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Mercoledì, 08 Giugno 2016 20:06

Speciale Carrosio - I Giovanissimi vogliono continuare a crescere. Magrì: "Sarà dura ma ci credo, se ripenso da dove siamo partiti..."

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2° PUNTATA / SPONSORIZZATA - Dopo un biennio fantastico, i 2001 allenati da Salvatore Magrì non hanno intenzione di fermare il loro processo di crescita. La scorsa stagione si erano presentati ai regionali come sconosciuti, ma dopo due fasi finali consecutive gli avversari guardano la società di Petrucci con occhi diversi. Il nostro viaggio alla scoperta del Carrosio riparte da qui: dai 2001 e dal loro allenatore che ci racconta come è arrivato nella Vallemme, cosa aveva trovato al suo arrivo e cosa si aspetta (o cosa cerca) per il futuro  

 

Continua il nostro viaggio alla scoperta del Carrosio di Fabio Petrucci, la società che si è presentata al calcio dilettantistico piemontese come favola e che è diventata dopo un fantastico biennio una realtà consolidata. Nella prima uscita il presidente ci aveva raccontato del Carrosio da quando ne aveva preso le redini fino agli ultimi anni, ricchi di successi e soddisfazioni specialmente con i Giovanissimi di oggi. La seconda puntata sarà incentrata proprio su di loro, i 2001, attraverso le parole di Salvatore Magrì, allenatore e condottiero di questi ragazzi.  

 

LA STORIA CALCISTICA DI SALVATORE MAGRI’
Prima di allenare i Giovanissimi del Carrosio, Salvatore Magrì ha avuto un lungo passato da calciatore. “Ho giocato principalmente nel Libarna – commenta il tecnico – quando ancora era inserito nel girone ligure. Ho fatto lì tutto il settore giovanile fino alla Promozione, sono stato circa dieci anni a Libarna”. Mediano davanti alla difesa, quando ha lasciato Libarna Magrì ha cominciato a girare tra diverse società passando anche da Carrosio: “Sono arrivato a Carrosio a fine carriera prima di cominciare a fare l’allenatore a Castelletto d’Orba, nel mio paese di residenza. Ho iniziato con la Prima squadra che era iscritta ai tempi in Terza categoria, allora avevo frequentato il corso da allenatore e preso il patentino. L’anno dopo mi chiamò il Carrosio per allenare sempre la Prima squadra perché quasi nessuno giocava marcando a zona, io facevo giocare la mia squadra così e questo era piaciuto. Ricordo – continua Magrì – che avevamo degli ottimi giocatori come Venturi che aveva giocato nel Milan ed essendo venuto ad abitare in zona aveva deciso di giocare con noi in Prima categoria. Da allora non mi sono mai fermato: ho girato tanto tra Prime squadre e Juniores, eccezion fatta per due annate con un gruppo di Allievi. Ho allenato gli Allievi per una stagione ad Ovada, poi sono tornato a Castelletto d’Orba in Prima categoria con la Castellettese dove sono restato per 4 anni ed infine ancora Allievi con la Novese. Dopo quella stagione mi sarei fermato per aspettare una chiamata, la squadra non esisteva più ma a quel punto si è fatto vivo Fabio Petrucci che mi chiese di allenare i Giovanissimi fascia B del Carrosio.

 

IL LEGAME CON IL CARROSIO DI FABIO PETRUCCI
“Sono arrivato a Carrosio perché non avendo rinnovato con la Novese ero in attesa di una chiamata da parte di qualche società. Quella chiamata arrivò, anche se non come mi sarei aspettato. Mi chiamò il presidente (Fabio Petrucci, ndr) per propormi un’annata che non avevo mai fatto. Ero titubante, facemmo due chiacchere e decidemmo di impostarla come una sfida” continua nel racconto Magrì. “Erano molto piccoli per me essendo abituato ad avere a che fare con degli adulti, la vedevo molto dura. E invece poi iniziò l’avventura, questa sorta di sfida, che mi ha arricchito molto, mi sono trovato davvero bene. Ho trovato un gruppo di ragazzi seri, intelligenti e con tanta voglia di imparare. In effetti questi ragazzi hanno dimostrato grande disponibilità, mi hanno seguito in ogni cosa e i risultati si sono visti. Devo dire che oltre ad aver trovato un gruppo di ragazzi interessanti e interessati, ho trovato una società formata da persone dirigenti molto capaci, sempre puntuale e che mi hanno accompagnato sempre e in ogni decisione. La disponibilità a Carrosio è di casa”.

