La PiscineseRiva non ci sta e, tramite il direttore sportivo Mario Gamba, replica alle accuse di antisportività mosse dalla Fulvius, in seguito alla mancata presentazione della squadra pinerolese all’ultima giornata del triangolare di qualificazione ai regionali: il conseguente 3-0 ha tavolino ha estromesso gli alessandrini dai regionali per differenza reti.
“Con la Fulvius ci siamo scusati di persona e ci scusiamo ancora pubblicamente, ma non possiamo accettare la gogna mediatica cui ci hanno sottoposto con le loro dichiarazioni, che per tanti aspetti non corrispondono alla realtà” esordisce Gamba.
Quindi il direttore sportivo entra nello specifico: “Il problema è che, purtroppo, noi non abbiamo più il gruppo 2002, causa il comportamento poco corretto di un allenatore che ha deciso di cambiare società portandosi dietro tutti i giocatori, come capita spesso. Abbiamo quattro 2002 tesserati, in attesa di rimpinguare la rosa abbiamo giocato le qualificazioni con i 2003, che fortunatamente sono numerosi. Ma gestire due gironi di qualificazioni con una sola squadra non è semplice, anzi”.
Arriviamo così alla giornata incriminata: “Come loro sanno benissimo -continua Mario Gamba -, avevamo sei ragazzi disponibili in tutto, tra infortuni e situazioni varie, e non dieci come dicono loro, se no saremmo andati. Gli abbiamo fatto vedere i messaggi che abbiamo mandato a tutti i ragazzi pregandoli di venire, anche con una gamba sola. Abbiamo anche messo a disposizione un pulmino per ovviare ai problemi logistici, bbiamo fatto di tutto per onorare l’impegno, ma alla fine abbiamo dovuto arrenderci. Li abbiamo avvertiti verso l’una, ho ancora la chiamata sul telefono. Cosa potevamo fare di più?”
“Io sono qui alla PiscineseRiva da pochi mesi – conclude il ds – ma so che non hanno mai saltato una partita, da quando c’è la gestione del presidente Marano. Si sono verificate una serie di congiunture sfavorevoli che hanno penalizzato noi e la Fulvius, e ripeto, di questo ci scusiamo. Ma di passare per gli antisportivi di turno no, non è giusto e non ci stiamo”.