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Mercoledì, 28 Dicembre 2016 21:41

Leonardo Grillo, il “bomber ragazzino”

Scritto da Alessandro Trisoglio

IL PERSONAGGIO - A 16 anni gioca (e segna) con la maglia dell’Audax Orione in Terza categoria: “Un sogno? Arrivare a indossare quella maglia grigia dell’Alessandria”

Mettere in mostra doti tecniche innate già fin dalla prima volta che si indossano scarpette da calcio; vedersi assegnata quella maglia con il numero dieci che è sinonimo di preminenza, carisma e capacità, legata ai nomi dei più grandi in assoluto, da Pelé a Di Stefano, da Maradona a Platini; giocare da sempre nell’Audax Orione, tanto da diventare quasi il simbolo di una società i cui giocatori, per via del nome del rione di Tortona in cui opera, vengono chiamati “i brasiliani”; avere, per di più, come colori sociali quel verde-oro che proprio la nazione leader in campo calcistico ha trasformato nei “colori del calcio”… rappresentano tanti indizi tali da confermare la presenza di un DNA da predestinato e la sentenza, assoluta e definitiva, di essere nati per fare calcio.
Leonardo Grillo, tortonese, classe 2000, fisico slanciato, ambidestro, tecnica e velocità fuse in un tutt’uno che ne fanno un giocatore imprendibile per qualsiasi avversario, capace di seminare il panico in qualsiasi difesa e di segnare gol a grappoli.
Proprio il gol è sempre stato il compagno di viaggio preferito nell’avventura calcistica di Leonardo: 15 nella stagione 2014, 18 in quella successiva vissuta a cavallo di due campionati, quello Allievi e quello Juniores, senza contare i tantissimi messi a segno negli anni precedenti. Il gol nel sangue, trasmesso forse proprio in quel DNA da predestinato di cui parlavamo, da papà Davide, anch’egli bomber di razza negli anni ’80 e che sembra perpetuarsi anche nel più giovane dei Grillo, Niccolò, un 2003 capace di realizzare più di cento reti in un’unica stagione.
Nel corso dell’estate 2016 l’Audax decide di non iscrivere una squadra Juniores ai tornei provinciali, inserendo una nidiata di promettenti ragazzini che tanto bene avevano dimostrato di saper fare a livello giovanile direttamente nel calcio… dei grandi. Una Terza categoria da affrontare come banco di prova formativo per il futuro dei ragazzi stessi e di una società che vuole tornare a essere un nome importante nell’ambito calcistico provinciale. Esperienza che non spaventa certo Leonardo, che dimostra immediatamente di poter recitare un ruolo importante anche su un palcoscenico che per caratteristiche potrebbe rivelarsi particolarmente complicato.
Sette gol in questa prima parte di stagione, in barba a marpioni ricchi di esperienza e colpi proibiti che però nulla hanno potuto di fronte alla tecnica, alla velocità, alla classe e al fiuto del gol di questo piccolo grande bomber.
Un bomber da tenere d’occhio (soprattutto da parte dei tanti “scopritori di talenti” che bazzicano sui campi della nostra provincia), anche perché alle doti fisiche e tecniche Leonardo accomuna anche una tenuta psicologica, un’umiltà e una capacità di mettersi in gioco che possono rappresentare un’arma in più verso il raggiungimento di obiettivi importanti.
“La mia grande fortuna – dice il ragazzo – è stata quella di incontrare mister Dicaro, con cui ho attraversato buona parte della mia esperienza calcistica. Con lui sono cresciuto nei Pulcini e gli devo molto. L’Audax è casa mia, con la maglia verde-oro e con i miei compagni sono cresciuto e spero di continuare a crescere con la serenità e la tranquillità che mi derivano da un grande gruppo che può raggiungere grandi risultati. Un sogno? Arrivare a indossare quella maglia grigia dell’Alessandria di cui mio nonno Renato era tifosissimo”. La determinazione non manca, le doti tecniche ci sono tutte, l’augurio è per quel pizzico di fortuna che non può mancare per realizzare i sogni. Intanto Leo continua a fare il “brasiliano” e a giustiziare i portieri della provincia.

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