 

L’ARRIVO A CARROSIO
“Quando sono arrivato qui ho trovato questa grandissima disponibilità dei ragazzi e una società sempre ben disposta ad accontentare le mie richieste. Faccio un esempio: quando nevica, ci spostiamo di 20 km per poterci allenare su un campo sintetico e questo per me significa tanto. Certo, le mie richieste sono sempre mosse per il bene dei ragazzi, ma questo non vuol dire che sia scontato l’atteggiamento della società. Sinceramente non mi aspettavo questo grande coinvolgimento sia della squadra sia della dirigenza”. Sicuramente arrivando a Carrosio Magrì avrà notato anche qualcosa che non andava, ma: “I ragazzi sotto il profilo tecnico era nella norma, certo si doveva lavorare, ma di speciale c’era il gruppo. 5 o 6 di loro hanno sempre giocato assieme, il gruppo è molto coeso e questo ha facilitato un po’ tutto. Poi ovviamente il lavoro ha permesso che potessero arrivare questi risultati importanti. L’organizzazione che oggi ha la squadra è merito mio ma soprattutto dei ragazzi che hanno saputo trasportare in campo ciò che facciamo nel lavoro settimanale. Una grande organizzazione di gioco è fondamentale per noi, talvolta colma il gap tecnico con i nostri avversari che, tecnicamente, sarebbero superiori”.

 

TRA PASSATO E FUTURO
“La prima impressione che ho avuto è stata: “Ci sarà da lavorare parecchio”, ma grazie alla disponibilità nulla è sembrato impossibile. L’organizzazione non c’era ma non mi aspettavo di trovarla; le difficoltà iniziali sono state tante, nessuna però ci ha fatto pensare che fosse meglio lasciare perdere. Detto questo se penso al futuro penso a migliorare ancora. Se vengono confermati alcuni arrivi importanti – per ora non possiamo fare nomi nel rispetto delle società di appartenenza – possiamo incrementare ulteriormente la nostra forza. Certo, migliorarci dopo essere stati tra le prime sei squadre regionali sarebbe una cosa incredibile e soprattutto non facile, ma se ripenso da dove siamo partiti... E’ un po’ una follia migliorare il biennio appena concluso, ma io ci credo” commenta Salvatore Magrì che poi conferma la sua permanenza nella società di Carrosio: “Io mi sono trovato benissimo, mi sento parte della squadra e sento ‘miei’ questi ragazzi che non potrei mai lasciare. Sarebbe difficile lasciare anche la società, mi fermo più che volentieri. Il lavoro svolto dai dirigenti è davvero importante in questa piccola società che è molto organizzata. Ho lavorato in diverse società e raramente ho trovato questa organizzazione. La società Carrosio è stata determinante per rendere possibile la crescita degli ultimi anni. Ci tengo a citare i miei dirigenti Marco Lechner, Maurizio Cairello e Fabio Petrucci – che segue anche i 2001 – ed ovviamente Luca Filippini, il direttore sportivo. Lui è una figura fondamentale, organizza tutto, con Petrucci è la società: organizza l’intera attività del Settore giovanile e della Scuola calcio”.

 

I DESIDERI CALCISTICI DI MAGRI’
Se Salvatore Magrì potesse esprimere due desideri inerenti al mondo del calcio, chiederebbe questo: “A livello di squadra mi piacerebbe arrivare alla finalissima di categoria con i miei ragazzi. Ovviamente il sogno nel cassetto sarebbe avvicinarsi ad una società professionista, ma questa è utopia e poi è un desiderio personale. Se penso alla mia squadra, la finale regionale sarebbe qualcosa davvero di grande”.

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