stagione e inconsciamente si può mollare. Io parlo dei miei, abbiamo sbagliato un paio di minuti con il Venaria, per il resto abbiamo giocato il nostro calcio. Detto ciò la formula per la qualificazione è assurda, sbagli una partita e sei fuori.
Avevi paura che i migliori chiedessero di andare via dopo la mancata qualificazione?
Paura no, però posso dirti che sono davvero fiero dei miei giocatori per il fatto che siano rimasti tutti. I nuovi arrivati e i “vecchi”, tutti. Siamo un bel gruppo e dimostreremo il nostro vero valore.
Li hai convinti tu?
Hanno tutti un cuore grosso come una casa e due palle così, non dovevo convincerli, dovevamo solo prendere atto di questa situazione. Non è stato facile perché sono giovanissimi, hanno 14 anni. Noi questo lo chiamiamo “purgatorio” ma non lo snobbiamo, anzi, ho sempre detto ai ragazzi che possiamo fare solo brutte figure! Ho anche detto che quest’anno avremmo dovuto sfruttare i tornei (vedi il “Caduti di Superga”) per affrontare squadre di qualità e che avremmo avuto in ogni caso l’occasione di dimostrare cosa valiamo. La fase più critica ora è superata, dopo aver perso un po’ di smalto siamo tornati ai ritmi di sempre.
Quindi tornerete più forti di prima?
Esattamente, siamo come una bestia ferita. Quello che non ti uccide, ti fortifica. Dalle stelle alle stalle e ritorno, insomma. E comunque anche giocando i provinciali possiamo toglierci delle bellissime soddisfazioni.
Per quanto riguarda la squalifica, invece, vuoi dire qualcosa?
No, quello che dovevo dire l’ho già detto. Ho sbagliato ed ho pagato per questo, adesso penso al campo. Capitolo chiuso.